Terza medaglia azzurra grazie al bellissimo secondo posto di Pietro Piller Cottrer nella 15 km a tecnica libera. L'azzurro ha dovuto arrendersi solo alla forza straordinaria del ticinese Dario Cologna. Proprio la vittoria dello svizzero mi dà lo spunto per sottolineare l'atteggiamento iper-provinciale dei media italiani (Gazzetta in primis) che oggi parla del "mezzo-italiano Cologna." Capisco benissimo che l'atleta è nato a pochi metri dal confine italiano, i suoi genitori sono trentini, ma fino a prova contraria è svizzero, ha sempre corso per la nazione elvetica e nessuno gli ha mai chiesto di gareggiare per l'Italia. Cosa avremmo detto se i giornali austriaci negli ultimi 15 anni avessero titolato "Vince il mezzo-austriaco Zoeggeler"? Gelosamente ,ce la saremmo presa dicendo che Zoeggeler è nato, vive in Italia e ha passaporto italiano. Cologna è svizzero. Punto. La gara è stata molto avvincente con Pietro Piller che ha tenuto un ritmo costante, battendo atleti fantastici come Bauer e Vittoz (occhio alla Francia in vista della staffetta). Per Giorgio Di Centa un buon decimo posto, mentre grossa delusione per Northug e i norvegesi, lontanissimi e mai in gara. Il fondo azzurro si conferma la disciplina più affidabile per arricchire il medagliere. Un pò di delusione per la prova di Arianna Follis, ma la gara complessiva delle azzurre (brava l'esordiente Silvia Rupil) nella 10 km tl fa ben sperare per una buona staffetta.
La discesa libera maschile è stata davvero entusiasmante, con una lotta sul filo dei centesimi. Alla fine l'ha spuntata, a sorpresa ma neanche tanto, Didier Defago con 2 centesimi di vantaggio sull'ottimo Svindal e 10 su un grande Bode Miller. Per l'Italia l'illusione di medaglia con Innerhofer, primo a due terzi di gara, ma impreciso nel finale e lontano dal podio. Da segnalare il commento non ecclelso della coppia Vanzini-Ghedina su Sky Sport Olimpia1 e lo "spreco" di un saggio come Mario Cotelli su Olimpia 2, canale dedicato alla comparata in diretta (bella idea, ma la gara è meglio vedersela a schermo pieno, quantomeno in diretta).
GARE 16 FEBBRAIO: giornata ricca di bellissimi eventi quella odierna. Pochissime possibilità di medaglie per i colori azzurri, ma gare dal grande contenuto tecnico. Si comincia alle 19.00 con la supercombinata maschile (slalom alle 22.30). Gara piuttosto aperta con Benni Raich favorito, ma con Janka, Kostelic, Zurbriggen e forse (dipende molto da come affronterà lo slalom) Bode Miller in grado di vincere. Per gli azzurri l'obiettivo è quello di entrare tra i 10 (Innerhofer e Fill ce la possono fare). Alle 19.30 il via dell'inseguimento femminile nel biathlon (si parte con i distacchi accumulati nella gara sprint). Favorita Magdalena Neuner, beffata per poco più di un secondo nella sprint. Michela Ponza prova a riscattare la brutta prova d'apertura. Alle 21.45 l'appuntamento è con l'inseguimento maschile nel biahlon. Qui il pronostico è apertissimo, viste le clamorose sorprese della gara sprint. Favorito dovrebbe essere Svendsen, ma il mio pronostico rischiatutto è quello di un Ole Ejnar Bjoerndalen sul podio. Il mito norvegese parte con 1'42'' dal vincitore della sprint Jay (1'30'' da Svendsen); sugli sci ha dimostrato di essere di un altro pianeta e il 17° posto nonostante i 4 errori al poligono è lì a dimostrarlo. Per Bjoerndalen l'oro sembra irraggiungibile, ma per un fuoriclasse del genere niente è impossibile. Azzurri super-deludenti.
Alle 23.52 finale del pattinaggio velocità donne 500 metri con la nostra Simionato che punta ad entrare tra le 10; la tedesca Wolf è la favorita numero uno.
La Wolf che non ha sbagliato una gara in coppa (4 su 4) cede per una bazzecola alla coreana, peraltro terza in coppa del mondo con la cinese a chiudere e che è seconda in coppa.
RispondiEliminaHuefner alla grande ma non c'erano dubbi: la Germania manca però il tris di Torino...
Francia che fa incetta di medaglie ( e meno male che Colas ha sbagliato nelle gobbe e Vaultier, primo in coppa, nello snowboardcross) con la sorpresa Anthonioz, oltre alla riconferma di Jay.
I 500 metri sono stati bellissimi. La coreana ha recuperato grazie ad un'ultima curva strepitosa. Per la Wolf una beffa, ma ha pattinato al massimo. Nello slittino donne non c'erano dubbi..la Germania rischia di fare en plein tra slittino e bob.
RispondiEliminaParlando di Francia mi tolgo il cappello. Noi in Italia abbiamo sempre questa rivalità atavica con i cugini transalpini e spesso finiamo per essere noi quelli più nazionalisti. La Francia sta facendo un'Olimpiade straordinaria: già 7 medaglie e quello che più conta una competitività in tutti gli sport, dallo sci di fondo al biathlon, dallo snowboard al pattinaggio artistico. Noi siamo sempre lì a sperare nelle prove dei nostri senatori (Zoeggeler, Piller, Di Centa ecc.). Loro hanno investito sui giovani e c'è stato uno straordinario ricambio generazionale. Dovremmo avere l'umiltà di ammettere che la loro organizzazione è superiore alla nostra.
beh,NON ammettere che l'organizzazione della Francia, della Germania, del Canada, della Norvegia, della Svezia, degli U.S.A., della Corea, della Russia etc. sono superiori alla nostra è praticamente impossibile... ma dov'è la novità?
RispondiEliminache poi fino ad ora quello che dici è vero, ma va detto che Pittin e Fontana sono in effetti giovani, e Vittoz (tanto per stare alla Francia, dove vivo) non è un ragazzino
sul nazionalismo, non credere: qui non scherzano, il punto è che i commentatori sono, in media, più preparati e coinvolgenti
Ciao Renna, mi fa piacere sentire un commento di un italiano all'estero che può raccontare direttamente la sua esperienza! Il mio discorso deriva da due osservazioni:
RispondiElimina1) le altre nazionali sono competitive praticamente in tutti gli sport olimpici; questo ovviamente deriva da una superiore organizzazione, da investimenti nettamente più alti, ma non solo. Alla base, secondo me, c'è una cultura sportiva (intesa come insegnamento sin dalla scuola) che dà maggior spazio a tutti gli sport. Stesso discorso per i media. Penso tu abbia potuto confrontare il sito (ma anche il cartaceo) dell'Equipe con quello della Gazzetta...
2) il fatto che i commentatori italici, spesso improvvisati, fanno paragoni e confronti basandosi sul medagliere e lanciando sfide improbabili (riusciremo a battere i cugini francesi).
Personalmente non riesco a comprendere il disastro nel biathlon. Non abbiamo mai avuto dei fuoriclasse straordinari, ma dei buonissimi atleti questo sì (Carrara, Pallhuber e lo stesso Vuillermoz). Oggi siamo veramente zero, sia al maschile che al femminile. E' vero che la concorrenza è sempre più forte, ma piazzare un'atleta tra i 15/20 non mi sembra un'impresa.
Comunque il nazionalismo è solo italiano credimi, solo ed escluasivamente italiano in questa singolar tenzone. Da parte francese commentare sull'Italia è come farlo su qualsiasi altra nazione. Questo derby a colpi di stiletti giornalistici è fomentato dalla stampa italiana che fa leva su un'opinione pubblica pronta ad abbeverarsi di queste presunte rivalità per sparare a zero su tutto ciò che è francese 8 è d'uopo rinnegare e stigmatizzare tutto ciò che è transalpino), in realtà misto di frustrazione e sorta di invidia per la competitività francese negli atout in cui anche l'Italia eccelle, ma che crede di poterne detenere il monopolio. Abbigliamento, alta moda, alimentazione, viticoltura: 4 cavalli di battaglia di entrambi i paesi. Ecco: l'Italia fa fatica a digerire che qualcuno possa insidiare (e superare il più delle volte) questa supremazia (le uscite di Bigazzi alla "Prova del Cuoco" meriterebbero una tessera retroattiva al defunto MSI).
RispondiEliminaNello sport siamo punto a capo senza renderci conto che la Francia è davvero polisportiva mentre l'Italia arranca sempre più e fa fatica a detenere il dominio anche in sport guida come la pallavolo.
Comparare l'Equipe (modestamente: parlo, leggo e comprendo bene il francese), quotidiano che quando posso (raramente), prendo in versione cartacea, altrimenti online, ripeto, paragonare il quotidiano d'oltralpe con la Gazzetta, fa arrossire un italiano mediamente intelligente.
X LUCA
RispondiEliminaIl discorso sulla rivalità Italia-Francia meriterebbe non un post, ma un intero libro. Trovo anch’io che ci sia da parte nostra un continuo confronto con i francesi frutto di una antipatia/idiosincrasia atavica (da parte italiana sicuramente). Il mio ragionamento riguarda l’ambito sportivo, ma affonda le sue radici nella cultura e nel dna dei due popoli (basterebbe parlare della differente integrazione degli stranieri in Italia e in Francia..).
Questa Olimpiade sta mettendo a nudo l’enorme divario esistente. La Francia, come dici tu e come ho avuto modo di scrivere, è veramente una nazione polisportiva, in grado di competere ai massimi livelli in tutti gli sport. La cultura sportiva d’oltralpe è incredibilmente superiore alla nostra e, tornando al discorso sull’integrazione, loro ne hanno fatto un punto di forza, noi continuiamo a viverlo come un incubo, precisando sempre che, per carità, noi italiani non siamo razzisti, ci mancherebbe (a tal proposito ti consiglio l’ultimo libro di Stella …).
Il confronto Equipe-Gazzetta l’ho voluto proporre proprio per questo. Solamente sfogliando questi due giornali o leggendo i rispettivi siti ci si può accorgere degli anni luce che separano Italia e Francia in termini di civiltà e cultura sportiva. Basterebbe prendere le due prime pagine in un qualsiasi giorno dell’anno…oggi sulla Gazzetta il bronzo della 19enne Fontana trova un piccolo spazio nell’angolino in basso a destra e il riferimento principale riguarda non l’impresa sportiva, ma il possibile spogliarello che farà a Casa Italia. Senza parole. L’Equipe mette tranquillamente come argomento centrale con relativa foto la nazionale di pallamano piuttosto che quella di rugby o Poiree quando vinceva nel biathlon. Da noi se non c’è un titolo sul calcio sembra che il giornale non possa nemmeno uscire.
A tal proposito mi piacerebbe moltissimo in futuro, se avrò abbastanza tempo a disposizione, ragionare sul seguente argomento, portato come giustificazione da direttori di giornali e tv: “Noi proponiamo quello che il lettore richiede. Non è un problema nostro se alla gente non interessa il basket o lo sci di fondo. La gente vuole calcio, noi scriviamo di calcio”. E se invece fosse il contrario?? Essendo che giornali e tv propongono solo ed esclusivamente calcio, la gente continua a chiedere solo ed esclusivamente calcio? Se cominciassero a riequilibrare il tutto, parlando anche degli altri sport? Non sarebbe meglio? Non sarebbe un modo per far crescere culturalmente il nostro paese, altrimenti legato al fuorigioco millimetrico o al fallo appena dentro o fuori area?
purtroppo leggo con ritardo le vostre riflessioni, davvero interessanti e quasi del tutto condivisibili
RispondiEliminaio posso portare l'esperienza di uno che da due anni vive in Francia (Salon de Provence), appassionatissimo di sport (in primis il calcio, che ho praticato a livello dilettantistico; ma ho giocato anche a basket e qui gioco in una squadretta amatoriale di basket)
vado per punti
- Gazzetta-L'Equipe: d'accordissimo, non c'è davvero partita. Ma stando a quel che dice Ormezzano in un suo contributo alla storia della stampa in Italia (il suo pezzo è dedicato alla stampa sportiva), L'Equipe nel dopoguerra si è ispirata proprio alla Gazzetta: per Ormezzano il "nostro" salto all'indietro decisivo è stato segnato dal Mundial 1982, quando si è passati dal giornalismo poetico-seduttivo alla pornografia (le metafore sono sue). Vero che Barthes ha scritto sul Tour alcune pagine fantastiche (in Miti d'oggi), ma dal lato letterario la stampa sportiva italiana ha una grandissima tradizione (che arriva a, e probabilmente finirà con, Gianni Mura. Quindi, è vero che adesso il divario è enorme, ma è un fatto relativamente recente - e questo rende il quadro ancora più triste, se possibile.
- Cultura polisportiva. Io ragiono cosi: lo sport è un'invenzione dei ricchi; adesso, presuppone gente con fame (spesso povera), ma strutture da ricchi. La Francia se la cava bene perché le strutture le ha e le usa, e ha una buona riserva di poveri (per esempio, gli arabi del quartiere in cui vivo: anche sull'integrazione francese avrei molte cose da dire, ma un'altra volta), e una serie di sport sono stati dati di fatto in outsourcing agli arabi e ai neri poveri (basket, calcio, atletica a parte l'asta). Nello sci questo non è vero, ma qui vengono fuori le strutture (logistiche e organizzative): noi restiamo un Paese di artigiani, i francesi non sono come i tedeschi o gli inglesi (per stare all'Europa), ma hanno capito benissimo come applicare la logica industriale allo sport. Insomma per me non è tanto una questione di cultura sportiva, è una questione di strategie politiche sportive.
La "loro" cultura sportiva reale (non quella "legale") l'ho misurata contando le volte che hanno tirato fuori la storia di Materazzi (senza che io facessi mai alcun tipo di riferimento - perché io non so perdere, in compenso almeno so vincere con stile). Beh, non ne posso davvero più.
- commentatori televisivi: ho sentito una