Dieci giorni fa avevo presentato il Tour de France 2010 come l'edizione più avvincente e ricca di campioni degli ultimi anni. In effetti la lista di partenza della Grand Boucle era decisamente migliore rispetto a quella degli ultimi anni. Da Contador ad Armstrong, passando per Andy Schleck e Ivan Basso, finendo con Cadel Evans, Gesink, Kreuziger, Menchov e Leipheimer. Tutti potenzialmente in grado di salire sul podio dei Campi Elisi. Potenzialmente. Dopo sole 9 tappe, infatti, la classifica parla già chiaro: sarà un duello - sublime - tra i due corridori più forti al mondo nelle corse a tappe, Alberto Contador e Andy Schleck. Per gli altri - salvo improbabili cotte dei due assi - la sola possibilità del terzo gradino del podio a Parigi. Sono bastate le due tappe alpine, peraltro non impossibili, a scavare il solco tra i due giovani fenomeni e il resto degli aspiranti vincitori. Contador è dietro, ma ha dalla sua la terza e ultima settimana, in particolare la cronometro finale di Bordeaux. Schleck ha sfruttato l'ottimo lavoro del compagno Cancellara nell'insidiosa tappa sul pavè, ma soprattutto ha dimostrato una forza e una sfrontatezza davvero notevoli in salita. Il lussemburghese appare più forte rispetto alle già ottime versioni Giro 2008 e Tour 2009. Soprattutto sembra più maturo e non ha alcun timore reverenziale nei confronti del fenomeno madrileno. Lo ha attaccato sulle prime rampe del Tour e promette battaglia sui terribili (e decisivi) Pirenei di questa edizione. Contador ha mostrato qualche piccola incertezza, ma in realtà rimane il favoritissimo per la vittoria finale. Sarà difficile staccarlo in salita e la lunga cronometro finale, seppur disputata a fine Tour, significa un bonus da (minimo) 1'30"-2' su Schleck.
Venendo alle prestazioni degli altri protagonisti attesi alla vigilia, Armstrong era arrivato in Francia dopo un ottimo Giro di Svizzera, ma nella tappa di Morzine ha pagato dazio. Non si è ben capito se l'abdicazione del texano sia legata solo alla caduta o se le 39 primavere e la condizione non ottimale abbiano prodotto tale risultato. Le tappe successive non sono molto indicative, Lance è ormai uscito mentalmente dalla corsa. Ivan Basso ha palesato una condizione discreta ma nulla più. Forse però andrebbe fatta una considerazione più ampia, vale a dire sul differente livello di competitività di Giro e Tour. La corsa rosa 2010 ha avuto un bellissimo percorso, ma dal punto di vista degli interpreti non è stata certamente straordinario. Vedremo se il varesino riuscirà a salire di condizione sui Pirenei. Evans, purtroppo, ha dimostrato che difficilmente potrà vincere una grande corsa a tappe, se non altro perchè sempre, puntualmente, ha una giornata di crisi e chi punta a vincere Giro-Tour-Vuelta non può permetterselo. Kreuziger è ancora troppo giovane, così come Gesink. Sastre, al contrario, è al termine della sua carriera mentre Leipheimer e Kloden hanno dei limiti già dimostrati in passato. Wiggins sembra un altro rispetto al 2009, mentre Menchov, probabilmente, sembra essere il corridore più esperto e continuo per puntare al podio. Brajkovic è stato sacrificato da Bruynell ed è un peccato, considerando quanto dimostrato dallo sloveno al Delfinato (battuto nettamente Contador).
Considerando anche l'età di Contador e Schleck, il duello tra i due sembra destinato a durare nel tempo. Terzi incomodi - al momento - non se ne vedono.
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