Tour de France 2011 - Pagelle finali: Il trionfo di Evans, gli Schleck, Contador e gli italiani

Il podio finale del Tour de France 2011
Il Tour de France 2011 si chiude con il trionfo meritato di Cadel Evans e la consapevolezza di aver assistito ad una delle edizioni più belle ed emozionanti degli ultimi anni. Un concentrato di emozioni, prodezze, colpi di scena in un ciclismo tornato - finalmente - a dimensioni più umane. I campioni non hanno tradito le attese, regalando, ognuno nel rispettivo campo, momenti di grande ciclismo.
Primi 10 giorni meno noiosi del solito, grazie ad alcune frazioni di media difficoltà in cui i vari Gilbert, Hushovd ed Evans hanno dato spettacolo. Per gli arrivi allo sprint un uomo solo al comando: Mark Cavendish (senza dimenticare comunque Farrar e Greipel). Il lato maggiormente negativo di questo Tour è quello legato alle tantissime, troppe cadute, alcune davvero assurde (vedi Flecha-Hoogerland). In un precedente post (vedi) ho già espresso i miei giudizi su alcuni grandi attori di questo Tour (Cavendish voto 9.5; sarebbe da 10 ma i due fuori tempo massimo sono una piccola macchia; Hushovd voto 9; Boasson Hagen voto 9; Gilbert voto 8). Da sottolineare anche il Tour de France di Samuel Sanchez (maglia a pois), Jalle Vanendert, Jean Cristophe Peraud (10mo al Tour d'esordio a 34 anni), Pierre Rolland (maglia bianca e primo francese a imporsi all'Alpe d'Huez) e Rein Taaramae (ne sentiremo parlare..).

Ecco le pagelle finali del Tour de France 2011:

CADEL EVANS 10 - Trionfo meritatissimo per il corridore australiano. Evans è stato l'atleta più forte e completo nell'arco delle tre settimane. Protagonista sugli strappi della prima settimana, in discesa assieme a Contador e Sanchez, in salita con l'azione strepitosa nella tappa del Galibier e a cronometro, dove ha sbaragliato la concorrenza. Solamente un Alberto Contador in piena forma avrebbe potuto insidiarlo. La dedica immediata ad Aldo Sassi è la testimonianza anche dello spessore umano del campione australiano. In un ciclismo sempre al centro delle bufera doping, il successo di un corridore mai sfiorato da voci o sospetti è un bellissimo segnale. Canguro volante.

THOMAS VOECKLER 9 - Un Tour de France che nemmeno nei sogni più proibiti. Sicuramente fortunato nel giorno della conquista della maglia gialla  (gruppo che si ferma e incidente a Hoogerland-Flecha), ha poi difeso in modo strenuo, al limite della commozione il primato in classifica. Unica nota negativa le smorfie a favor di telecamera. Un Tour irripetibile per lui.

ANDY SCHLECK 8 - Fino alla tappa del Galibier il giudizio sul lussemburghese, così come sul fratello, era assai negativo. Nonostante le grandi doti, il modo di correre dei due Schleck era stato fin lì insicuro, a tratti irritante. Un controllo eccessivo della corsa e dei rivali. Quasi irriverente la marcatura a tenaglia su Contador sui Pirenei e i continui sguardi all'indietro per verificare le posizioni degli avversari. Quando Andy ha voluto "spezzare" il Tour con la fantastica azione su Izoard Galibier, ha dimostrato tutte le sue potenzialità, tenute troppo a freno dalla presenza del fratello e dalle tattiche di squadra (peraltro la Leopard era la squadra più forte). Solamente un superbo Evans ha saputo limitare i danni sul Galibier. Considerando la cronometro finale, Andy avrebbe dovuto mettere più fieno in cascina già sui Pirenei. Il futuro è tutto dalla sua parte, ma le esperienze degli ultimi 2 Tour dovrebbero insegnare qualcosa. Dovrebbe correre di più durante la stagione per trovare maggior sicurezza e consapevolezza.

ALBERTO CONTADOR 7.5 - Il fuoriclasse spagnolo è la testimonianza più lampante che nel ciclismo di oggi vincere due grandi corse a tappe consecutive è impresa titanica (se non ci è riuscito lui...). La caduta della prima frazione lo ha costretto ad una lunga rincorsa. La condizione non ottimale si è palesata sui Pirenei e nella tappa del Galibier. Nonostante ciò, però, Contador ha corso da campione generoso e orgoglioso, dando spettacolo nell'ultima settimana di corsa. Avrebbe potuto iscrivere il suo nome sull'Alpe d'Huez, scattando a pochi chilometri dall'arrivo. Ha invece cercato di ribaltare il Tour con un'impresa ai limiti del possibile. Chissà se questo Contador  vulnerabile piacerà di più ai francesi.

FRANCK SCHLECK 7 - Vero, è arrivato terzo, ma il più vecchio dei fratelli ha fatto davvero poco per vincere e il gioco di squadra col fratello è stato limitante per entrambi (soprattutto per Andy). Per lo spettacolo non sarebbe male vedere i due Schleck correre in due squadre diverse. Franck, comunque, difficilmente vincerà mai una grande corsa a tappe.

DAMIANO CUNEGO 7 - Un Tour de France corso assieme ai migliori e chiuso al settimo posto lo ri-proietta competitivo nelle corse a tappe. Molto bene in salita dove ha tenuto la ruota dei migliori, ha pagato pesantemente la cronometro (peraltro l'unica di questo Tour). Il problema per il veronese è capire che tipo di corridore vorrà essere da grande. Corse a tappe o gare di un giorno (entrambe è impossibile, al massimo si può correre alla Gilbert/Hushovd, puntando alle Classiche e togliendosi qualche soddisfazione parziale nei grandi Giri)? Da rivedere.

IVAN BASSO 5 - L'ottavo posto finale è un risultato deludente per chi aveva incentrato tutta la stagione sul Tour de France. La condizione anziché migliorare è andando in calando con due brutte tappe sulle Alpi e una pessima crono finale. Come per Andy Schleck, sarebbe auspicabile un Basso più presente in gruppo durante l'anno. Il varesino, poi, ha messo in mostra alcuni difetti cronici assai penalizzanti: scarso cambio di ritmo in salita e difficoltà nell'affrontare le discese più tecniche. Non sarebbe male vederlo al fianco di Nibali alla prossima Vuelta..

ITALIA 4.5 -  Per il terzo anno nelle ultime quattro edizioni l'Italia chiude a quota 0 vittorie di tappa. I nostri 15 rappresentanti hanno fatto davvero poco. Come sottolineato nell'ultimo post (vedi), solo Marcato, Malori e Oss si sono messi in evidenza. Un secondo posto per Petacchi, Cunego e Basso nei 10 in classifica. Stop. Troppo poco, anche al netto del difficile ricambio generazionale.

TV (RAI SPORT ed EUROSPORT)  9 - L'ho già scritto, ma mi piace ribadire l'egregio lavoro svolto da Raisport ed Eurosport. Una nota di merito alle due coppie di telecronisti (Pancani-Cassani e Berton-Magrini). L'ultima settimana di Tour, poi, è stata entusiasmante e i commenti non hanno fatto altro che sublimarla. Come sottolineato da Riccardo Magrini nella telecronaca della crono finale: "Peccato che il Tour duri solo 3 settimane e non 3 mesi!".

VIDEO - THE BEST OF TOUR DE FRANCE 2011


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