Libri & Sport: "Il ritorno del migliore...Cronache sportive, episodi, note autobiografiche di Carlo Gambacurta, corridore ciclista d'altri tempi" (A. Gambacurta - G. Di Giuseppe) di Carlo Delfino

La rubrica "Libri & Sport" è nata quasi per caso. Dopo aver letto un paio di bellissimi libri, decisi di ritagliare uno spazio alla letteratura sportiva all'interno del blog. Purtroppo, così come avviene nel mondo televisivo, anche per la blogosfera la scelta di puntare su temi più impegnativi non porta grandi risultati in termini di ascolti/visite. Al tifoso italiano medio, ahimè, interessa di più il gossip pallonaro (o natatorio) rispetto a qualsivoglia testo sportivo. 
Ciononostante ho voluto fortemente continuare a recensire testi sul mondo dello sport, anche come semplice testimonianza. Bene, col senno di poi posso dire di essere molto contento di questa scelta. La scorsa settimana, infatti, ho ricevuto via mail la recensione di un libro da parte di un appassionato di storia del ciclismo che risponde al nome di Carlo Delfino. Egli ha all'attivo diverse pubblicazioni assai affascinanti. Nei prossimi mesi cercherò di dare spazio alla presentazione di queste opere, alcune delle quali assolutamente uniche e imperdibili (a titolo esemplificativo cito la "Storia Enciclopedica della Milano-Sanremo", o i testi su due grandi corridori ingiustamente sottovalutati come Brunero e Valetti). In questo caso Carlo ha recensito in esclusiva per Blog-In un testo che racconta la storia di Carlo Gambacurta.
Un grazie di cuore a Carlo per la recensione e i più sentiti complimenti per lo straordinario lavoro svolto in questi anni.

IL RITORNO DEL "MIGLIORE"...CRONACHE SPORTIVE, EPISODI E NOTE AUTOBIOGRAFICHE DI CARLO GAMBACURTA CORRIDORE CICLISTA DI ALTRI TEMPI
2011, Agostino Gambacurta (il figlio) e Giorgio Di Giuseppe.
Edizioni La voce del Tempo, 240 pagine, poche foto ma abbastanza belle


Certo che Gambacurta non è un gran nome per un atleta…se poi questo è un ciclista lo è ancor meno.  Però questa storia andava raccontata e sono contento di aver comprato questo volume.
Cominciò tutto con il fatto che da casa Gambacurta, anziano ottantaseienne, ex corridore ciclista assistito dalla badante, un bel giorno scomparve una pila di giornali d’epoca gelosamente custoditi da lui stesso perché raccontavano le sue imprese. Non si sa se ci sia stato un furto (su commissione..?) o un eccesso di zelo e pulizia della donna, fatto sta che tutta la carriera dell’ex campione sparì all’improvviso. Dopo qualche mese l’anziano salì al “paradiso dei ciclisti” e al figlio rimase il rimpianto di aver perso col caro papà anche i suoi ricordi giovanili e si sentì un po’ in colpa per non aver accudito con più attenzione i di lui cimeli.
Con l’aiuto di Di Giuseppe e con anni e anni di ricerca in biblioteche ed emeraloteche si riuscì a ricostruire tutta la carriera di Carlo Gambacurta e finalmente venne pubblicato tutto questo “ben di dio” di cronache e notizie dove si respira polvere e olio canforato.
Ma chi era Gambacurta? Stiamo parlando di quel ciclismo di provincia (anche se siamo a Roma Capitale) che ha caratterizzato più di cinquant’anni di storia italiana. L’ambiente è quello sano, sanissimo delle corse di paese dove i ragazzi si trovavano senza neppure accorgersene a fare del bel agonismo, dove la rivalità tra rioni e città carpiva l’attenzione di tutti quando, in un’Italia senza traffico e con strade impossibili, ogni domenica ed ogni giornata di festa era l’occasione per far girare i pedali e misurarsi con i coetanei per una coppa, un premio o per il sorriso di una ragazza.
Carlo Gambacurta comincia a pedalare così e senza quasi rendersene conto si trova a gareggiare con Gepin Olmo, con Martano, con Pavesi, con Aldo Bini, con Varetto, con Minasso con Ricci e Giuppone. Ma nelle cronache dell’epoca e negli ordini d’arrivo dettagliati e precisi c’è posto anche per un modesto Edmondo Nulli (colui che sarebbe divenuto costruttore di biciclette e avrebbe dato a Fausto Coppi maglia e mezzo meccanico per ritornare grande), c’è posto per il coriaceo Montelpari e il completo Levantini.  C’è posto per uno scalatore formidabile di cui le cronache del grande ciclismo non hanno mai raccontato: Antonio Cerioni che, emulo di Federico Martin Bahamontes, arrivava in cima alle salite con tre o quattro minuti di vantaggio e poi in discesa tirava troppo i freni. Ma il protagonista assoluto di questo libro è l’ambiente delle società sportive degli anni trenta che profondevano rivalità, passione e applausi per questi ragazzi, leali, sinceri, vogliosi di fama, insomma la migliore gioventù della nostra nazione che purtroppo si stava inesorabilmente avviando verso il baratro del conflitto mondiale. Tra aneddoti, cronache, fotografie e documenti la carriera di Gambacurta si dipana sotto i nostri occhi e il campioncino di Roma arriva fino alle soglie del professionismo correndo anche il Giro d’Italia e incrociando i pedali con Del Cancia, Bartali, Guerra, Di Paco, Piemontesi, Bergamaschi…. insomma tutta la crema del ciclismo nazionale.
Ma il complimento più bello a Gambacurta lo fa il “grande patriarca” Alfredo Martini che racconta nella prefazione di averlo avuto per fortunato sorteggio come guidatore della moto nella ROMA NAPOLI ROMA del 1950. “Dopo un primo momento di apprensione perché non conoscevo il mio “allenatore”, mi resi ben presto conto di essermi agganciato alla lambretta guidata magistralmente da un uomo che SAPEVA COSA VOLEVA DIRE PEDALARE” e se lo dice Alfredo…

Carlo Delfino*


CARLO DELFINO, classe 1955, varazzino, di professione medico-chirurgo, possiamo definirlo uno scrittore di ciclismo storico. Non è un giornalista, non è una penna illustre, non è un avido collezionista, non è un “uomo di case editrici” pronto a commissioni librarie. Prima da solo poi in tandem con Petrucci, ha al suo attivo una dozzina di pubblicazioni portate a termine con un certosino lavoro di ricerca, analisi e sviluppo di una miriade di dati, lavori che hanno dato luogo a resoconti di epoche, personaggi, corse e specifici episodi, raccontati con tanta passione. Non lo vedrete mai scrivere su argomenti triti e ritriti…i suoi lavori portano sempre un contributo originale in termini di argomenti e immagini d’epoca alla ricerca soprattutto di personaggi e corridori erroneamente definiti di secondo piano, ma che hanno scritto insieme ad altri la meravigliosa storia del ciclismo e della bicicletta italiana. E’ stato insignito recentemente a Pistoia del Premio Bardeli per l’editoria sportiva. Collabora con svariate riviste di ciclismo e con quanti gli propongono lavori di rivisitazione storica.

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