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Christof Innerhofer e le sue tre, storiche, medaglie iridate |
Ecco il bilancio finale della spedizione azzurra ai Mondiali di Sci Alpino di Garmisch, conclusisi domenica scorsa. Non potevo non chiedere un parere a Mattia Boato, maestro di sci nonché collaboratore della redazione olimpica di Sky Sport e già autore per il blog di alcuni articoli (l'ultimo su Jon Olsson, lo sciatore totale: vedi). Nelle parole di Mattia i più e i meno di questa rassegna iridata in cui l'Italia ha ottenuto ottimi risultati malgrado l'incomprensibile ostracismo del presidente Federale Morzenti nei confronti del Ct Claudio Ravetto.
Nessuno avrebbe potuto pensare che gli azzurri potessero tornare dai mondiali di Garmisch con 6 medaglie, il miglior bottino da 14 anni a questa parte. Nulla nello sci è casuale, certo ci vuole tanta fortuna e a Garmisch la dea bendata ha saldato il conto aperto esattamente un anno fa a Vancouver. Assolutamente lecita quindi qualsiasi manifestazione di entusiasmo per questi grandi risultati che ci hanno permesso di chiudere al terzo posto nel medagliere, se poi teniamo conto che la Francia è al secondo posto per l'oro vinto nel Team Event, il risultato che ci portiamo a casa è straordinario.
I PIU’ E I MENO DEI MONDIALI DI GARMISCH
Segno + per Innerhofer che dopo una buona stagione, sempre lì con i primi soprattutto in prova, porta a casa 3 medaglie anche quando le condizioni della pista non lo favoriscono. Christof è stato una bella conferma più che una sorpresa, sono ormai un paio di anni che Ravetto continua a dire che Inner ha un gran talento ed è lo sciatore più “moderno” che ci sia in Italia.
Segno – per i gigantisti. Per anni la squadra di gigante è stata tra le più forti del mondo, oggi le cose sono cambiate. A Garmisch gara disastrosa, passi, può capitare. Il tasto dolente è il ricambio generazionale, per ora c'è solo un buon Borsotti che però deve ancora fare tanto e ha tutte le qualità per crescere, deve però avere l'opportunità di fare il proprio percorso in tranquillità senza troppe pressioni.
Segno + per Fill e Brignone. Peter è nuovamente nel giro dei grandi ad un anno dal rientro da quell'infortunio pauroso, talmente particolare che nessuno sapeva se sarebbe mai tornato quello di prima.
La Brignone ha infilato due manche perfette su una pista, quella del gigante femminile, che a dir la verità è stata la meno “mondiale”.
Doppio segno – per la Federazione Italiana Sport Invernali o meglio per i suoi dirigenti. Ravetto sembra sempre più distante dal rinnovo del proprio contratto. Le voci sono molte e, come spesso accade in questi casi, contrastanti. Resta il fatto che dati i mezzi messi a disposizione il CT Ravetto ha fatto miracoli e dal punto di vista prettamente tecnico allontanarlo è una bestemmia.
Segno + per Manfred Moelgg. Tutti aspettavano la medaglia da Giuliano Razzoli e invece ecco Manni balzare sul podio. Doveva ancora arrivare un podio in questa stagione ed è arrivato quello più importante, un podio al mondiale ti consegna alla storia dello sci.
Nel complesso quindi degli ottimi mondiali, anche considerando che gente come Paris e Heel potranno completare insieme a Innerhofer e Fill una squadra di Discesa e Super-G davvero forte come ai tempi di Ghedina, Runggaldier, Perathoner e Vitalini.
Segnali positivi anche in campo femminile con 3 italiane nelle 6 in gigante.
Speriamo che il progetto continui, nel frattempo con la polemica Ravetto-Morzenti siamo riusciti a rovinarci la festa più bella. Non importa, le medaglie erano già nostre.
Mattia Boato
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