Luca Marrelli - Tennisworlditalia.com Se Novak Djokovic non avesse accusato un vistoso calo all'inizio del terzo set, ora probabilmente staremmo commentando una delle finali di Wimbledon più rapide della storia, oltre che una delle più a senso unico. Raramente in una finale di slam, per altro tra i primi due giocatori del mondo, avevamo assistito ad un dominio così netto, come quello che il serbo ha imposto a Rafael Nadal per i primi due set, nella finale della 125esima edizione dei Championship. Il monologo è stato interrotto solo da una flessione fisiologica accusata dal 24enne di Belgrado, che ha finito però soltanto per allungare la permanenza in campo dei due tennisti, ma non ha cambiato la sostanza del 6-4 6-1 1-6 6-3 in 2 ore e 29 minuti, con cui il neo numero uno del mondo, ha superato lo spagnolo detronizzato, conquistando così il suo primo titolo a Church Road, terzo slam della carriera.
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Djokovic trionfa a Wimbledon |
Djokovic è il 65esimo vincitore della storia di Wimbledon, il 19esimo dell'era Open, primo serbo e secondo slavo. E' anche il terzo giocatore dopo Michael Stich ed Andre Agassi, a centrare il primo acuto sull'erba proprio nel torneo più prestigioso del mondo.
La superficie erbosa, oltre alla distanza dei cinque set, era il fattore che faceva più sperare i tifosi di Nadal, desiderosi di poter vedere finalmente interrotta una serie di quattro sconfitte consecutive del loro beniamino, in finale contro Djokovic (Indian Wells, Miami, Madrid e Roma). Speranze deluse. La partita è stata anzi molto simile alle sfide precedenti tra i due di questo 2011: scambi lunghi e duri con il serbo che è riuscito a disinnescare alla grande il diritto di Nadal ed a imporsi grazie ad una maggiore regolarità. Cosa impensabile fino a solo qualche mese fa, quando si ci trovava a parlare di un match che vedeva coinvolto il maiorchino. Questo fattore è testimoniato dai soli quattro errori non forzati commessi dal nuovo numero uno del mondo nei primi due parziali, che gli sono stati propedeutici per la vittoria e che hanno anche attutito l'urto di un terzo set, perso malamente.
La superiorità di Novak Djokovic nello scambio da fondo è francamente stata imbarazzante. Nadal, come mai nella sua carriera, forse nemmeno nelle precedenti finali contro il serbo, è sembrato essere letteralmente impotente. Il belgradese in qualsiasi situazione, difesa o attacco, dal centro del campo o dagli angoli, è riuscito a giocare costantemente a pochi centimetri dalla riga di fondo o da quelle laterali, fatto eccezionale se pensiamo che nonostante i grandi rischi corsi, Djokovic in tutto il match ha commesso solo 12 errori non forzati. L'arma più importante di Nadal, il diritto mancino, non solo è stata disinnescata in maniera perfetta da Nole, ma in alcune occasioni si è addirittura ritorta contro il maiorchino, che più tentava di colpire forte e più vedeva tornare indietro dei proiettili vincenti o che comunque ribaltavano l'inerzia dello scambio, costringendo lo spagnolo sulla difensiva.
Nadal alla fine dell'incontro è sembrato decisamente arrabbiato, perchè per la prima volta ha capito di aver perso di fronte ad un avversario che in questo momento è semplicemente più forte, senza avere attenuanti di alcun genere. Nelle precedenti vittorie di Djokovic infatti, si è sempre ripetuto che sulla lunga distanza le cose sarebbero state diverse, ma dopo la finale odierna anche questa "consolazione" per il maiorchino non esiste più.
La differenza tra i due è stata solcata da quel parziale di 8 games ad uno, che il serbo è riuscito a piazzare nel momento chiave del match. Il primo set infatti era andato avanti all'insegna dell'equilibrio, anche se la superiorità nello scambio di Nole era apparsa piuttosto evidente e Nadal era riuscito a rimanere agganciato al suo avversario solo grazie ad un rendimento fantascientifico con il servizio, addirittura il 92% di prime palle in campo. Come negli ultimi 4 set disputati contro il serbo (a Roma ed a Madrid), Rafa smarriva il servizio, con tre seconde, proprio nel momento in cui era chiamato a battere per rimanere nel set, segnale di una sudditanza psicologica dello spagnolo nei confronti di Djokovic sempre più marcata.
Il secondo parziale era un autentico monologo del serbo, costantemente al comando dello scambio, indipendentemente che si trattasse di game di servizio o di quello di risposta. Djokovic era in grado di imporre un ritmo incredibile alla partita, insostenibile anche per Nadal, senza sbagliare praticamente mai. Il maiorchino era sommerso dalla furia del serbo ed in pochi minuti, anche il secondo parziale era storia.
Nell'era Open, a Wimbledon, mai nessuno in finale è stato in grado di recuperare due set di svantaggio (per trovare una rimonta del genere, bisogna tornare indietro fino al 1927), ma, nonostante un terzo parziale che vedeva Djokovic accusare un netto calo, mai c'è stata la reale impressione che la 125esima finale dei Championship, potesse fare eccezione. Djokovic infatti è sembrato lasciar via scivolare la terza frazione per poter concentrarsi al massimo per la stretta finale. Al ritorno in campo nel quarto parziale infatti, il neo numero uno del mondo tornava al livello delle prime due partite, nonostante un diritto abbastanza ballerino. Nadal tornava a subire in maniera netta il ritmo di Djoker e soltanto un nastro fortunato, manteneva in vita lo spagnolo, regalandogli il controbreak. Lo strappo finale arrivava nell'ottavo gioco, quando Rafa omaggiava Djokovic addirittura di 4 errori non forzati, tra cui un doppio fallo, spianandogli la strada del meritato trionfo.
Nadal vede sfumare il sogno di raggiungere Bjorn Borg, sia in termini di slam (11), sia nel record di tre accoppiate Wimbledon-Roland Garros, vedendo anche interrompersi una serie di 20 vittorie consecutive all'All England Club. Per la prima volta in carriera inoltre, perde una finale di slam contro un avversario che non sia Roger Federer, vittorioso contro Rafa nelle finali di Wimbledon del 2006 e del 2007, che erano anche le uniche due sconfitte dello spagnolo all'ultimo atto di un major.
Djokovic, invece, suggella in maniera straordinaria il raggiungimento del primo posto del ranking, conquistando anche ulteriori 750 punti, che solcano una discreta distanza rispetto al numero due Nadal, per altro con una ventura stagione sul cemento, sulla carta favorevole a Nole, che potrebbe trasformare la leadership del serbo in autentica egemonia.
Ed ecco il video con gli highlights del 4 set della Finale 2011 di Wimbledon:
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