Il Fair Play Finanziario: la guida per capirne di più #2 (di Rado il Figo)


Il club, tuttavia, ha ancora una porta aperta, anche se superasse questa prima soglia di scarto accettabile, che può essere estesa fino a €. 45.000.000, ma a patto che sia interamente coperta dai contributi dei soci e/o delle parti legate (mia personale traduzione per l’originale francese parties liées) al club.
La soglia suddetta sarà però valida solo per le prime stagioni di applicazione del fpf (2013/14 e 2014/15), essendo già previsto un suo progressivo abbassamento, quantificato in €. 30.000.000 per le stagioni dal 2015/16 al 2017/18 e per una cifra ancora minore da determinarsi dal 2018/19 in poi.
Come detto, arrivati a quest’ultima soglia, il fpf prevede un intervento diretto dei soci e/o delle parti legate. Queste ultime sono sia tutti gli enti legati al club perché facenti parte dello stesso gruppo e/o comunque fra loro associati, anche per avere gli stessi assetti proprietari o gli stessi soggetti che ne esercitano il controllo o hanno un’influenza notevole, sia tutte le persone o i loro familiari prossimi che esercitano un controllo o hanno un’influenza notevole sul club o che figurano fra i principali dirigenti del club o della eventuale società madre.
I soci devono coprire lo scarto accettabile attraverso versamenti in conto capitale (versamenti a fronte di aumenti, anche futuri, di capitale) o coll’utilizzo dei fondi di riserva (utili di esercizi precedenti accantonati e non distribuiti fra i soci); le parti legate devono invece effettuare versamenti in conto capitale a fondo perduto (senza obbligo di rimborso o di qualsivoglia contropartita), ivi comprese rinunce a propri crediti e/o transazioni finanziarie, ma solo per la parte eccedente il valore normale di mercato dell’operazione. Sia per i soci che per le parti legate, si deve trattare di veri e propri versamenti, nulla valendo dichiarazioni d’intenti o impegni per versamenti futuri. Analogamente non sono considerati contributi validi ai fini della copertura dello scarto accettabile i giri di poste per rivalutazioni di attivi di bilancio, gli aumenti dei fondi di riserva non legati ad effettivi versamenti e tutti i contributi che comunque possano essere inquadrati e/o contabilizzati come debiti o per i quali sono previste contropartite di qualsiasi natura. Detto in parole povere, lo scarto accettabile deve essere interamente coperto a pagamento (ovvero tramite versamento di somme di denaro nella casse sociali) o, se a titolo gratuito, solo coll’utilizzo dei fondi di riserva (ovvero rinunciando i soci a utili precedentemente accantonati in bilancio); in nessun caso può essere coperto ricorrendo a debiti, in qualsiasi forma essi poi effettivamente appaiano in bilancio.

Qui è necessario aprire una parentesi su quanto prevede il diritto italiano al riguardo: i club professionistici devono essere obbligatoriamente delle società per azioni (spa) o delle società a responsabilità limitata (srl), entrambe società di capitali, i cui bilanci sono sottoposti (anche) alle norme del codice civile, che prevedono, fra le altre, l’intervento dei soci in caso di perdita d’esercizio di oltre un terzo del capitale sociale. Le norme UEFA sul fpf differiscono su vari aspetti: in primo luogo, fanno riferimento ad un periodo pluriennale e non parlano di singolo esercizio; in secondo luogo, come anticipato, non si parla, se non marginalmente, di risultato economico d’esercizio (differenza fra ricavi e costi) ma di risultato relativo al fpf (differenza fra ricavi determinanti e costi determinanti). Proseguendo, in caso di risultato negativo, gli scarti accettabili sono espressi in termini assoluti e non in proporzione al capitale. Ovvero, a prescindere dall’entità del capitale sociale, le soglie rimangono sempre di 5 o di 45 milioni, mente il codice civile parla di un terzo del capitale sociale. Infine, il fpf prevedendo l’integrale copertura dello scarto accettabile con un intervento diretto di soci e/o parti legate; viceversa il codice civile prevede anche la possibilità di ridurre il capitale a copertura delle perdite, rendendo obbligatorio per i soci mettere mano al portafoglio solo per eventualmente riportarlo al minimo imposto dallo stesso codice o dalle leggi speciali (a meno di non voler sciogliere o trasformare la società).

Continuando ora col fpf, i contribuiti dei soci e delle parti legate devono essere versati e contabilizzati o in uno qualsiasi dei bilanci 2011/12, 2012/13 o 2013/14 oppure entro il 31 dicembre 2014. In quest’ultimo caso, facendo i contributi parte del bilancio 2014/15 (periodo di reporting 2015), non potranno più essere considerati ai fini del periodo di sorveglianza successivo (periodi di reporting 2013, 2014 e 2015): agli effetti pratici, insomma, è come se facessero parte del bilancio 2013/14.

Tuttavia, è ancora possibile per un club rientrare nelle esigenze relative al fpf, anche in caso di sorpassa le soglie di scarto accettabile, se supera positivamente l’esame mirato sui seguenti cinque fattori elencati nell’Allegato XI del Regolamento:
a)      ampiezza e tendenza del risultato relativo al fpf: entità del deficit sia in termini assoluti sia in rapporto ai ricavi determinanti e suo andamento temporale;
b)      impatto dei flussi di cambio: influenza sull’ammontare del deficit dei tassi di cambio, qualora si usasse una moneta di conto diversa dall’euro (si pensi ai club inglesi che ancora usano la sterlina). Ovviamente per il nostro esempio basato su un club italiano, questo fattore non può essere preso in considerazione;
c)      risultato preventivo relativo al fpf 2014/15 (periodo di reporting 2015). L’UEFA si riserva il diritto, per una migliore valutazione, di chiedere i bilanci preventivi anche dei due successivi esercizi (2015/16 e 2016/17);
d)     correttezza del budget: realismo e coerenza del risultato relativo al fpf del piano di conformità eventualmente sottomesso precedentemente dal club all’UEFA (presumo, vicinanza a quello realmente verificatosi);
e)      indebitamento: i debiti del club, valutati a seconda delle fonti (ovvero chi sono i suoi creditori), della capacità di pagare gli interessi ed il capitale e dell’anzianità (da quanto tempo sono riportati a bilancio), anche attraverso l’uso di determinati indici di bilancio;
f)       forza maggiore: tutte quelle circostanze impreviste ed imprevedibili, totalmente al di fuori del controllo del club.
Per i primi due anni di applicazione (2013/14 e 2014/15) sono previsti ulteriori due fattori di valutazione:
g)      tendenza positiva del risultati annuali relativi al fpf, considerati come prova che il club abbia dato vita ad un concreta strategia per entrare nel futuro nelle esigenze del fpf;
h)      prova che il deficit globale è dovuto unicamente al deficit del 2011/12, causato dai contratti coi giocatori conclusi entro il 31 maggio 2010 (in caso di loro successiva rinegoziazione, non sono più presi in considerazione a questi fini).

Contrariamente ai fattori visti precedentemente, di carattere “oggettivo” (dove parlano i numeri e stop), questi sono invece prettamente “soggettivi”, ovvero legati a valutazioni personali, in quanto tali opinabili e colla concreta possibilità di difformità da persona a persona. Il che, a titolo, appunto, personale, non è di certo il massimo, specie quando si porta avanti la lotta per un miglior controllo dei conti di bilancio, per quanto una certa flessibilità non possa nuocere in certi casi (pensiamo alla forza maggiore della lettera f). Facile prevedere polemiche dei club “virtuosi”, anche se a livelli diversi, esclusivamente per i propri conti o per il contributo dei propri soci, contro chi sarà considerato comunque “conforme” esclusivamente in base ad una valutazione degli organi UEFA.

In conclusione, se il club non riuscisse ad essere valutato in regola colle esigenze del fpf nemmeno prendendo in considerazione questi ultimi fattori, solo allora sarà sottomesso alle misure previste dal Regolamento Disciplinare UEFA che potranno portare alla sua (certa) esclusione dalle coppe europee.

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