
Quest'anno, come detto, il "Delfino di Bibione" - soprannome coniato da Auro Bulbarelli - si apprestava a vivere da leader la corsa rosa, viste anche le difficoltà palesate dal compagno Basso. Una preparazione mirata, per vincere il Giro, magari imponendosi nella tappa a lui più cara, quella di casa, sullo Zoncolan.
Invece, dopo alcune voci apparse sui giornali, la notizia di ieri: valori anomali - riconducibili a pratiche dopanti - nel suo sangue riscontrati grazie al passaporto biologico e ai conseguenti controlli mirati. Sospeso. Niente Giro d'Italia. Una vera e propria mazzata, per lui, per la Liquigas e per tutti i suoi numerosi fans, sparsi tra Friuli e Veneto. La Liquigas, al posto di Pellizotti, ha chiamato all'ultimo Vincenzo Nibali che aveva in programma solamente il Tour de France.
Dispiace molto, ma se questo è il prezzo che si deve pagare per avere un ciclismo più pulito e credibile è giusto pagarlo. Il passaporto biologico penso possa essere un via molto valida per smascherare chi sfugge ai classici controlli.
PASSAPORTO BIOLOGICO: introdotto nel 2007, è un sistema che permette agli organismi antidoping di agire in modo diverso rispetto ai tradizionali controlli. Non più la caccia alle sostanze proibite nel sangue e nelle urine degli atleti, bensì una fotografia dei valori ematologici, steroidei ed endocrinologici di base, "a riposo". Questo parametro iniziale funge poi da modello per verificare successivamente eventuali variazioni sospette di tali valori. Quando i dati superano una certa soglia, l'atleta viene tenuto sotto controllo in modo mirato e se tali oscillazioni vengono confermate il ciclista viene sospeso. Vengono presi in considerazione le variazioni più significative. Dopo la sospensione da parte dell'Uci, la Federazione nazionale deve aprire un'inchiesta.
Nel caso specifico di Pellizotti, erano stati riscontrati degli sbalzi anomali nei valori ematici alla vigilia del Tour 2009. Da quel momento in poi l'Uci ha dedicato sempre maggiore attenzione ai valori del sangue di Pellizotti, fino alla sospensione di ieri.
LA FARSA DEL CASO VALVERDE: mentre Pellizotti stava per essere sospeso (e con lui è probabile che altri atleti lo seguano in queste ore), Alejandro Valverde vinceva il Giro di Romandia, issandosi al vertice del ranking UCI. Una vera e propria burla, considerando quello che è accaduto negli ultimi mesi. Per chi non conoscesse la vicenda è bene riassumerla in breve. Nella famosa Operacion Puerto furono trovate nel laboratorio del dottor Fuentes delle sacche di sangue trattato. Ogni sacca riportava un nome particolare (per Basso e Valverde il nome del loro cane) corrispondente a quello di un atleta (Birillo=Basso; Zapatero=Scarponi ecc.). Gli atleti coinvolti sono stati puntualmente squalificati. Tra quelle sacche, però, ce n'era una che recava il nome "Valv-Piti". La Federazione spagnola non aprì nessuna inchiesta, difendendo Valverde. Tuttavia, la Procura italiana antidoping riuscì ad entrare in possesso di una di quelle sacche. Grazie ad un controllo incrociato si stabilì come quella sacca appartenesse ad Alejandro Valverde. La Procura italiana, in base alla sua giurisdizione, ha così squalificato Valverde per due anni da tutte le gare disputate sul territorio italiano (tant'è vero che lo scorso anno Valverde non prese parte al Tour essendo previsto un arrivo sul suolo italiano). La sentenza italiana è stata ratificata dal Tas. Uci e Wada (agenzia mondiale antidoping) hanno presentato ricorso al Tas contro la Federazione spagnola che non l'ha mai sanzionato. Il prossimo 18 maggio dovrebbe esserci la sentenza del Tas. Se il Tas dovesse confermare i suoi precedenti orientamenti l'Uci estenderebbe la squalifica italiana a livello mondiale. Considerando che si tratta di una storia iniziata nel 2006 e che nel frattempo Valverde ha continuato tranquillamente a correre, vincendo anche una Vuelta, si capisce perchè si tratta di una vera e propria farsa.
L'elenco caduti non lo fai Simo? :-)
RispondiEliminaNon ho capito il passaporto biologico: ma l'atleta è a conoscenza di essere sotto posto a tale controllo, e se sì gli è impossibile "rimettersi in regola"?
RispondiEliminaIn realtà non cambia molto per l'atleta, nel senso che mediamente un ciclista è sottoposto ad almeno 6-7 controlli all'anno fuori gara (cioè nei periodi di allenamento ad inizio stagione o tra una corsa e l'altra). Controlli che vanno a parametrarsi con i valori normali, a riposo.. Dopo la fotografia iniziale con tutti i valori a riposo, i successivi controlli (sangue, urine che riperto rientrano nella prassi) monitorano quindi la situazione ed evidenziano eventuali sbalzi innaturali, indice - scientificamente provato - di doping. Non è questione di "rimettersi in regola" nel senso che, detto in parole povere e senza alcuna cognizione medica quindi solo a fini esplicativi, se un atleta a riposo ha un valore-indice di 30, in prossimità delle corse questo valore diventa di 40 (cosa che non è possibile avvenga in modo naturale, ma solo aiutandosi attraverso sostanze illecite che sfuggono all'antidoping) poi scende e magari risale in concomitanza con altre gare, allora quell'atleta viene seguito in modo più attento e se quei valori continuassero ad essere scientificamente innaturali viene fermato. E' una situazione piuttosto tecnica in cui subentrano cognizioni medico-scientifiche che non sono assolutamente in grado di spiegare meglio. E' comunque un metodo approvato dagli stessi atleti. Il mio esempio è solo per far capire in linea generale il suo funzionamento.
RispondiEliminaInsomma, mi pare di capire che... nonostante tutto ci sono ciclisti che ancora giocano e sperano di farla in barba al controllo antidoping...
RispondiEliminae non proprio in che senso prendere la mia stessa conclusione...
Penso che il controllo antidoping sia sempre un passo indietro rispetto al doping... un po' come i virus informatici e gli antivirus. Quanto ai furbi... io non credo alle redenzioni quindi ne abbiamo una prova vivente... si chiama birillo e ora ride come nel 2006 perché si arricchirà a dismisura e forse... quando lo ribeccheranno allora... indignato... smetterà di correre... e continuerà a ridere del sudore degli altrii... perché dell suo ne ho visto poco anche quest'anno e, se non sbaglio, il sudore ha la funzione di raffreddare un corpo sottopostoo a grandi fatiche... ma quando non si sente la fatica allora non si suda, ma se non si sente la fatica.... beh allora....auguri a tutti :-)
RispondiEliminaNon volevo denigrare l'immagine del ciclismo ma di un solo individuo che l'ha fortemente danneggiata e che nonostante tutto ci viene riproposto come modello da seguire, tutto bici famiglia e beneficenza.... beh signori mi dispiace ma io non metterò da parte tutto quello che ho visto e dovesse vincere 10 giri e 10 tour... per quanto mi riguarda resterà sempre un impostore bugiardo come nessun'altro... ha tirato avanti la sega per un anno prima di mollare... ve lo ricordate? Io sì! Quindi la sua credibilità se n'è andata per sempre.
RispondiEliminaScusa Simone... ho letto solo adesso il tuo articolo e posso essere d'accordo con te... dici cose giuste... solo che io non riesco a digerire quella persona e quindi farò sempre il possibile per ricordare a tutti che la mela è marcia dentro e prima o dopo si vedrà anche fuori. Certo hai ragione anche a ricordarmi che in assenza di prove certe non possiamo accusare nessuno. Vero. Ma perché Riccò viene demonizzato e quello lì viene divinizzato? Almeno Riccò ha confessato subito, senza prendere in giro ulteriormente. Anche DiLuca è stato messo in archivio... nessuno ne parla più. Ma io ricordo il lavoro di pulizia dell'immagine di basso che è stata fatta dalla gazzetta nel periodo della squalifica...una volta ho visto perfino un paginone intero con lui immerso nei petali rosa tipo cover di "American Beauty" hai presente? Sembrava la Madonna.... gli mancava solo l'aureola.... ecco Simone... sono queste le cose che non sopporto di certi giornali..... e che non sono giuste. Quindi sopportami se puoi perché qualche volta tornerò... per ricordare a tutti chi è il nuovo idolo degli italiani.
RispondiEliminaCaro Roberto, non solo ti sopporto, ma credimi, sul discorso Basso abbiamo una posizione molto più simile di quanto pensi...
RispondiEliminaTi confesso che anch'io fatico ad apprezzare pienamente la sua nuova vita sportiva. L'ho elogiato perchè ha fatto un bel Giro, ma come scritto:non metto la mano sul fuoco...
Quattro anni fa aveva appena vinto un Giro infliggendo distacchi impensabili a tutti i rivali. Mi ricordo un Gibo Simoni che, al di là della delusione per le mancate vittorie, fece chiare allusioni sulle prestazioni di Basso (disse che era difficile lottare contro "le motociclette"). Ovviamente Simoni fu fatto passare per l'ex campione che non accettava di vedere qualcuno più forte di lui (a distanza di qualche mese si scoprì che aveva ragione da vendere). Osannato da tifosi e critica, Basso si apprestava a disputare il Tour 2006 con ottime chance di vittoria essendo la prima edizione post Lance Armstrong. Fermato prima della partenza. Birillo, Operacion Puerto. Per giorni, settimane negò tutto. Giornali e media a criticare pesantemente se non a denigrare l'organizzazione del Tour perchè, si diceva e leggeva, non volevano vedere un italiano trionfare sui Campi Elisi. E Basso che si proclamava innocente. Morale della favola: Basso squalificato due anni e, dopo lungo tempo, reo-confesso (seppur in una forma abbastanza blanda). In realtà, penso tu abbia potuto testarlo parlando in giro, molta gente, entusiasta del Basso visto al Giro 2006, è convinta ancora oggi che Basso fosse innocente e che sia stato punito ingiustamente.
Ecco, ripercorrendo tutta questa vicenda, ti ribadisco il fatto che, oltre a non considerare due - ma solo una - le vittorie al Giro di Basso, fatico ad entusiasmarmi fino in fondo per la sua nuova vita sportiva. Complimenti sì, ma non elogi sperticati. Anzi, ti dirò una cosa in più. Nelle interviste rilasciate al Giro non ha mai voluto accennare al passato, nonostante le molte domande in tal senso, spesso comunque benevole. Bene, nelle foto della premiazione lui fa il segno del 2, che vuol dire vittoria, ma anche secondo Giro vinto. Penso sia una cosa condannabile, molto antipatica e avrei apprezzato una sua dichiarazione che recitasse più o meno così: "è la mia prima vittoria al Giro d'Italia". Ho sentito molta ipocrisia sui media e pochi che hanno ricordato effettivamente quanto successo nel 2006.
Ps, hai perfettamente ragione e sottoscrivo in pieno il discorso dell'ottima stampa di cui gode (e ha goduto anche durante la squalifica) Basso in questi anni. Riccardo Riccò ha sbagliato, ha ammesso debolezze ed errori e ha pagato. Come ho scritto più volte su questo blog prima del Giro, trovo un'ingiustiza clamorosa la sua esclusione al Giro 2010. Una pena ulteriore dopo quella già scontata.
Ciao!