Inutile negare che l'Olanda sia una delle mie nazionali preferite, per mentalità, tipo di gioco e per la storia calcistica di questa nazione. Uno Stato di soli 15-16 milioni di abitanti che negli Anni '70 ha reinventato il calcio e che da allora ha continuato a produrre talenti in qualità industriale e a sperimentare una tipologia di calcio spettacolare, godibile, che si sposa perfettamente con ll vero spirito del gioco (se a questo aggiungiamo l'avvenenza delle tifose arancioni il quadro è completo: vedi foto tratta da repubblica.it)
A questo Mondiale 2010 la nazionale oranje arriva con un'ottima squadra, giovane ma già esperta, talentuosa ma concreta nei ruoli chiave. C'era molta attesa per l'esordio della squadra di Van Maarwjik contro la Danimarca. Priva di Arjen Robben, il suo fuoriclasse assoluto che rientrerà gradualmente e sarà perfettamente pronto per l'ottavo di finale, il tecnico olandese ha puntato su Van der Vaart nel classico 4-2-3-1 con il duo Van Bommel-De Jong davanti alla difesa e Sneijder-Kuyt (oltre allo stesso Van der Vaart) a supporto di Robin Van Persie. La scelta di schierare il giocatore del Real Madrid al posto di Robben non mi convinceva e penso che il campo abbia dimostrato le difficoltà preventivabili. Al di là del giudizio tecnico su Van der Vaart (giocatore a mio modo di vedere un po' sopravvalutato), penso che schierarlo sulla sinistra sia un errore, visto e considerato il numero e la qualità degli esterni/ali a disposizione. In quello specifico ruolo di vice-Robben ci sono Eljero Elia (che ha dimostrato le sue immense doti nei 25 minuti disputati), Affelay e Babel. Van der Vaart è essenzialmente il sostituto di Sneijder in posizione di trequartista centrale. Al massimo, in caso di necessità o di partita da recuperare, può giocare al fianco di Van Bommel in cabina di regia. Nel primo tempo Van der Vaart ha finito spesso per pestarsi i piedi con Sneijder (come giustamente osservato da Boban su Sky), intasando ulteriormente i pochi spazi. C'era invece la necessità di allargare il gioco contro l'ottima difensiva organizzazione della squadra di Morten Olsen. Il primo tempo, così, è stato giocato sottoritmo e con scarsa velocità di manovra. Qualche buona incursione di Van der Wiel, alcune iniziative di Van Persie, ma nel complesso poca pericolosità. La Danimarca, squadra di discreto livello che pecca in fase offensiva (e il suo unico attaccante di livello - Bendtner - era acciaccato), non ha saputo pungere in contropiede, se non in un paio di circostanze. Probabilmente - oltre ai limiti suddetti - troppa paura al cospetto della favorita Olanda. Per fortuna degli Oranje, ad inizio ripresa è arrivato l'autogol di S. Poulsen che ha schiacciato un cross di VanPersie sulla schiena di Agger, infilando Sorensen. Un gol che ha spianato il match all'Olanda e che ha spezzato il piano-partita danese. Il secondo tempo olandese è stato sicuramente più convincente, con il solito possesso palla e occasioni crescenti in proporzione agli ampi spazi che si aprivano nella retroguardia danese (così così Kjaer). In realtà la svolta è arrivata con l'ingresso di Elia che ha aperto varchi con la sua velocità e i suoi dribbling funambolici. Ovvia conclusione il 2-0 firmato da Kuyt su splendida azione Sneijder-Elia. Danimarca incapace di pungere e offendere, ma organizzazione difensiva oranje che è sembrata molto migliore rispetto a quella dei tempi di Van Basten. Si attendono esami più probanti. Considerato il livello del Girone E, penso che il primo vero test per l'Olanda potrebbe essere l'ottavo di finale contro la seconda classificata del girone azzurro.
Per Van Marwijk, quindi, discreti segnali e un'ottma notizia: Robben può recuperare senza alcuna fretta, gli ottavi iniziano il 26 giugno.
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