Se non esistessero Xavi e Iniesta non avrei esitazioni nel dire che Gnegneri Yaya Tourè è il centrocampista più forte al mondo. A dire il vero non amo molto le definizioni di carattere generale applicate al calcio (ad esempio trovo privo di valore tecnico il Pallone d'oro perché non si possono confrontare giocatori di diversi ruoli in uno sport di squadra, per giunta a 11), ma nel caso specifico mi sento di operare una deroga. Giocando con le definizioni, però, si può dire che l'ivoriano classe 1983 è il centrocampista più completo al mondo. Sì perché non esistono in giro per il pianeta giocatori in grado di fondere una potenza fisica disarmante con una tecnica individuale di prim'ordine. Soprattutto non esistono giocatori capaci di interpretare in modo perfetto compiti e ruoli diversissimi tra loro.
Yaya Tourè ha vinto una Champions League con il Barcellona giocando la finale del 2009 a Roma contro il Manchester Utd di Ronaldo e Rooney in posizione di difensore centrale al fianco di Piquè. Nel resto della competizione giocò da "schermo" davanti alla difesa con ai lati Xavi e Iniesta o Keita: non male come linea mediana. Passato nell'estate 2010 al Manchester City per una cifra superiore ai 30 milioni di euro, Tourè ha dimostrato la sua straordinaria duttilità, riuscendo ad essere l'uomo in più nella squadra (molto accorta) predisposta da Mancini. 4-2-3-1 con l'ivoriano a giocare da trequartista centrale. Risultato? In FA Cup semifinale contro il Manchester United vittoria per 1-0 (gol di Tourè). In Finale contro lo Stoke City vittoria per 1-0 (gol di Tourè). Quest'anno, come auspicato e previsto (vedi articolo di presentazione), Mancini ha scelto di adottare un modulo più offensivo. Un 4-4-2 in cui Tourè è tornato qualche metro più dietro, giocando da mediano assieme a Barry (o a De Jong quando l'olandese si rimetterà). Anche qui rendimento altissimo. La sua gigantesca sagoma si staglia sicura in mezzo al campo dando l'impressione che gli avversari siano poco più di piccoli insetti fastidiosi. Per fare un esempio, contro il Napoli il buon Inler è sembrato impotente dinanzi alla strapotenza tecnica e fisica dell'ivoriano. Fortissimo di testa, insuperabile nei tackle, abile e preciso nel palleggio anche stretto, straordinario nella progressione palla al piede, puntuale nei tempi d'inserimento in attacco, carismatico. Per tutte queste ragioni Yaya Tourè è indiscutibilmente il Padrone del centrocampo.
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