Mancano ancora quattro giorni di gara a Sochi 2014, ma già si può dire che il bilancio della spedizione italiana è positivo. La doverosa premessa è che non si dovrebbe giudicare un movimento semplicemente dalle medaglia ottenute ai Giochi, bensì dai risultati ottenuti nel quadriennio. Tuttavia, è normale assegnare ai Giochi e ai relativi agli allori questo ruolo di "Cassazione dello sport nazionale".
Fin qui per l'Italia non sono arrivate medaglie d'oro, ma occorre ricordare che a inizio manifestazione nessun azzurro partiva con il favore dei pronostici. Martedì, con il bronzo del "Treno della Valtellina" nello short track, si era raggiunto il traguardo minimo indicato dal CONI ("una medaglia più di Vancouver 2010"). Bilancio sufficiente ma non straordinario. Anche perché (a martedì) le 6 medaglie erano giunte, di fatto, da soli 3 atleti (2 Innerhofer, 3 Fontana anche se una in staffetta e 1 Zoeggeler). Il meraviglioso bronzo ottenuto dalla staffetta mista del Biathlon, però, sposta il barometro sul segno +. Si dirà: una medaglia non può cambiare il giudizio complessivo sull'andamento azzurro in queste Olimpiadi. Non è così. Il terzo posto di Oberhofer, Wierer, D. Windisch e Lukas Hofer ha un peso specifico notevolissimo perché ottenuto nel secondo sport più importante dei Giochi (parere personale). Insomma, a differenza di Vancouver dove, oltre alle limitatissime soddisfazioni a livello numerico, c'erano stati anche pochi segnali in prospettiva, a Sochi l'Italia ha conquistato medaglie e buoni piazzamenti nello sci alpino e nel biathlon, le due discipline più importanti. Attenzione, nel prossimo quadriennio si dovrà lavorare duramente per migliorare, ma rispetto a 4 anni fa ci può essere più ottimismo.
Ecco nel dettaglio perché la medaglia nel biathlon riveste questa importanza strategica:
Fin qui per l'Italia non sono arrivate medaglie d'oro, ma occorre ricordare che a inizio manifestazione nessun azzurro partiva con il favore dei pronostici. Martedì, con il bronzo del "Treno della Valtellina" nello short track, si era raggiunto il traguardo minimo indicato dal CONI ("una medaglia più di Vancouver 2010"). Bilancio sufficiente ma non straordinario. Anche perché (a martedì) le 6 medaglie erano giunte, di fatto, da soli 3 atleti (2 Innerhofer, 3 Fontana anche se una in staffetta e 1 Zoeggeler). Il meraviglioso bronzo ottenuto dalla staffetta mista del Biathlon, però, sposta il barometro sul segno +. Si dirà: una medaglia non può cambiare il giudizio complessivo sull'andamento azzurro in queste Olimpiadi. Non è così. Il terzo posto di Oberhofer, Wierer, D. Windisch e Lukas Hofer ha un peso specifico notevolissimo perché ottenuto nel secondo sport più importante dei Giochi (parere personale). Insomma, a differenza di Vancouver dove, oltre alle limitatissime soddisfazioni a livello numerico, c'erano stati anche pochi segnali in prospettiva, a Sochi l'Italia ha conquistato medaglie e buoni piazzamenti nello sci alpino e nel biathlon, le due discipline più importanti. Attenzione, nel prossimo quadriennio si dovrà lavorare duramente per migliorare, ma rispetto a 4 anni fa ci può essere più ottimismo.
Ecco nel dettaglio perché la medaglia nel biathlon riveste questa importanza strategica:
PERCHE' OGGI IL BIATHLON PIU' IMPORTANTE DEL FONDO - In questi giorni si discute della crisi dello sci di fondo italiano e del buco generazionale dopo i vari Giorgio Di Centa e Piller Cottrer. Vero. Tuttavia, in pochi hanno sottolineato come il fondo, fino a qualche anno fa disciplina regina delle Olimpiadi assieme allo sci alpino, stia attraversando ormai una crisi di sitema. Resta sempre uno sport affascinante, ma i vari stravolgimenti a livello di format, hanno contribuito a fargli perdere appeal. Prima dei Giochi ho intervistato due dei massimi esperti italiani di sport invernali (nonché apprezzatissimi telecronisti/opinionisti su Sky durante i Giochi). Sia Pietro Nicolodi che Massimiliano Ambesi erano concordi nel dare per acquisito il sorpasso del Biathlon sul fondo. Aggiungo io: una medaglia nel fondo non l'avremmo certo disprezzata, ma in questo momento storico essere competitivi e vincenti nel biathlon è probabilmente più importante.
PERCHE' NEL BIATHLON C'E' GRANDE CONCORRENZA - Questa medaglia ha un'importanza notevolissima perché arriva da uno sport dove esiste una fortissima concorrenza. Il biathlon ha scalato le gerarchie degli sport invernali, ottenendo un successo crescente in termini di telespettatori e di pubblico sui campi di gara. Sono diverse le nazioni competitive e nei prossimi anni la concorrenza sarà ancora più forte.PERCHE' LA STAFFETTA MISTA E' IL TERMOMETRO DEL MOVIMENTO - Questo format di gara era all'esordio olimpico. Nonostante ciò, la staffetta mista è un ottimo termometro per capire lo stato di salute dell'intero movimento. L'Italia non ha fuoriclasse alla Martin Fourcade o alla Domracheva, ma un buon gruppo di atleti, cresciuti notevolmente in questo quadriennio. Le azzurre, poi, hanno trovato la miglior condizione proprio a Sochi, ottenendo dei risultati molto al di sopra delle aspettative.
PER L'ETA' MEDIA DEGLI AZZURRI - Come detto, il gruppo azzurro è piuttosto giovane. Lukas Hofer, protagonista già a livello juniores, è un classe 1989 e quest'anno ha conquistato un successo in Coppa del Mondo ad Anterselva (va comunque sottolineato che in quella tappa italiana mancavano diversi big). Deve ancora crescere e migliorare sotto diversi aspetti, tecnici e non (vedi ritiro nella mass-start di martedì dopo il quarto errore al poligono). Anche Dorothea Wierer ha ottenuto ottimi risultati a livello giovanile. A questo va aggiunto che in campo femminile c'è maggior equilibrio (Domracheva olimpica a parte) rispetto a quello maschile. Dorothea ha un anno in meno di Hofer e può diventare il volto degli sport invernali in Italia (vedi a fine articolo il perché).
MA I MEDIA ITALIANI LO CAPIRANNO? - Per il definitivo salto di qualità del Biathlon anche in Italia occorrono diverse cose. Dalle scelte della Federazione, alla scuola, passando per un ineludibile miglioramento delle strutture. Tuttavia, il tema che più mi sta a cuore è quello dei media. Purtroppo anche queste Olimpiadi stanno dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, l'abisso esistente tra l'Italia e molti altri Paesi sotto il profilo della cultura sportiva. Sulle pagine Facebook e Twitter di Blog-In ho postato in questi giorni diversi esempi in tal senso. Ho intitolato questa rubrica "Rassegna(zione) stampa olimpica", evidenziando il totale sbilanciamento dei media nostrani a favore di calcio e (sigh) calciomercato. Sul punto ho scritto anche un articolo durante le Olimpiadi.
Restando alla giornata di ieri, ecco come la prima pagina de L'Equipe celebrava le medaglie francesi nel Biathlon, nel Freestyle e nello Snowboard, dando molto meno spazio alla vittoria del PSG in Champions League:
Sgomento nelle redazioni sportive italiane dopo la 1^ de @lequipe. Più spazio a #Sochi2014 che al #PSG in #Champions. pic.twitter.com/DfTHklpBpL
— Simone Salvador (@simonesalvador) 19 Febbraio 2014
Purtroppo in Italia il calcio e il calciomercato domineranno la scena anche nei prossimi anni. Inutile farsi illusioni. Tuttavia, la speranza, è che i media più importanti si accorgano del fenomeno biathlon, del crescente numero di appassionati che segue le gare in Tv e sui social network (in tal senso consiglio il gruppo facebook Biathlon Italia). Uno sport spettacolare, emozionante, estremamente televisivo. Con gli italiani competitivi è un delitto relegarlo nelle brevissime o, ancora peggio, dimenticarsene completamente. A chi non abbia mai avuto modo di assistere ad una gara di biathlon, consiglio vivamente di seguire le due staffette olimpiche (domani e sabato) e qualche gara di Coppa del Mondo su Eurosport (visibile sia su Sky che su Mediaset Premium) o sui canali tedeschi in chiaro (Ard Das Erste e Zdf). Non ve ne pentirete e vi chiederete perché giornali e tv italiane dedicano così poco spazio a questo meraviglioso sport.
Ps, mancava la motivazione per cui Dorothea Wierer può diventare il volto degli sport invernali - ma anche una testimonial di grande successo - nei prossimi anni. Eccolo:
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