Pubblico l'articolo che ha confezionato appositamente per il lancio del blog il mio caro amico Matteo Bodei, firma tagliente del giornalismo bresciano. Non è proprio sintetico ma è zeppo di anedotti e chicche. Grazie Bodo!!
Luciano Moggi, senese di Monticiano, uno dei migliori dirigenti calcistici degli ultimi vent’ anni, famoso attualmente più per Calciopoli, l’ inchiesta che ha visto la Juventus privata di due scudetti e retrocessa d’ ufficio in serie B, che per il suo intuito geniale (ha portato in Italia campioni del calibro di Zidane, di Trezeguet, di Henry e di Ibrahimovic tanto per citarne alcuni), nella sua carriera dirigenziale alla Juventus, iniziata nel 1994 e terminata nel 2006 con il già citato scandalo Moggiopoli, ribattezzato così dai media italiani, ha preso anche parecchi abbagli (a livello calcistico si intende). Nella sua prima stagione alla corte della famiglia Agnelli porta sulla panchina bianconera un allenatore quasi sconosciuto, il viareggino Marcello Lippi, che conquista subito l’ accoppiata scudetto-coppa italia, su questo niente da dire ma da citare è soprattutto l’ esordio in prima squadra di due meteore del calcio torinese: Corrado Ciccio Grabbi, capitano nella Primavera bianconera, ma mai incisivo nè in prima squadra né con le maglia di Ternana e Blackburn ,anche a causa dei problemi fisici, e l’ ex cuneese Enrico Fantini, una modesta carriera tra serie A e serie B ma senza mai un vero e proprio acuto. Nel 1995-96, stagione terminata con il trionfo in Coppa Campioni contro l’ Ajax di Jari Litmanen, l’ errore di mercato di “Lucky Luciano” (soprannome datogli dal giornalista Marco Travaglio) fu quello di acquistare dall’ Argentinos Junior il terzino sinistro Juan Pablo Sorin. Capitano della Nazionale Under 20 che nel 1995 aveva vinto il Mundialito, in Italia (parentesi anche alla Lazio) viene ricordato più per la lunga e folta capigliatura e per le sopracciglia ‘alla Bergomi’ che per i numeri sul rettangolo di gioco (2 sole presenze con la casacca bianconera prima di essere rispedito in Sud America al River Plate). Nella stagione 1996-97 (conquista del 24esimo titolo) Moggi oltre a Zinedine Zidane porta in Italia un terzino di dubbio valore: Paulo Pedro Dimas Texeira. Portoghese, acquistato dal Benfica è rimasto a Torino due stagioni totalizzando ben 39 presenze (l’ esordio il 1° dicembre ’96 contro il Bologna) senza lasciare mai un segno indelebile del suo passaggio. Nel 97-98 invece ricordiamo l’ esordio con la Vecchia Signora di Marco Zamboni (in Juve-Fiorentina del 5 ottobre) vincitore dei Giochi del Mediterrano di quell’ anno insieme a giocatori come Buffon, Amoruso, Totti e Lucarelli!. Quella presenza contro la Fiorentina rimane l’ unica del difensore veronese con i bianconeri prima di iniziare il suo girovagare per l’ Italia (Udinese, Napoli, Reggina, Samp, Spezia e Spal) in cerca di maggior fortuna. Nel 1998-99 invece Moggi porta in Italia colui che venne ribattezzato “il nuovo Deschamps”: Jocelyn Blanchard. Centrocampista proveniente dal Metz, dopo una stagione a dir poco mediocre viene immediatamente rispedito in Francia al Lens. Attualmente, a 37 anni di età, gioca nella Bundesliga austriaca dove ha conquistato anche uno scudetto e tre coppe nazionali con l’ Austria Vienna. Nel 99-00 l’ acquisto del gigante d’ ebano nigeriano Sunday Oliseh ha suscitato numerose perplessità. Cresciuto nello Julius Berger (il club africano che ha visto esplodere giocatori come West e Yekini), dopo aver vestito la maglia granata della Reggiana ed essersi ben comportato con quella ben più prestigiosa dell’ Ajax viene acquistato da “Madama” ma qui non riesce a dimostrare le sue doti di combattente e, dopo una stagione fatta di 8 presenze e nessuna rete, viene subito ceduto al Borussia Dortmund. In Germania rimane 4 stagioni prima di concludere la carriera agonistica con la maglia dei belgi del Genk nel 2005. Alla continua ricerca di un terzino sinistro di valore per la Juventus, Luciano Moggi nel 00-01 pesca in Brasile quello che da molti viene considerato l’ erede di Roberto Carlos. Athirson Mazzoli De Oliveira purtroppo, oltre alla nazionalità, non aveva niente del fenomenale terzino del Real. Sbarcò a Torino nel febbraio 2001 dopo una lunga controversia con il suo club precedente (il Flamengo). L’ esordio del Pappagallo (il soprannome datogli in onore della sua proverbiale allegria) nel campionato italiano avviene ad aprile contro il Brescia. Il ricordo della sua esperienza con la maglia bianconera si compone di altri 4 spezzoni di partita prima del definitivo ritorno in patria (nel gennaio 2002) sempre con la maglia del Flamengo. Il giocatore di Rio attualmente gioca nel Cruzeiro anche se ormai la speranza di trasformarlo nel nuovo terzino della nazionale verde oro è definitivamente svanito.
Nella stagione 2001-02, quella del ritorno in panchina di Marcello Lippi, dell’ arrivo di Buffon, di Thuram e di Nedved e della partenza del grandissimo Zinedine Zidane, non tutti forse si ricorderanno dell’ acquisto di Fabian Alberto O’Neill Dominguez. Il genio del centrocampo del Cagliari di Cellino però non ha mai dimostrato le qualità che lo avevano sempre contraddistinto con la maglia dei sardi e nella storia bianconera verrà ricordato più per la sua imbarazzante forma fisica che per le sue prestazioni (0 gol in 14 presenze). Nella stagione 02-03 O’Neill venne scambiato con un altro giocatore mai entrato nel cuore della tifoseria. Si tratta di Davide Baiocco, centrocampista esploso nel Perugia di Serse Cosmi. Il mediano umbro disputa solamente 7 partite sotto la Mole prima di venire spedito in giro per l’ Italia: Piacenza, Reggina, Perugia, Catania ed ora Brescia le tappe della sua carriera fino ad oggi. Nella stagione successiva, a destare qualche perplessità è stato l’ arrivo del ghanese Stephen Appiah. Il giocatore dal fisico scultoreo non riesce infatti a sfondare veramente e nonostante 3 reti (impressionante quella contro il Milan) in 48 presenze viene ceduto al Fenerbahçe dove è rimasto fino al terribile incidente al ginocchio che quasi gli costa la vita (a causa delle complicazioni seguite all'operazione causate dall'errata terapia anticoagulante prescritta dai medici della squadra turca che gli causano una tromboflebite). Attualmente senza squadra rimane però uno dei giocatori più amati in Ghana, tanto da essere ancora il capitano delle “Stelle Nere” nonostante non giochi una partita ufficiale con un club dall’ estate del 2007!. Nel 2004-05, l’ anno dell’ arrivo alla corte degli Agnelli di Fabio Capello (l’ allenatore fortemente voluto da Umberto poco prima della sua morte), insieme a Zlatan Ibrahimovic viene acquistato anche Narcisse-Olivier Kapo Obou, considerato in patria il nuovo Henry. Kapo, prelevato dall’ Auxerre, però non dimostrerà mai l’ etichetta di nuova promessa del calcio transalpino e dopo 14 presenze nella stagione del primo scudetto capelliano viene subito rispedito in patria per fare esperienza. Un viaggio però di sola andata visto che ,l’ ala originaria della Costa d’ Avorio, dopo il prestito al Monaco prima e al Levante poi, viene ceduto definitivamente al Birmingham City, club di Premier League. L’ ultimo giocatore della lista dei bidoni visti in bianconero è Robert Kovac, possente difensore arrivato in regime di svincolo nella stagione 2005-06, l’ ultima con la Triade (Moggi-Giraudo-Bettega) dietro la scrivania. Il giocatore croato, fratello minore del calciatore del Red Bull Salisburgo Niko, arrivato in Italia con un palmares di tutto rispetto (2 Bundesliga e 2 coppe nazionali con il Bayer Monaco) però non viene quasi mai schierato titolare, schiacciato dalla coppia centrale Cannavaro-Thuram, e dopo una deludente stagione viene rimandato in Bundesliga dove gioca un paio di stagioni al Borussia Dortmund prima del definitivo ritorno in patria con la Dinamo Zagabria.
In queste poche righe è emerso che anche colui che era stato ribattezzato da tutti “Il Re del Mercato” ha commesso degli errori nella valutazione di certi giocatori. Certo 7 Scudetti (compresi i due revocati dopo la scandalo di Calciopoli), una Coppa Campioni, una Supercoppa Europea, una Coppa Intercontinentale, 4 Supercoppe Italiane e una Coppa Italia in dodici anni sono un bilancio che non lascia adito ad alcuna critica: Chapeux monsieur Lucianò!!!
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