DICHIARAZIONI DI CAPELLO: SACROSANTE VERITA’


Premesso che ritengo Fabio Capello il numero uno tra gli allenatori, le parole pronunciate dal tecnico di Pieris in occasione del convegno “Il calcio che cambia”, svoltosi ieri a Coverciano, hanno aperto un ampio dibattito tra dirigenti e addetti ai lavori. In particolare, la frase “In Italia comandano gli Ultrà, occorre più coraggio” ha subito provocato la stizzita reazione di Petrucci, Galliani e di molti presidenti di A. Oltre a ciò, Capello ha espresso altre opinioni, molto precise e secondo me condivisibili. Commento le tre principali:

1) “Qui gli ultrà fanno quello che vogliono e non succede mai niente. Si dovrebbe avere il coraggio di applicare la legge. In Inghilterra e Spagna il calcio è divertimento. E rispetto. Allo stadio si vedono famiglie intere, anziani, donne. I giocatori scendono dal pullman in mezzo alla gente e non succede mai niente. In Italia tutto questo non accade. Perché?”

Ci sarebbero moltissime cose da dire su queste tematiche. In assoluto penso che in Italia manchino quasi totalmente cultura sportiva e capacità di considerare un avvenimento sportivo come uno spettacolo. In Italia ha più importanza il tifo contro gli avversari rispetto a quello a favore della propria squadra. I media, specialmente le tv locali figlie del biscardismo, non fanno altro che vivisezionare episodi alla moviola e basare le trasmissioni su discussioni e polemiche. Tutto questo porta ad una esasperazione dei toni con conseguenti tensioni tra tifosi e addetti ai lavori.
Per non parlare degli stadi obsoleti e dell’odissea per acquistare un biglietto.

2)”In Italia si premia un po’ troppo chi casca per terra e si lascia che le punizioni vengano battute 10 metri più avanti. E poi ogni contrasto è un fallo, succede solo in Italia. Inoltre gli arbitri hanno paura della moviola e nel dubbio preferiscono fischiare piuttosto che lasciar correre”.

Sottoscrivo parola per parola e aggiungo che basta guardare un qualsiasi match di Premier League per accorgersi della differenza abissale in termini di intensità di gioco. In Italia giocatori e tifosi si lamentano ad ogni minimo contrasto e inducono gli arbitri a fischiare in continuazione. Il problema è che quando si gioca in Champions League il metro di giudizio è quello inglese…


3)”Sono favorevole alla tecnologia per i gol fantasma. E poi non accetto ancora che non ci sia lo stesso tempo uguale per tutti da giocare, come nel basket. In certi stadi, quando il pallone va fuori, passa una vita prima che torni in campo”.

Il tempo effettivo nel calcio è una delle innovazioni che sostengo da sempre. Tra l’altro è un discorso collegato a quello del gioco troppo spezzettato in Italia. La statistica del tempo effettivo è spesso sottovalutata, ma penso sia incredibile che ancora oggi alcune partite durino 38-40 minuti effettivi. E’ il trionfo del non-gioco, del calcio ostruzionistico. Anche qui sarebbe bello un confronto tra il tempo effettivo medio dei match italiani con quello dei campionati stranieri o della Champions League.
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