La situazione degli sport di squadra in Italia è davvero preoccupante. Tralasciando sport olimpici come Pallamano, Hockey prato, Hockey ghiaccio, Basket femminile e Baseball in cui da sempre siamo distanti anni luce dalle squadre più forti, è davvero pessimo il bilancio di alcuni sport in cui eravamo assai competitivi. Le crisi in cui sono sprofondati Basket maschile, Pallavolo maschile e Pallanuoto (Setterosa e Settebello) non sono facilmente spiegabili e non hanno motivi univoci. Il basket azzurro, dopo l’argento olimpico di Atene 2004, ha sfornato buoni talenti come Bargnani, Bellinelli e Gallinari (più Hackett), ma l’integrazione con la vecchia guardia non è stata semplice, anzi. Il futuro, se i 3 Nba verranno convinti di essere determinanti in un gruppo omogeneo (magari ringraziando coach Recalcati: al suo posto Pianigiani?), può essere dalla nostra parte.
Per pallavolo e pallanuoto il discorso è legato primariamente ad un difficile ricambio generazionale.
Il Coni si sta muovendo per risollevare le cose. Il problema è che la concorrenza a livello mondiale è sempre più agguerrita, con nazioni che diventano progressivamente più competitive. In Italia, inoltre, esiste un annoso problema legato allo sport nella scuola. Siamo indietro anni luce e invece di investire tempo e danaro sullo sport di base, i vari governi (di qualsivoglia colore) tolgono risorse,
Le Olimpiadi di Londra e quelle del 2016 (chi avrà la meglio, Obama o Lula?) ci daranno delle risposte importanti.
Iscriviti a:
Commenti sul post
(
Atom
)
Approfitto di questo spazio per fornire una mia personalissima e assai criticabile opinione.
RispondiEliminaDa vecchio appassionato di basket ho avuto modo di assistere dalla mia poltroncina al Palaverde agli ultimi 20 campionati di serie A1 e a innumerevoli edizioni di coppe europee.
Ci ricordiamo alcuni sponsor presenti sulle canotte delle squadre fino agli inizi degli anni 2000? In ordine sparso: Scavolini, Pfizer, Clear, Buckler, Kinder, Messaggero, Simac, Polti, Pepsi... e così via. E i nomi degli inserzionisti sulla pubblicità a bordocampo? Può sembrare un'ossessione ma io la guardavo e, purtoppo, la guardo ancora. Siamo passati da aziende di caratura internazionale (alcuni nomi citati in precedenza sono dei colossi) a realtà basate su un territorio locale, basta guardare i rotor e i led di bordocampo a Siena, leader del movimento cestistico italiano in questo momento.
La causa? A mio, ripeto modestissimo, parere l'ingresso delle Pay TV (SKY). Quando il basket era nelle mani della RAI con i commenti della premiata ditta De Cleva - Lauro l'audience sfiorava il milione di spettatori (senza alcuna promozione e in orari poco accessibili).
Non esistono dati certi sugli ascolti SKY (proprietaria dei diritti del campionato) ma sembra che una partita di basket di primo livello raggiunga a stento i 15.000 (!) spettatori.
Serve ancora spiegare perchè un certo tipo di inserzionisti si è allontanato dal mondo della palla a spicchi? Ritengo di no.
Magari è solo una fatalità ma anche il colosso volley (anch'esso in orbita Murdoch) sta cominciando (e anche qualcosina in più)a scricchiolare. Il rugby (la nazionale azzurra è l'ultimo acquisto della Tv via satellite)deve invece cercare di limitare il numero di cucchiai di legno in suo possesso.
Meditate gente. Meditate.