Inter campione d'Europa 2010, considerazioni a freddo

PCome promesso ad alcuni lettori interisti, dedico ora un post alla vittoria dell'Inter nella Champions League 2010. Personalmente non userò mai l'aggettivo meritato per descrivere la vittoria di una squadra in un torneo. Non lo usai con l'Italia campione del mondo 2006, nè col Barcellona campione d'Europa 2009. Un torneo, a differenza di un campionato, è troppo basato sugli episodi (di gioco e arbitrali) per eleggere una squadra campione senza polemiche o discussioni. Posso dire sicuramente che lo Scudetto nerazzurro è meritato, visti anche i moltepici impegni. Per la Champions ciò non  corretto. Il post sul cammino dell'Inter verso Madrid aveva suscitato le ire di molti interisti. Lo riscriverei riga per riga. Non farò un'analisi della finale (d'altronde se dicessi che sullo 0-0 c'era un evidente rigore per  il  Bayern o se dicessi che le attenzioni dedicate a Robben da Samuel, Chivu e Sneijder sono state "un po' antipatiche", per dirla alla Moratti, passerei per un inguaribile anti-interista, non per uno che dice quello che vede; detto ciò, nell'analisi pre-match avevo parlato dell'asse Sneijder-Milito arma letale contro Van Buyten-Demichelis, ma questo conta poco se osi muovere qualche critica...). D'altronde, per i tifosi nerazzurri leggere qualcosa di difforme dalla verità ufficiale, cioè dai resoconti  trionfalistici della Gazzetta (gruppo Rcs che gestisce le sponsorizzazioni dell'Inter) "non è molto simpatico", per usare un'altra espressione tanto cara al presidente Moratti. Non ho motivo di cambiare idea sul percorso nerazzurro fino al trionfo del Bernabeu. Una squadra forte, iper-organizzata, cresciuta in modo evidente nel corso del torneo, baciata in fronte dalla Dea Bendata (leggi decisioni arbitrali) durante tutta l'edizione di Champions. Il classico mix abilità-fortuna, indispensabile per vincere un torneo come la Champions.
In questo post parlerò di 3 argomenti in controtendenza rispetto ai luoghi comuni che invadono i media in queste ore:
1- Mourinho maestro di organizzazione, media monotematici: sinceramente si è raggiunto un livello insopportabile di spazio  dedicato al tecnico portoghese. Addirittura alla vigilia del match contro il Bayern si è parlato più di lui che della partita. Si è discusso più sul suo futuro al Real Madrid che sugli scenari sportivi ed economici che avrebbe aperto la vittoria in Champions. Penso sia la dimostrazione di come i media sportivi non riescano a parlare di calcio e annessi senza creare dei tormentoni. Detto questo, mi limito a parlare dei due aspetti Mourinhani, quello tecnico e quello relativo alla comunicazione. Aspetti che erano già ampiamente noti durante l'esperienza al Chelsea, ma che come sempre i media e di conseguenza i tifosi italiani hanno imparato a conoscere solo dal momento in cui è sbarcato in Italia. 
Dal punto di vista comunicativo penso che Mourinho abbia confermato la sua abilità dialettica, paradossalmente anche durante i silenzio-stampa. La stampa italiana - sin dall luglio 2008 - pendeva dalle sue labbra e ha potuto sparare centinaia di titoloni e riempire centinaia di articoli. Tuttavia il modo di comunicare del tecnico portoghese porta con sè come  tensioni, veleni, scontri verbali ecc. Ha reso il clima del calcio italiano ancora più esasperato di quanto non lo fosse prima del suo arrivo. Insomma, Mourinho ha contribuito ad alzare ulteriormente i toni e da questo punto di vista il suo addio direzione Madrid non può far altro che bene ai rapporti nel nostro calcio. Oddio, non che preferisca le solite frasi fatte di giocatori e dirigenti, ma un conto è dire ciò che si pensa, altra cosa è la provocazione scientifica e continuata.
Dal punto di vista tecnico-tattico ho sempre considerato Mourinho uno degli allenatori migliori in Europa, probabilmente il migliore nella preparazione delle partite sin nei minimi dettagli. La sua grande abilità è quella di organizzare in modo straordinario la difesa, meglio, la fase difensiva. Le sue squadre, spesso, sembrano impenetrabili. Un maestro. La sua Inter, al di là dei giudizi superificiali sentiti in continuazione, non è stata affatto una squadra offensiva. Schierare Eto'o-Sneijder-Pandev più Milito non significa giocare all'attacco come molti hanno detto. Conta l'atteggiamento in campo e l'Inter ha dimostrato durante tutto il torneo di essere prevalentemente una squadra da difesa e contropiede (lo si è visto perfettamente anche in finale). Non certo una squadra che impone il proprio gioco. Tattica legittima e soprattutto vincente, ma sentir parlare di Inter iper-offensiva penso sia proprio fuori luogo. Detto questo, ed è un giudizio assolutamente personale, senza la minima pretesa di essere condiviso o commentato, la mia idea di calcio è totalmente differente (magari anche più perdente). Preferisco di gran lunga le squadre che giocano un calcio più aperto,  tecnico, meno difensivo. Un calcio in cui si cerca di vincere attraverso un gioco offensivo corale e tecnicamente apprezzabile. Quello dell'Inter di Mourinho è un calcio che cerca di vincere, cerca il risultato attraverso l'anestetizzazione del gioco altrui. Un calcio di rottura, non propositivo. Ripeto, ha vinto e ha ragione lui, onore a Mou e onore all'Inter, ma non riuscirò mai ad apprezzare pienamente questa tipologia di gioco.

2- La stagione di Eto'o: "Un giocatore straordinario, che ha saputo mettersi a disposizione della squadra, sacrificandosi in difesa, sulla fascia destra. Voto alla stagione : 8.5 (cit. Gazzetta)". Figurarsi. Anche secondo me Eto'o è stato generoso e umile nell'adattarsi a fare quel ruolo (peraltro ricoperto in alcune partite anche nel Barca di Rijkaard, ad esempio al ritorno contro il Milan nel 2006, ma questo ovviamente i giornali italiani non se lo ricordano). Contributo apprezzabile, stop.  Il camerunense  - peraltro alla sua seconda tripletta consecutiva - ha dimostrato di essere entrato nella fase crepuscolare della sua carriera. Non è affatto vero che Eto' sia stato decisivo in questa Champions League. Ha dato una mano alla squadra ed è stato utile tatticamente, ma nelle 13 partite disputate dall'Inter in Champions ha realizzato 2 soli gol (contro il Rubin Kazan e contro il Chelsea a Londra, dopo averne sbagliati altri due molto semplici). Per fare un esempio che in questi giorni striderà un po', il vecchio Ibrahimovic in questa Champions di reti ne ha realizzate 4 di cui 3 assolutamente determinanti agli ottavi e ai quarti. 
A questo aggiungo che il buon Pandev ha segnato il suo ultimo gol in stagione a febbraio e che la sua unica azione degna di nota nella seconda parte dell'anno è stata quella nel gol del 2-1 contro il Barcellona a San Siro. Quindi? Dove voglio arrivare? Semplice, voglio dire che i due giocatori assolutamente determinanti e decisivi - offensivamente parlando - per l'Inter sono stati Sneijder e Milito. La loro intesa è stata l'arma principale dei nerazzurri. Eto'o e Pandev si sono sacrificati, ma non hanno dato un contributo in termini di segnature. Soprattutto Et'o che chiude la stagione con 14 gol complessivi segnati tra campionato e Champions. Non certo lo score che tutti si aspettavano ad inizio anno.

3- Milito Pallone d'oro: come ci si poteva aspettare, due minuti dopo il fischio finale di Webb è partito il nuovo tormentone dei media italiani: Milito Pallone d'oro. Detto che come accade sempre il Pallone d'oro diventa importante e ambito solamente quando può vincerlo un giocatore di una squadra italiana (allo stesso modo diventerà stratosferica l'importanza del prossimo Mondiale per Club essendoci un'italiana, mentre negli anni di magra la competizione è clamorosamente snobbata, anzi ne viene criticata la nuova formula e la relativa importanza: vedi post a riguardo dello scorso dicembre), mentre nelle altre edizioni si critica solamente, dico solamente due cose, ribadendo concetti vecchi ma che faticano a passare:
a) negli anni in cui si disputa un Mondiale o un Europeo il Pallone d'Oro viene assegnato quasi automaticamente al giocatore migliore della relativa competizione. La Champions e i campionati hanno un valore inferiore rispetto agli anni dispari. Certo se Milito fosse decisivo anche al Mondiale diventerebbe il candidato principale, ma è evidente che ad ora non si possa parlare di Pallone d'Oro per Tizio o Caio.
b) torno a dire che considero il Pallone d'Oro una forzatura, qualcosa di tecnicamente assai discutibile nel senso che è  impossibile poter dire chi è il giocatore migliore in uno sport di squadra che prevede ruoli ben distinti e marcatamente diversi. Semplicemente per l'imparagonabilità tra giocatori (è più forte Milito o Messi, Drogba o Piquè, Gerrard o Buffon? impossibile dirlo).
Detto ciò Milito è stato assolutamente fantastico durante tutta la stagione e ha dimostrato di essere uno tra i migliori attaccanti in circolazione. Unisce la fisicità da prima punta ad una ottima tecnica individuale e un innato fiuto del gol. Fenomeno. Il Pallone d'Oro, però, si assegnerà sulla base di Sudafrica 2010, pertanto è inutile proporre campagne stampa totalmente fuori luogo e tempo.
Ps, contento per aver azzeccato in pieno il pronostico della finale (vedi fine post di venerdì scorso). Non avevo dubbi.
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About Simone Salvador

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1 commenti:

  1. Simone, come sempre sono fedele alla linea, quoto ogni tuo singolo vocabolo e i punti 2 e 3 li trovo così calzanti col mio pensiero che sembrano scritti dalla stessa mano.
    Eto'o lo smalto che aveva al Barca 2 stagioni fa l'ha abbondantemente perso (lo sottolineai l'anno scorso ampiamente) e la questione Pallone d'Oro sollevata anche dal quotidiano LA STAMPA con la firma del PESSIMO (eufemismo marcato) MARCO ANSALDO (per fortuna che la cronaca della gara era appannaggio dell'INCOMMENSURABILE ROBERTO SIR BECCANTINI DETTO BECK, GIUSTO TRA I GIUSTI E GIGANTE DEL GIORNALISMO ITALIANO) ha raggelato la domenica bollente.
    Devo fare una premessa doverosa: ho visto la gara sino al fallo di mano di Maicon, poi, acclarati i miei tristi presagi, mi sono dedicato una serata di svago e divertimento.

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