Era da diverso tempo che non mi capitava di essere felice per la prestazione di un ciclista. Non che non abbia apprezzato le vittorie di Contador negli ultimi anni, di Cancellara (bicicletta dopata o meno) o non mi sia piaciuta l'ultima parte di Giro 2010. Tuttavia, si è sempre trattato di imprese compiute da campioni assoluti, predestinati al successo. Per un appassionato di ciclismo come me (e lo stesso discorso vale per molti altri sport), è molto più gratificante scovare un talento potenziale, intravederne le doti e sperare che un giorno possa lottare con i migliori atleti al mondo. E' una soddisfazione intima, unita a un sentimento di orgoglio e rivalsa verso chi, magari, non lo ha mai nemmeno preso in considerazione o addirittura ne ha messo in forte dubbio le qualità. E' il caso di Janez Brajkovic, 26 anni (27 a dicembre), Slovenia, Team Radio Schak, quello di Armstrong. In questi giorni incentrati sulla Coppa del Mondo in Sudafrica, si sta correndo il Giro del Delfinato, la mini corsa a tappe - parere personale - più bella della stagione (dopo i tre grandi Giri e alla pari con il Giro di Svizzera). Non è un caso se il Delfinato sia organizzato dalla stessa società che gestisce il Tour de France e nelle 7 tappe (più prologo) affrontate nel 2010 ci sono stati, tanto per gradire, una cronometro individuale di 49 km (all'ultimo Giro l'unica cronometro vera - l'ultima tappa a Verona - non superava i 15 km), un arrivo sulle Alpi (Grenoble) e quello all'Alpe D'Huez. Un vero e proprio Mini Tour de France. Il grande favorito della vigilia - ovviamente - era Alberto Contador, in piena preparazione per il Tour 2010. Nella tappa a cronometro, però, Brajkovic ha sbaragliato la concorrenza, battendo David Millar di 26" e staccando Contador di ben 2'. Una dimostrazione di classe assoluta. Dopo essersi difeso alla grande nella prima tappa alpina, lo sloveno era atteso alla prova del nove: l'Alpe d'Huez. Ho potuto seguire la diretta su Eurosport (sempre ottima la coppia Berton-Magrini) ed è stato meraviglioso vedere la maglia gialla (simbolo del primato anche al Delfinato) rispondere colpo su colpo alle accelerazioni del fuoriclasse spagnolo dell'Astana. Brajkovic ha seguito come un'ombra Contador, giiungendo assieme allo spagnolo in cima alla storica vetta. Alla fine lo sprint è andato a Contador, ma Brajkovic ha conservato in modo splendido la maglia e domani potrà festeggiare il successo nell'ultima tappa.
Come dicevo all'inizio, ho sempre riservato particolare attenzione a Brajkovic, sin dal suo passaggio al professionismo (Discovery 2005), anche per la vicinanza e affinità che lega Friuli e Slovenia. Nel 2006 mi impressionò al Giro di Spagna, quando indossò per due giorni la maglia amarilla. E' sempre stato molto forte a cronometro e bravo anche in salita. In questi anni ha ottenuto discreti risultati e buioni piazzamenti (secondo al Giro del Trentino 2009, perse la maglia all'ultima tappa per merito di Ivan Basso), ma non è mai esploso definitivamente. Fedelissimo delle squadre di Armstrong, quest'anno è passato al Team Radio Schak. Due anni fa mi diede parecchio fastidio una dichiarazione di Angelo Zomegnan, direttore del Giro d'Italia, che espresse pubblicamente dei dubbi sul valore dello sloveno. Il 2010 sembra essere l'anno del salto di qualità definitivo, quello dela maturità agonistica. Certo, il Delfinato è una corsa di 8 giorni e Contador non è ancora al top della condizione, ma Jani ha dimostrato di avere la classe per poter lottare con i più forti al mondo. Al Tour, salvo cambiamenti di programma, sarà al fianco di Lance Armstrong. E' sicuramente eccessivo parlare di passaggio di testimone tra la leggenda texana e la promessa slovena, ma Brajkovic potrebbe diventare nei prossimi anni l'uomo di punta della squadra di Bruynell. Bravo Jani!!
io sarei cauto, quando un giovane anche se di talento diventa cosi' tanto forte all'improvviso..
RispondiEliminami ricorda vicende non tanto lontane che hanno screditato lo sport del ciclismo,
mi auguro di sbagliare