Storia dei sorteggi della fase finale dei Mondiali #4 (Spagna 1982 - USA 1994) di Rado il Figo

Quarta puntata dello speciale di Blog-In nella storia dei sorteggi della fase finale della Coppa del Mondo FIFA. Dopo aver ripercorso le prime 3 edizioni dei Mondialiquelle post Seconda Guerra Mondiale, e quelle dal 1966 al 1978, Rado ci presenta partecipanti, formula, fasce e sorteggio dei Mondiali dal 1982 al 1994
Il Mundial 1982 segna una svolta epocale: si apre la fase del torneo a 24 squadre. Si accentuano due tendenze, già emerse nelle precedenti edizioni: la lotta politica tra le Confederazioni per i posti a disposizione e lo studio di "accorgimenti" tesi a permettere un cammino "più tranquillo" alle squadre di casa. Non solo. La composizione delle fasce comincia a risentire delle esigenze di marketing (vedi Italia 90). Infine, compare per la prima volta una graduatoria numerica basata sui risultati ottenuti. Tale graduatoria precede di qualche anno l'introduzione del Ranking FIFA, strumento che assumerà sempre maggior importanza col passare delle edizioni. 
Non mancano alcune curiosità, come quelle legate a fasce e sorteggio di Italia '90.

12. SPAGNA 1982

12.1 PARTECIPANTI
La FIFA va due volte contro il suo Gruppo di Studio Tecnico (GST): in primo luogo, aumenta il numero di finaliste da 16 a 24, nonostante il parere negativo a un allargamento anche a sole 20. D’altronde è l’unica soluzione per venire incontro ai desideri dei due blocchi di confederazioni, EU e SA da una parte, AF, AS, OC e NA dall’altra. Il primo non vuole più “perdere” 3 sue rappresentanti a favore dell’altro, proponendo l’istituzione di altrettanti spareggi intercontinentali; il secondo, al contrario, vuole raddoppiare da 3 a 6 i biglietti a sua disposizione.
I posti supplementari sono però 10 e non 8, in quanto ora la spartizione fra confederazioni coinvolge tutte le finaliste e non più le sole 22 provenienti dalle eliminatorie. A conti fatti, l’EU ha così 14 rappresentanti (+5,5), il SA 4 (+1,5), l’AF 2 (+1), l’AS/OC 2 (+1) e il NA 2 (+1).

12.2 FORMULA
Il secondo punto di deviazione è il varo di una formula diversa da quella proposta dal GST qualora si fosse effettuato l’allargamento delle partecipanti. In un certo senso, si continua col meccanismo base delle due precedenti edizioni, con una doppia fase a gruppi a precedere le finali; in mezzo, “ritornano” le semifinali. Nel dettaglio, la prima fase comprende 6 gruppi da quattro, con accesso delle prime due di ogni girone alla seconda fase articolata in 4 gruppi da tre che promuovono alle semifinali le prime classificate: seguono le finali per il terzo e il primo posto.

Composizione dei gruppi della seconda fase e incroci dell’eliminazione diretta (o meglio, delle semifinali) sono decisi a tavolino come qui sotto riportato:


La struttura della formula comporta il non essere più indifferente, nell’ottica degli abbinamenti successivi, finire in un gruppo della prima fase piuttosto che in un altro; a prima vista è meglio venire inseriti nel Gruppo 5 o 6, giacché arrivando lì primi si hanno due seconde come avversarie nella seconda fase (Gruppo C o D). Tuttavia è facile verificare che:
  • tale vantaggio è “compensato” dallo svantaggio che giungendovi secondi, le avversarie nella successiva fase sono due prime (Gruppo A o B);
  • se inseriti in uno qualsiasi dei Gruppi dall’1 al 4, sia del tutto indifferente giungervi primi o secondi, poiché le avversarie nella seconda fase saranno inevitabilmente una prima e una seconda.
Inoltre, i gruppi della seconda fase hanno un calendario tale per cui nella prima gara si affrontano le squadre con uguale piazzamento ottenuto nel gruppo della prima fase, e nella seconda gara scenda in campo chi non ha giocato la prima contro chi l’ha persa, ovvero, in caso di pareggio, la squadra proveniente dal gruppo “numericamente più basso”. In tal modo si evita il rischio che nella terza gara si fronteggino due squadre già eliminate, ma non quello che ve ne sia solo una in tale condizione, colle intuibili conseguenze.
Infine, la formula crea due blocchi di nazionali, il primo composto da chi fa parte dei Gruppi 1, 3 e 6 della prima fase, il secondo dai componenti dei Gruppi 2, 4 e 5, e squadre di blocchi diversi possono incontrarsi unicamente in finale (qualunque essa sia). 

12.3 FASCE
Il cambio di formula non porta grandi conseguenze nel sorteggio, imperniato sempre sui gruppi della prima fase, e nella composizione delle fasce, se non che queste sono ora da 6 e non più 4 squadre. Anzi, il raddoppio delle rappresentanti extra EU e SA consegna una fascia dei materassi già bell’e confezionata con Algeria, Camerun, Kuwait, Nuova Zelanda, El Salvador e Honduras.
Per le altre tre, non ci si discosta da quanto dettato dal 1974: le ts sono le due qualificate d’ufficio – Spagna (organizzatrice) e Argentina (detentrice) – cui si accompagnano gli ex campioni del Mondo presenti, Brasile, Germania Federale, Inghilterra e Italia. Le due sudamericane nt rispondono al nome di Cile e Perú, e quindi vanno nella terza assieme alle 4 europee (Belgio, Francia, Irlanda del Nord e Scozia) rimaste dall’estrapolazione della consueta fascia dedicata all’Est (Cecoslovacchia, Iugoslavia, Polonia, Ungheria e URSS), cui confluisce, letteralmente “per far numero”, l’Austria.



12.4 SORTEGGIO
Il sorteggio, effettuato a Madrid il 16 gennaio 1982, interessa solo tre fasce; infatti, riprendendo quanto accaduto nel 1978, le ts sono inserite a tavolino nei rispettivi gironi, con queste scelte: l’Italia nel Gruppo 1, la Germania nel 2, l’Argentina nel 3, l’Inghilterra nel 4, la Spagna nel 5 e il Brasile nel 6. Ovviamente, assegnazione che agevola i padroni di casa spagnoli che evitano di scornarsi coi favoritissimi brasiliani fino alla finale. Non è l’unico vantaggio accordato alle Furie Rosse: mancando la contemporaneità delle partite, e questo nonostante si giochi ogni gruppo in 2 sedi diverse (3 per il terzo), la Spagna, come tutte le altre ts, scende in campo nella sesta gara che nel suo caso, calendario alla mano, è pure l’ultima partita in assoluto nella prima fase, lasciandole così mano libera di fare tutti i calcoli che vuole.
Per le altre fasce si procede come di consueto: si parte dalla seconda distribuendone le squadre dal Gruppo 1 al Gruppo 6; terminate, si continua analogamente colla terza e la quarta. I vincoli sono tali per cui ogni gruppo, oltre ad avere una squadra per fascia, non può contenere più di una sudamericana: per tale motivo, la prima europea estratta dalla terza fascia finisce nel Gruppo 3 (dov’è ts l’Argentina), mentre Cile e Perú possono finire solo dov’è ts un’europea.

Il sorteggio ha quest’esito:


Una nota curiosa riguarda il Gruppo 2, dove finiscono Germania e Austria, entrambe provenienti dal medesimo girone eliminatorio europeo, nel quale i tedeschi avevano agevolato in qualche misura la qualificazione degli austriaci, non lasciandosi (largamente) battere dalla Bulgaria nell’ultima uscita. Favore ricambiato (con ampi interessi) nella fase finale nella tristemente nota “vergogna di Gijón”.

13. MESSICO 1986

13.1 PARTECIPANTI
Un’edizione segnata da molte “prime”: si parte dalla Colombia che, nonostante un’assegnazione affidatale ben 9 (!) anni prima, nel 1983 rinuncia a ospitare il torneo. Per la prima volta, la FIFA è costretta a cambiare la sede programmata, cercando la sostituta nelle 3 nazionali della Zona Nord CONCACAF e trovandola nel Messico, che diventa così la prima nazione a ospitare la Coppa del Mondo per la seconda volta.

Nelle eliminatorie, altra novità: l’OC si stacca definitivamente dall’AS, gareggiando da sola. Decisione al momento discutibile sul piano concreto, giacché l’intera fase continentale di qualificazione si riduce a un misero gironcino, e a rimpolpare la presenza delle “aborigene” Australia e Nuova Zelanda si ricorre alla “cooptazione” di Israele e Cina Nazionalista (nota anche come Taiwan). Inoltre non è nemmeno garantito un biglietto sicuro per le finali: la migliore dell’OFC (… e ospiti) se lo contende in uno spareggio intercontinentale contro una nazionale dell’UEFA o della CONMEBOL, con confederazione scelta per sorteggio (la sorte stavolta decide per un’avversaria europea).

13.2 FORMULA
La FIFA abbandona la formula di Spagna 1982 e ne adotta una inedita (altra “prima volta”), quella a suo tempo consigliata dal GST, cui dà retta con un’edizione di ritardo, caratterizzata da un corposo ritorno all’eliminazione diretta. Nel dettaglio, dopo i gruppi della prima fase, si parte cogli ottavi di finale e si prosegue con quarti, semifinali e finali (per il terzo e il primo posto).
I gruppi sono ora identificati dalle lettere dell’alfabeto (dall’A all’F) e non più dai numeri (dall’1 al 6); inoltre (finalmente!) le ultime due gare sono d’ora in poi giocate in contemporanea per limitare i possibili calcoli. Il tabellone dell’eliminazione diretta è già predisposto a tavolino secondo il seguente schema (sempre omessa la finale per il terzo posto):


Un’eliminazione diretta che parte dagli ottavi, però, comporta una prima fase di “manica larga”: per avere 16 qualificate, da questa devono passare, oltre alle consuete prime due di ogni gruppo, anche le 4 migliori terze (scelte coi medesimi criteri con cui si stila la classifica all’interno del girone). Vista dall’altro lato, sono estromesse solo le ultime di ogni gruppo e le 2 peggiori penultime, per un totale di 8 squadre (1/3 appena del totale). Decisione giustificata dal GST per evitare di avere squadre già eliminate a completamento del secondo turno di gare, in modo che entrambe le partite del terzo abbiano qualcosa in palio (la qualificazione ovvero un migliore piazzamento).
Non potendo conoscere fin da subito da quali gruppi provengono le 4 migliori terze, gli abbinamenti negli ottavi prevedono che le avversarie delle prime dei Gruppi dall’A al D siano scelte da una terna di alternative, volta a impedire che due squadre provenienti dallo stesso gruppo si rincontrino prima delle semifinali. Gli accoppiamenti esatti sono, in realtà, previsti da una tabella (che non riporto per esigenze di spazio) che regola le 15 “combinazioni di terze” possibili, seguendo un criterio “doppiamente alfabetico “ a dirimere i casi d’incertezza derivante dalle “terzine”. P.es., se le 4 migliori terze fossero quelle dei primi quattro gruppi, allora la prima del Gruppo A affronta la terza del Gruppo C, e la prima del B la terza del D.
Altra conseguenza di questa formula è l’accentuarsi delle differenze nel cadere in uno o in un altro gruppo della prima fase, nell’ottica del prosieguo nell’eliminazione diretta. Il gioco degl’incroci permette per (ancora) la prima volta di stilare una vera e propria graduatoria di preferenza, tale per cui il Gruppo A è il “migliore” e l’E il “peggiore”.


13.3 FASCE
Il cambio di formula non ha però conseguenze sul sorteggio, sempre incentrato sui 6 gruppi della prima fase. Nella composizione delle fasce, invece, sorgono complicazioni dovute all’organizzazione messicana, all’eliminazione dell’Australia contro la Scozia nello spareggio UEFA/OFC e alla presenza di tutt’e sei le nazionali laureatesi almeno una volta campioni del Mondo. I primi due punti portano a una fascia dei materassi, usualmente composta da chi non proviene da EU e SA, priva di un elemento: infatti, ad Algeria, Marocco, Corea (del Sud), Iraq e Canada non si può affiancare il Messico, ts d’ufficio, ed è pura venuta meno l’eventuale “sostituta” dell’OC. In realtà, nulla di nuovo: a completarla sarà chiamata la peggiore europea come avveniva fino al 1978.
Più problematica è la fascia delle ts: alle due d’ufficio, Messico (padrone di casa) e Italia (detentrice), si dovrebbero affiancare gli ex campioni del Mondo presenti. Peccato che, come anticipato, stavolta vi sia l’en plein con Argentina, Brasile, Germania Federale, Inghilterra e Uruguay, con una squadra più del necessario: chi escludere fra queste 5? A dare una mano interviene l’impulso di chi vuole “svecchiare” questo criterio di scelta, a favore di uno che tenga in considerazione i risultati più recenti. Portabandiera è la Francia, che non reputa corretto il non poter essere ts nonostante la semifinale raggiunta nel 1982, a vantaggio di un Uruguay, sì due volte campione del Mondo, ma l’ultima nel 1950 e più non qualificatosi dal 1974.
Proposta accolta pienamente: per la (ennesima) prima volta si stila una graduatoria di tutte le partecipanti, facendo prevalere chi ha disputato la fase finale più recente e, se la medesima, chi vi ha ottenuto il miglior piazzamento (P), come qui sotto riportato (le ultime tre posizioni sono occupate dalle esordienti Canada, Danimarca e Iraq).


La FIFA, però, non utilizza appieno il nuovo strumento per comporre tutt’e 4 le fasce, limitandolo alla scelta delle ts da affiancare a quelle d’ufficio e, tutt’al più, estendendolo per mettere in fila le europee. In pratica, tolta la prima, le altre 3 fasce continuano a essere composte coi consueti criteri (prettamente) geografici.
Pertanto, le 4 ts da affiancare a Messico e Italia sono Germania, Polonia, Francia e Brasile. Le sudamericane nt sono quindi Argentina, Uruguay e Paraguay e finiscono così in seconda fascia, assieme alle tre migliori europee, Inghilterra, URSS e Spagna, quest’ultima preferita all’Irlanda del Nord perché, a titolo di eccezione, le finaliste degli ultimi Europei devono al peggio finire qui. Proseguendo, la terza è completamente composta da nazionali UEFA: ai nordirlandesi si affiancano Belgio, Ungheria, Scozia, Bulgaria e Portogallo. Chiudono i materassi completati dall’esordiente Danimarca. 


13.4 SORTEGGIO
Il sorteggio, effettuato a Città del Messico il 15 dicembre 1985, coinvolge, come nelle precedenti due edizioni, solo le ultime tre fasce, essendo le ts assegnate a tavolino ai rispettivi gruppi. Nell’ordine di preferenza di questi, l’Italia va nel Gruppo A, il Brasile nel D, il Messico nel B, la Francia nel C, la Polonia nell’F e la Germania (un po’ a sorpresa) nell’E.
Per le altre fasce si procede come di consueto: si parte dalla seconda distribuendone le squadre dal Gruppo A al Gruppo F; terminate, si continua analogamente colla terza e la quarta. Tuttavia, lo sparpagliamento dell’EU in 4 fasce, e di NA e SA in due, implica una maggiore articolazione dei vincoli ulteriori, per impedire di avere due nazionali della medesima confederazione (diversa dall’UEFA) nello stesso gruppo e uno completamente europeo. Nel dettaglio
  • la prima europea estratta dalla seconda fascia è inserita nel Gruppo D, dov’è ts il Brasile;
  • il Canada non può finire nel Gruppo B, dov’è ts il Messico;
  • la Danimarca non può essere sorteggiata in un Gruppo dove siano già presenti tre europee dalle estrazioni precedenti.
Il responso delle urne è il seguente:


Da notare l’ennesimo caso di dea bendata che si fa beffe di quanto architettato dagli uomini: la Spagna cade nel Gruppo D assieme all’Irlanda del Nord, la nazionale (assieme al Belgio, a dire il vero) cui ha “soffiato” la seconda fascia.

14. ITALIA 1990

14.1 PARTECIPANTI
Si rientra nell’alveo delle edizioni fotocopia: Italia 1990 riprende, almeno in linea di principio, tale e quale Messico 1986. A cominciare dalle partecipanti, distribuite nell’identico modo, essendo subito caduta la richiesta della CAF di avere 3 posti invece di due, coll’unica variante che il sorteggio stavolta stabilisce essere di scena una rappresentante CONMEBOL nello spareggio intercontinentale colla migliore dell’OFC.

14.2 FORMULA
Identica la formula, anche se ci si “diverte” a scambiare di posizione alcuni incroci del tabellone dell’eliminazione diretta, di fatto rimanendo identico a quello messicano, cui si rimanda. Da segnalare che Italia 1990 fu la prima edizione dove venne abolita la ripetizione della finale, per cui in caso di pari al 120' si sarebbero tirati i rigori.

14.3 FASCE
Essendo, per l’appunto, un’edizione fotocopia della precedente, riprendendone pari pari i dettami per la composizione delle fasce, queste sarebbero bell’e che pronte. Le ts da affiancare alle due d’ufficio – Italia (organizzatrice) e Argentina (detentrice) – sono le 4 migliori reduci di Messico 1986: Germania Federale, Belgio, Brasile e Spagna. Le sudamericane nt sono Uruguay e Colombia, che quindi andrebbero in seconda fascia assieme alle migliori 4 europee: ad Inghilterra, URSS e Scozia si uniscono i Paesi Bassi, campioni europei in carica, accordando anche qui la stessa eccezione di 4 anni prima. Nella terza fascia finirebbero così le 6 europee rimaste: Austria, Iugoslavia, Cecoslovacchia, Svezia, Romania e l’esordiente Irlanda. Chiuderebbero i consueti materassi rappresentati da tutto ciò che non è né EU né SA: Camerun, Egitto, Corea, Emirati Arabi Uniti, Costa Rica e USA.
Tuttavia entrano in scena le “esigenze diverse” a sparigliare il quadretto ideale appena disegnato: giacché le ts sono assegnate a tavolino al rispettivo gruppo, sarebbe preferibile che lo fosse l’Inghilterra, in modo da inserirla nel Gruppo F facendole giocare tutte le (prime tre) gare a Cagliari, isolando (letteralmente) i temibili hooligan in Sardegna. Risultato che si sarebbe potuto ottenere senza sforzo se a precedere Italia 1990 fosse stata… Spagna 1982 e non Messico 1986!
L’ultima considerazione forse suggerisce la soluzione: anziché considerare prima i piazzamenti messicani e poi quelli spagnoli, perché non “sommarli”? Per la prima volta, quindi, la graduatoria delle 24 finaliste è stilata in base a un indice numerico, dato dalla classifica ottenuta nelle ultime due fasi finali: a chi è giunto primo si assegnano 24 punti, al secondo 23 punti, al terzo 22 e così via a scalare fino all’unico punto per chi è giunto ultimo. Inoltre, per dare maggior peso all’edizione più recente, i punti del 1986 sono raddoppiati, ottenendo quanto segue (P=Punti):


I numeri finiscono per dire quanto gli uomini vogliono: l’Inghilterra diventa ts (e, anzi, pure Italia e Argentina vedono “confermato” dai punti il loro status) ai danni della Spagna. Purtroppo non sempre la matematica allunga una mano, e bisogna intervenire direttamente: la seconda fascia diventa così totalmente europea, facendovi includere, oltre i Paesi Bassi, anche Austria e Iugoslavia, nazioni confinanti e quindi potenzialmente in grado di attrarre un maggior numero di tifosi rispetto alle due sudamericane nt Colombia e Uruguay, a sorpresa relegate in terza fascia. Intuibili le fonti delle più sentite proteste alla composizione definitiva delle fasce qui sotto riportata:



14.4 SORTEGGIO
Il sorteggio, effettuato a Roma il 9 dicembre 1989, interessa,come prassi dal 1978, solo le ultime tre fasce, venendo le ts assegnate a tavolino ai rispettivi gironi. Nell’ordine di preferenza di questi, l’Italia va nel Gruppo A, la Germania nel D, l’Argentina nel B, il Brasile nel C, l’Inghilterra nell’F e il Belgio nell’E. Velatamente, è tutto predisposto perché l’Italia incontri il Brasile in semifinale e, soprattutto, la Germania in finale (sempre che tutte vincano il loro gruppo); tuttavia, anche qui si scatenano le polemiche, sia di qualche nazionale sia di alcuni Comitati Organizzatori Locali, che si vedono all’ultimo istante cambiare le carte in tavola rispetto a quanto promesso. In particolare Milano (sede principale del Gruppo D), vede soffiarsi da sotto il naso il Brasile, “dirottato” a Torino, ottenendo in cambio la Germania, alla quale era stata “assicurata” la sede di Verona del Gruppo E.
Per le altre fasce si procede come di consueto: si parte dalla seconda distribuendone le squadre dal Gruppo A al Gruppo F; terminate, si continua analogamente colla terza e la quarta. Tuttavia, per la terza fascia si prevede che:
  • la prima estratta vada comunque nel Gruppo A, dov’è ts l’Italia;
  • le prime due europee estratte successivamente alla prima pesca finiscano nel Gruppo B (dov’è ts l’Argentina) e C (dov’è ts il Brasile).
Così facendo, oltre a impedire come di consueto di avere due sudamericane nello stesso gruppo, si aumentano dal 40 al 67% le possibilità che l’Italia abbia due avversarie europee.
Il responso delle urne è il seguente:


Fra le curiosità, le doti di preveggenza sfoderate dall’azzurro De Agostini, che alla vigilia del sorteggio indovina le tre esatte avversarie dell’Italia.

15. STATI UNITI D'AMERICA 1994

15.1 PARTECIPANTI
L’impianto di base di quest’edizione ricalca le due precedenti, tanto che si può tranquillamente parlare ancora di fotocopia di queste. Tuttavia alcune varianti la distinguono, in modo più o meno marcato: la prima tocca la distribuzione dei posti. Havelange all’indomani degli ottavi di Italia 90 aveva annunciato importanti novità sul punto: alla fine non tutte sono accolte. In primo luogo, l’AF ha ora 3 posti e non più 2; in secondo luogo al NA è concesso giocarsi via spareggi intercontinentali un posto supplementare (anche nel suo caso sarebbe il terzo). A rimetterci sono l’EU, le cui rappresentanti scendono da 14 a 13, e, incredibile a dirsi!, l’OC (e dire che ora annovera 6 iscritte “pure”). Infatti, la quarta sudamericana dovrà spareggiare contro la vincente di un “pre spareggio” fra la migliore dell’OFC e la terza della CONCACAF: in palio il 22° e ultimo biglietto via eliminatorie per gli USA.

15.2 FORMULA
La formula vede alcuni ritocchi. Il tabellone dell’eliminazione diretta subisce uno scambio di posizioni che lo altera non solo formalmente, come avvenuto in Italia, tanto che il C e il B s’invertono le posizioni nell’ordine di preferenza dei Gruppi.


Più numerose le modifiche riguardanti la classifica dei gironi: la vittoria vale 3 punti (anche se nelle qualificazioni le sono stati attribuiti i consueti 2), mentre nei discriminanti, dopo il numero di reti segnate e prima del sorteggio, sono introdotti gli esiti dei confronti diretti (sempre, nell’ordine, punti, differenza reti e reti segnate). La prima mossa è volta a sostenere il gioco d’attacco, drammaticamente venuto a mancare a Italia 1990, e quindi per incrementare il numero di vittorie: ironicamente, i gironi (l’unica fase in cui la modifica produce effetti concreti) di USA 1994 si concludono con 28 vittorie in 36 gare, lo stesso identico numero dell’edizione precedente e 3 in più di Messico 1986 (torneo su cui non si era mai avuto nulla da ridire sul punto!).
Più concreta la seconda modifica, la cui introduzione evita di ricorrere al sorteggio in ben tre gruppi: D, E ed F, col secondo che vede addirittura un arrivo a pari punti di tutt’e 4 le squadre.

15.3 FASCE
In un primo momento si è pensato di ricorrere al neonato ranking FIFA, idea presto caduta considerandolo ancora non sufficientemente testato. Alla fine si ricorre allo stesso metodo dell’edizione precedente, allargando l’orizzonte delle fasi finali dalle due alle tre anteriori; in pratica, ai punti usati per Italia 1990, si aggiungono, triplicandoli, quelli relativi ai piazzamenti lì ottenuti. Per garantire una certa “continuità”, a correggere i cambiamenti politici succedutisi dal 1990, la Germania (unita) “eredita” i piazzamenti della Repubblica Federale, così come la Russia quelli dell’URSS, ottenendo la seguente graduatoria:


Un’importante variante è però introdotta in quest’edizione e sarà poi replicata in futuro: le fasce diverse dalle ts non sono più composte per criteri geografici ma numerici. Se finora, infatti, una volta scelte le ts, la seconda e terza fascia erano composte dalle europee e sudamericane, e la quarta dalle rappresentanti di AF, AS, OC (eventualmente) e NA rimaste, ora si cercherà di “incastrare” i “resti” delle confederazioni in modo da comporre fasce da 6 squadre di provenienza non più rigidamente prestabilita.
Nel dettaglio, scelte le ts nelle due d’ufficio – USA organizzatori e Germania detentrice – e nelle 4 (diverse) nazionali colla migliore graduatoria – Argentina, Italia, Brasile e Belgio – restano sul tavolo 10 nazionali dell’EU, 3 dell’AF, 2 dell’AS, 2 del SA e 1 del NA. Le altre fasce sono perciò composte: dalle 6 migliori europee (Spagna, Russia, Irlanda, Romania, Paesi Bassi e Bulgaria); dalle africane (Camerun, Marocco e Nigeria) e americane (Messico della CONCACAF, e Colombia e Bolivia della CONMEBOL); e, infine, dalle asiatiche (Corea e Arabia Saudita) e dalle restanti europee (Svezia, Grecia, Norvegia e Svizzera). In concreto, sudamericane e asiatiche si “scambiano” di fascia rispetto al metodo tradizionale.


15.4 SORTEGGIO
Il sorteggio, effettuato a Las Vegas il 19 dicembre 1993, coinvolge, come da Argentina 1978, solo le ultime tre fasce, essendo le ts assegnate a tavolino ai rispettivi gruppi. Nell’ordine di preferenza di questi, gli USA vanno nel Gruppo A, l’Argentina nel D, la Germania nel C, il Brasile nel B, il Belgio nell’F e l’Italia nell’E, il tutto senza un apparente linea guida.
Per le altre fasce si procede come di consueto: si parte dalla seconda distribuendone le squadre dal Gruppo A al Gruppo F; terminate, si continua analogamente colla terza e la quarta. Ancora una volta è la terza fascia a prevedere dei vincoli a impedire di avere due nazionali della medesima confederazione (esclusa l’UEFA) nello stesso gruppo:

·         il Messico non può finire nel Gruppo A, dove sono ts gli USA;
·      la Colombia e la Bolivia non possono finire né nel Gruppo B, dov’è ts il Brasile, né nel Gruppo B, dov’è ts l’Argentina.

Il responso delle urne è il seguente:


Da notare il curioso destino di Belgio e Paesi Bassi, paesi confinanti. Da quando è in palio la Coppa FIFA, si sono (quasi) sempre affrontati nelle qualificazioni: nel 1974 e nel 1978 gli olandesi eliminarono i belgi; nel 1982 e 1986 furono i belgi a estromettere gli olandesi. Il 1990 viene “saltato” ma “recuperato” nel 1994: ancora una volta si affrontano nelle eliminatorie, però stavolta si qualificano entrambi… e si ribeccano nel girone iniziale della fase finale!

Rado il Figo
[FINE 4^ PARTE]

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