
Tutto questo preambolo per introdurre la figura della leggenda dell biathlon, lo sport probabilmente più spettacolare (e ahimè tra i meno conosciuti in Italia) tra quelli presenti alle Olimpiadi invernali: il norvegese Ole Ejnar Bjoerndalen.
Prima di parlare del fuoriclasse assoluto degli sport invernali, occorre fare un passo indietro perchè la stragrande maggioranza delle persone (italiani, off course) non conosce nemmeno in cosa consiste una gara di biathlon. Detto che in alcuni Paesi come la Germania, il biathlon è lo sport invernale più seguito con dirette di tutte le gare su Ard e Zdf (vale a dire le corrispondenti teutoniche di Rai1 e Rai2), e pubblico da stadio (anche quest'anno si è disputata una gara con poligono e arrivo all'interno dell'Auf Schalke Arena, stadio dello Schalke 04...) come dice la parola stessa, si tratta della somma di due prove: sci di fondo più tiro a segno. La sua spettacolarità deriva proprio dall'intreccio di questi due sport, con gli atleti che sugli anelli tipici dello sci di fondo - a tecnica libera - devono cimentarsi anche al poligono con serie da 5 bersagli da colpire in piedi e sdraiati da una distanza di 50 metri (i bersagli hanno un diametro di 4,5 cm per la postazione a terra e di 11,5 cm per quella in piedi). Ogni errore al poligono porta a dei giri di penalità di 150 metri ciascuno o a una penalizzazione di un minuto (per la gara individuale). Esistono diverse tipologie di gara: l'individuale sulla distanza di 20 km per gli uomini e 15 km per le donne (quattro serie di tiri in entrambi i casi); le sprint sui 10km per gli uomini e i 7,5 km per le donne (due poligoni); l'inseguimento che si svolge sulla base dei tempi ottenuti nelle gare sprint o individuali (12,5 km gli uomini, 10 km le donne con quattro poligoni); la partenza in linea, o mass-start, in cui 30 atleti partono contemporaneamente e percorrono 15 km (maschi) e 10 km (donne) sempre con 4 poligoni; le staffette (anche miste) con quattro atleti per nazione che coprono 7,5 km e 6 km con 2 poligoni a testa.
Uno sport che deve il suo crescente successo proprio all'imprevedibilità e ai continui colpi di scena legati all'esito dei poligoni di tiro. Sommare lo sforzo sugli sci ad una prova di abilità e precisione come quella del tiro con carabina rappresenta un mix vincente, molto apprezzato a tutte le latitudini. Il biathlon, infatti, è uno degli sport invernali più diffusi al mondo, con diverse nazioni in grado di primeggiare. Particolare che rende ancora più incredibile il dominio di Ole Ejnar Bjoerndalen.
Per raccontare Bjoerndalen basterebbe riportare freddamente tutte le statistiche che lo riguardano. Un numero impressionante di vittorie in tutte le competizioni del biathlon (Olimpiadi, Mondiali, Coppe del Mondo). Ma la sua figura va oltre i numeri.
Nato a Drammen (Buskerud, Norvegia) il 27 gennaio 1974, viene inziato al biathlon dal fratello maggiore Dag e insieme all'altro fratello Hans Anton i tre formano per un breve periodo l'ossatura della nazionale norvegese. Il talento di Ole, però, è strepitoso e lo dimostra già ai Mondiali juniores del 1993 dove conquista tutte e tre le medaglie, unico atleta nella storia. Il salto tra i pro comporta qualche inevitabile difficoltà, essendo il biathlon uno sport in cui la componente esperienza (leggi sapersi gestire durante la gara) è assai importante, ma già nel 1996 Bjoerndalen conquista la sua prima vittoria in Coppa del Mondo nell'individuale di Anterselva (Bolzano). Le sue doti sugli sci stretti sono straordinarie e la stessa nazionale di fondo lo convoca per alcune gare. A 24 anni raggiunge la piena maturità e grazie alla sua immensa classe riesce a trionfare nella classifica generale di Coppa del Mondo davanti a mostri sacri come i tedeschi Franck Luck e Sven Fischer e a conquistare la sua prima medaglia d'oro olimpica a Nagano. Tra il 1999 e il 2001 trionfa altre 13 volte, ma è alle Olimpiadi di Salt Lake City del 2002 che Bjoerndalen entra di diritto nella storia dello sport. Vince tutte e 4 le gare del programma olimpico (sprint, inseguimento, individuale e staffetta). E' il primo e unico atleta in grado di compiere un'impresa simile.
Gli anni successivi non fanno che accrescere la grandezza di Ole, con svariati trionfi in Coppa del Mondo e ai Campionati Mondiali. Ad oggi ha conquistato 6 Coppe del Mondo (record assoluto) e ai Mondiali di Biathlon può vantare un record difficilmente battibile nei prossimo decenni: 14 medaglie d'oro, 10 d'argento e 9 di bronzo!
Le ultime Olimpiadi di Torino hanno visto un Bjoerndalen un po' più umano. Il norvegese ha vinto solamente, si fa per dire, tre argenti e un bronzo. Nel frattempo, come detto, Ole si è cimentato anche nello sci di fondo dove il 18 novembre 2006 ha vinto la 15 km tecnica libera di Gaellivare (Svezia), primo e unico atleta nella storia a imporsi sia nel fondo che nel biathlon.

Tra tutti i trionfi e record difficilmente eguagliabili, Bjoerndalen è alla ricerca dell'ultimo, l'unico che gli manca per essere definito senza alcun dubbio il più grande di sempre: superare il mostro sacro del fondo norvegese Bjorn Daehlie, detentore del record storico di medaglie d'oro ai Giochi Olimpici invernali (otto). Ole è fermo a quota 5 e punta a superare Daehlie già alle Olimpiadi di Vancouver. Se non dovesse farcela, potrebbe arrivare fino alle Olimpiadi di Sochi 2014, continuando ad alimentare il suo mito. Quello del più grande atleta di sempre negli sport invernali, anche se in Italia in molti ne ignorano l'esistenza...
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