Amarcord - Emozioni del passato (7): Alberto Tomba oro nel gigante a Calgary '88 (video dalla diretta di Telemontecarlo)

Alberto Tomba nel gigante di Calgary '88
Alberto Tomba è stato probabilmente il personaggio sportivo italiano più importante degli ultimi 30 anni. Potrebbe sembrare una forzatura, ma quello che è riuscito a fare lo sciatore bolognese è davvero unico. Lo sci era - e per molti è ancora - sinonimo di Alberto Tomba. Durante gli anni della sua inarrivabile carriera, "La Bomba" riuscì a far innamorare milioni di italiani allo sci, trasformando i pranzi del fine settimana in appuntamenti fissi davanti alla Tv per seguire le sue imprese. Non solo. Come emerge nel pezzo scritto su Repubblica da Leonardo Coen il 26 febbraio 1988, Tomba riuscì addirittura a interrompere il Festival di Sanremo per seguire in diretta la sua manche olimpica. Altri tempi. Durante le Olimpiadi di Calgary '88, il campione di Castel de' Britti conquistò due straordinarie medaglie d'oro (slalom e gigante). Nello slalom rimontò dal terzo posto della prima manche, mentre nel gigante partì con il numero 1 dominando la prima manche e gestendo il vantaggio nella seconda.
Ecco il pezzo celebrativo di Coen:

Si vede ben poco qui al traguardo, appena le ultime cinque porte. Questo slalom gigante mi sembra quanto la Vasaloppet. Il grande tabellone elettronico scandisce secondi e centesimi della discesa di Tomba. La seconda manche è un' agonia per chi l' aspetta all' arrivo. Non solo noialtri, che pure siamo scaramantici. Anche gli avversari di Alberto stanno lì con gli occhi per aria in attesa del suo arrivo. Ecco l' austriaco Hubert Strolz che per ora è il migliore. Ecco Pirmin Zurbriggen, ecco il bergamasco Ivano Camozzi che ha fatto la gara della vita ed è sorprendentemente terzo. Poi la folla urla scatenata. Cavallo Pazzo è spuntato dietro una cunetta. Sono le 14 e 24. Scia tranquillo, quasi in souplesse. Sicuro come non mai. Si vede che non spinge, gli interessa ben poco vincere anche la seconda manche, meglio amministrare il grande vantaggio della prima. Anzi, alla maniera dei ciclisti, gli sprinter che dominano le volate, solleva i pugni al cielo tagliando il traguardo. "Dio caro ce l' ho fatta" grida felice, "sono davvero il più forte del mondo!", i canadesi non capiscono ma applaudono il nuovo campione olimpico, l' erede di Stenmark, di Thoeni, di Killy e di Sailer. Lui alza le racchette, "Stupendo, stupendo" esclama, incapace di dire di più, si getta verso l' angolo dei tifosi di Sestola, "siete voi che portate fortuna", noi abbiamo vinto, gli rispondono quelli, chi piange, chi esulta, chi si butta contro la transenna per scavalcarla, "sei stato grande Albertone", non sanno ancora che in Italia il festival di Sanremo è stato interrotto per annunciare il trionfo di Tomba, questa vittoria annunciata, trepidata, sofferta, "avevate paura voi, io no, io ho solo preso il minimo dei rischi. Ho corso una intelligente seconda manche. Il numero 1 di pettorale mi ha permesso di correre nelle migliori condizioni". Quelli della Abc cercano di agguantarlo, di trascinarlo nei loro gabbiotti, macchè, Alberto vuole telefonare a casa, parlare con mamma Maria Grazia, col fratello Marco. In America si telefona ovunque. Anche sulle piste di sci. "I tifosi ti acclamano" racconta Marco, "tu falli entrare a casa, dagli da bere" replica Alberto Tomba da Nakiska, stato dell' Alberta, Canada. La Rai gli chiede un minuto per il telegiornale in diretta, i tedeschi hanno pronto un elicottero, le Giubbe Rosse lo invitano alla premiazione, quella vera sarà nella Plaza di Calgary, "non sono andato forte soltanto io, anche Camozzi che è arrivato quarto" ripete Tomba ai giornalisti, è il giorno più bello della mia vita, "sapete io sembro uno spavaldo, ma non lo sono" confessa, intanto s' incammina verso il podio sulla neve. Una giornata come questa non capita spesso, non ne ricorda molte lo sci italiano. Un venerdì, come venerdì fu il giorno che vinse la Magoni quattro anni fa. Con la differenza che Tomba ieri ha corso una straordinaria prima manche. Scia tranquillo Cavallo Pazzo, affronta le porte deciso, ma composto. Padrone degli sci che il fido Majolani gli ha superbamente preparato. Taglia dentro le curve sfiorando i pali, mai sollevando neve. Che è dura, compatta, la più adatta alla sciata dello slalomista bolognese. I cannoni degli organizzatori canadesi hanno sparato per giorni, sotto i Rossignol di Tomba ci sono 88 centimetri alla partenza, adesso che è al primo intertempo ce ne sono 96 centimetri e intanto il cronometro si ferma a 23 e 69, e a metà dei 1151 metri del percorso, al secondo intertempo, 37 e 11, finalmente arriva il falsopiano dopo l' ultimo "fallaway", il salto: qui Alberto innesca il turbo, lascia scorrere gli sci con grande destrezza. E' negli ultimi trecento metri che fra lui e gli altri si abbassa il sipario. Tatticamente, una manche corsa con grande intelligenza: il gigantista deve essere freddo e calcolatore, deve mantenere la calma, deve ragionare anche quando pensi di non averne il tempo. Alberto sorride, nemmeno sfiata tanto: ora non gli resta che aspettare. Vedere il risultato costruirsi poco alla volta. Scende Maartin hangl e sono subito tre secondi e 60 centesimi di distacco per lo svizzero che pure non è pivello. Bene il bergamasco Ivano Camozzi, sesto. E poi gli ussari austriaci, che attaccano furiosamente e ci lasciano a turno le penne. Comincia Guenther Mader, due secondi e 83 centesimi alla prima manche sono un' eternità. Hubert Strolz parte che sembra scatenato, fa meglio di Tomba al primo intermedio, 23 e 52, poi fatalmente paga lo sforzo e si deve accontentare di una onorevole difesa, un secondo e 14. Helmut Mayer che aveva vinto a Kraniska Gora, due secondi e 41. Una Caporetto, questa volta con gli sci. L' orgoglio e la stoffa del fuoriclasse salvano Pirmin Zurbriggen due volte: la prima, perchè dopo venti secondi rischia di saltare una porta e si salva con un poderoso colpo di reni: la seconda, perché contiene il distacco in un secondo e 66 centesimi. I centoventi concorrenti (un record di iscrizioni) sfilano con i loro sogni e Tomba continua imperterrito a scherzare, come sempre. Anche durante quelle lunghissime tre ore, prima della seconda manche, trascorse nell' albergo del Golf club locale. Ora il nostro eroe dello sci, "il re della neve" dice che avrà da suo padre la Ferrari, "la voglio rossa" fa sapere. Coi soldi che gli avanzano costruirà una piscina tutta per sè a San Lazzaro di Savena. 

Ed ecco invece il video della seconda manche dello slalom gigante di Calgary '88 tratto dalla diretta di Telemontecarlo col commento dell'ottimo Bruno Gattai. Una curiosità è che la grafica Tv era già piuttosto evoluta, con schede degli atleti e sovraimpressioni pubblicitarie.


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About Simone Salvador

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