Giro d'Italia 2010: nella tappa del Mortirolo Basso ipoteca il successo

Nella tappa del Mortirolo Ivan Basso  ha messo una serie ipoteca sul successo finale del Giro d'Italia 2010. La Liquigas Doimo ha dimostrato ancora una volta di essere la squadra più forte di questo Giro (anche se a dire il vero le altre si sono rivelate - per vari motivi - ben poca cosa) scandendo il ritmo nella prima parte, prendendo di petto il Santa Cristina e il Mortirolo e lanciando i due capitani Basso e Nibali. Solo un ottimo Michele Scarponi (Androni Giocattoli) ha saputo tenere il ritmo imposto sulle clamorose pendenze del Mortirolo dal duo in maglia verde, ottenendo un meritato successo di tappa: Gianni Savio può essere soddisfatto, anche se conoscendo la grinta del team manager piemontese, ora punterà al terzo posto finale del corridore marchigiano. In cima al Mortirolo il trio Basso-Nibali-Scarponi era riuscito a guadagnare un bel vantaggio su tutto il resto della compagnia. Solo Vinokourov sembrava poter rientrare in discesa, mentre la maglia rosa Arroyo si difendeva comunque bene (circa due minuti in cima). Male Evans, in linea con il suo modesto Giro Sastre, molto bravo il giovane francese Gadret (AG2r La Mondiale). In realtà la discesa bagnata del Mortirolo scompaginava tutti i piani con Nibali costretto ad aspettare Basso (la discesa è il vero punto debole del varesino) e Arroyo in grado di recuperare oltre un minuto in pochi km, fino ai soli 40" di distacco dei meno 20 al traguardo. Si formava un gruppetto con Vino-Evans-Arroyo-Sastre e Gadret all'inseguimento dei tre battistrada. Il finale era tutto in leggera ma costante salita verso l'Aprica (solo un tratto più duro ai meno 15) e questa ascesa ache nulla ha a che fare col Mortirolo, paradossalmente, creava molta più selezione, con i tre davanti in grado di guadagnare secondi su secondi e finire con oltre tre minuti di vantaggio sui cinque insguitori. Davvero una dimostrazione di forza straordinaria da parte del terzetto. Come prevedibile Scarponi si aggiudicava la vittoria di tappa davanti a Basso e Nibali. Alla fine Basso maglia rosa con 50 secondi su Arroyo (davvero encomiabile lo spagnolo) e 2'30 su Nibali. Scarponi si avvicina al podio, mentre Evans crolla a 4'.
Il Giro a questo punto si può praticamente considerare chiuso, con Ivan Basso che ha dimostrato di essere l'atleta più forte in salita e che al 99% vincerà il suo secondo Giro d'Italia. Meglio, come ho avuto già modo di sottolineare - opinione comune anche di addetti ai lavori più importanti di me - questo sarà in realtà il primo vero Giro d'Italia conquistato da Basso. Su quello del 2006, infatti, ci sono troppe ombre, troppi sospetti avvalorati dalla successiva squalifica per doping, che non consentono di ritenere limpida quella vittoria  come quella di quest'anno (per chi non lo ricordasse, un mese dopo la fine del Giro 2006 Basso fu fermato alla vigilia del Tour per il coinvolgimento nell'Operacion Puerto, situazione che risaliva a prima del Giro e che portò alla squalifica di due anni del varesino). Ora Basso può coronare questo splendido Giro, in cui ha saputo rimontare lo svantaggio accumulato dopo la farsa della tappa all'Aquila, disputando una tappa memorabile sullo Zoncolan e facendo la selezione sul Mortirolo (dove peraltro è sembrato salire con margine). Un plauso va anche a Vincenzo Nibali, che non doveva fare il Giro, era in vacanza ed è stato richiamato all'ultimo dopo lo stop inflitto a Pellizotti. Nibali, già protagonista allo scorso Tour, è la grande speranza del ciclismo italiano per il futuro. Per Basso, dopo la vittoria dello Scudetto (Giro) ci sarà l'esame Champions League (Tour de France), contro i campioni assoluti delle corse a tappe (Contador, Schleck, Armstrong). Ci sarà anche Nibali, la cui stagione era incentrata proprio sulla Grand Boucle. Inutile dire che sarà un Tour de France 2010 straordinario.
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About Simone Salvador

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1 commenti:

  1. perchè invece quest'anno i ciclisti non si dopano?! 40 km all'ora di media su un percorso totale di 3000 chilometri? maddai....

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