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Maurizio Beretta, presidente Lega Serie A |
VEDI SPECIALE RIPARTIZIONE DIRITTI TV (come si dividono i soldi le squadre di Serie A)
Pochi giorni fa è passato quasi inosservato sulla Gazzetta un articolo assai interessante relativo a introiti provenienti dai diritti Tv (collettivi), redditività e fatturato della Serie A. Lo studio è della società bolognese Stage Up che ha calcolato come cambia la redditività delle 20 squadre di A (19, manca il Cesena) dopo l'entrata in vigore della legge Melandri-Gentiloni. Una legge molto discussa, che al momento, però, sembra aver portato degli importanti benefici al sistema-calcio italiano. Grazie al lavoro competente dell'advisor Infront, infatti, il calcio italiano ha chiuso un accordo collettivo sui diritti Tv che supera i 900 milioni di euro. Una boccata d'ossigeno per molti club e un'iniezione di soldi freschi per tutto il massimo campionato. Ciò significa che, se le società di Serie A non ripeteranno gli errori del recente passato a livello di gestione economico-finanziaria, nel futuro prossimo potremmo assistere a formazioni italiane più forti e quindi a campionati maggiormente equilibrati e ad una presenza più competitiva dei nostri club a livello di coppe europee. Già il calciomercato appena concluso ha dimostrato un calcio italiano più reattivo, non in balia dei club stranieri. Gli ingaggi dei vari Ibrahimovic, Robinho, Hernanes, Krasic, Eduardo, Veloso, Rafinha dimostrano come anche i nostri club abbiano la possibilità di operare bene e acquistare sul mercato internazionale.
Pochi giorni fa è passato quasi inosservato sulla Gazzetta un articolo assai interessante relativo a introiti provenienti dai diritti Tv (collettivi), redditività e fatturato della Serie A. Lo studio è della società bolognese Stage Up che ha calcolato come cambia la redditività delle 20 squadre di A (19, manca il Cesena) dopo l'entrata in vigore della legge Melandri-Gentiloni. Una legge molto discussa, che al momento, però, sembra aver portato degli importanti benefici al sistema-calcio italiano. Grazie al lavoro competente dell'advisor Infront, infatti, il calcio italiano ha chiuso un accordo collettivo sui diritti Tv che supera i 900 milioni di euro. Una boccata d'ossigeno per molti club e un'iniezione di soldi freschi per tutto il massimo campionato. Ciò significa che, se le società di Serie A non ripeteranno gli errori del recente passato a livello di gestione economico-finanziaria, nel futuro prossimo potremmo assistere a formazioni italiane più forti e quindi a campionati maggiormente equilibrati e ad una presenza più competitiva dei nostri club a livello di coppe europee. Già il calciomercato appena concluso ha dimostrato un calcio italiano più reattivo, non in balia dei club stranieri. Gli ingaggi dei vari Ibrahimovic, Robinho, Hernanes, Krasic, Eduardo, Veloso, Rafinha dimostrano come anche i nostri club abbiano la possibilità di operare bene e acquistare sul mercato internazionale.
In fondo il tifoso medio ha come desiderio primario quello di vedere la propria squadra vincere e se un un solo sostanziale cambiamento di format (la partita alle ore 12.30 che, dati alla mano, cambierà di poco le abitudini di abbonati allo stadio e tifosi; al venerdì e al lunedì si giocheranno pochissime partite durante l'anno, nemmeno una decina), una telecamera nello spogliatoio e un paio di interviste in più portano benefici a livello di bilancio con conseguente maggior peso sul mercato e possibilità di investimento, ne è sicuramente felice. Con buona pace dei denigratori del calcio-spezzatino, integralisti del "tutte le partite la domenica alle 15.00". Vero, era molto bello e avvincente, ma con la nostalgia e i sentimentalismi si va poco lontano. Se il calcio italiano non si fosse adeguato ai tempi (e alle esigenze televisive) mantenendo la contemporaneità delle partite e non suddividendo le giornate con anticipi e posticipi, molto probabilmente non esisterebbe nemmeno più o sarebbe ai livelli - con tutto il rispetto -del campionato del Tagikistan (vedi seconda tabella sul fatturato...).
REDDITIVITA' (o reddito operativo): è ciò che resta dalla sottrazione ricavi meno costi. Nel complesso, calcolando la redditività di tutte le 19 squadre, il calcio italiano segna un + 400.000 € rispetto al -8,3 milioni di euro del 2008/2009 (stagione presa a parametro). Premessa fondamentale è che la struttura dei costi resti inalterata. Considerando la maggior attenzione sugli ingaggi e sui contratti dei calciatori (ormai quasi tutti presentano una base fissa, inferiore a quella di qualche anno fa, e una parte variabile legata a bonus e premi), è facile pensare - e comunque auspicabile - che il dato possa essere ancora migliore nei prossimi anni.
RICAVI DA DIRITTI TV 2010/2011: dalla tabella si evince un significativo balzo in avanti per tutte le squadre, in particolare per le cosiddette medio-piccole che segnano mediamente un + 10 milioni di euro (capofila la Sampdoria con un +17 milioni di euro). L'obiettivo della legge Melandri-Gentiloni, infatti, era quello di ridurre il gap a livello di introiti televisivi tra le grandi e il resto del gruppo. Il dato è parametrato con l'ultimo contratto televisivo individuale siglato dai vari club.
SQUADRA | REDDITIVITA’ | RICAVI DA DIRITTI TV |
INTER | -145, 5 MILIONI | + 4,5 MILIONI |
UDINESE | -7,4 MILIONI | + 10 MILIONI |
BARI | -7,3 MILIONI | + 11,5 MILIONI |
LECCE | -7,1 MILIONI | = |
MILAN | -5,4 MILIONI | + 4,5 MILIONI |
BOLOGNA | -3,6 MILIONI | + 8,5 MILIONI |
SAMPDORIA | -2,7 MILIONI | + 17 MILIONI |
NAPOLI | +34,1 MILIONI | + 14 MILIONI |
PALERMO | +31,5 MILIONI | + 9 MILIONI |
JUVENTUS | +23,9 MILIONI | + 10 MILIONI |
LAZIO | +22,6 MILIONI | + 10,5 MILIONI |
CATANIA | +16,9 MILIONI | + 8,5 MILIONI |
FIORENTINA | +16,3 MILIONI | + 7,5 MILIONI |
CAGLIARI | +12,5 MILIONI | + 11 MILIONI |
GENOA | +12,3 MILIONI | + 10,5 MILIONI |
PARMA | + 7 MILIONI | + 10 MILIONI |
CHIEVO | + 5,1 MILIONI | + 9 MILIONI |
BRESCIA | + 2,9 MILIONI | = |
ROMA | + 2,3 MILIONI | + 11 MILIONI |
FATTURATO: altro dato molto significativo riguarda il fatturato dei principali campionati europei.
In particolare è interessante analizzare il peso delle tre voci principali: diritti Tv, botteghini,
merchandising. Personalmente trovo abbastanza "dubbio" il dato relativo al peso del merchandising
in italia. Considerando che bancarelle con prodotti non ufficiali e contraffazioni sono spesso la
regola, il 24% che Stage Up attribuisce alla Serie A sembra quantomeno generoso.
In particolare è interessante analizzare il peso delle tre voci principali: diritti Tv, botteghini,
merchandising. Personalmente trovo abbastanza "dubbio" il dato relativo al peso del merchandising
in italia. Considerando che bancarelle con prodotti non ufficiali e contraffazioni sono spesso la
regola, il 24% che Stage Up attribuisce alla Serie A sembra quantomeno generoso.
Oltre a ciò, si nota in modo chiaro come - Ligue 1 a parte - negli altri campionati le varie voci siano
molto più equilibrate in termini percentuali rispetto alla Serie A dove la differenza tra ricavi Tv e
botteghino è quasi imbarazzante. Si ritorna al discorso di cui sopra. Considerando il livello e l
a qualità dei nostri stadi, è proprio la Tv col tanto bistrattato calcio-spezzatino a tenere in vita Lega e
club...
molto più equilibrate in termini percentuali rispetto alla Serie A dove la differenza tra ricavi Tv e
botteghino è quasi imbarazzante. Si ritorna al discorso di cui sopra. Considerando il livello e l
a qualità dei nostri stadi, è proprio la Tv col tanto bistrattato calcio-spezzatino a tenere in vita Lega e
club...
CAMPIONATO | FATTURATO | % DIRITTI TV | % BOTTEGHINO | % MERCHANDISING |
PREMIER LEAGUE | 2,65 MILIARDI | 53% | 26% | 21% |
BUNDESLIGA | 1,52 MILIARDI | 34% | 23% | 43% |
SERIE A | 1,5 MILIARDI | 63% | 13% | 24% |
LIGA | 1,43 MILIARDI | 44% | 26% | 30% |
LIGUE 1 | 980 MILIONI | 68% | 14% | 18% |
Ho alcuni dubbi:
RispondiElimina1) considerando che i bilanci del 2009/10 non saranno disponibili che a gennaio 2011 (i famosi 6 mesi di dilazione da c.c. che tutti usano), mi chiedo come abbiano fatto a fare confronti coi dati del 2008/09
2) il reddito operativo non è la differenza fra tutti i ricavi e i costi, ma solo quelli relativi alla gestione ordinaria. Non so se per le società calcistiche vi facciano rientrare anche le operazioni sulle immobilizzazioni (specie immateriali) che per aziende "normali" sono operazioni straordinarie. Parlo ovviamente della compravendita di giocatori
3) sul merchandising è anche vero che lì sono riportati il fatturato della società, e non di chi sfrutta il marchio dei club. Viceversa non mi stupisce affatto la mole di denaro delle tv tedesche danno alla Bundesliga: già col market pool i club tedeschi incassano cifre che li fanno staccare dagli altri club europei impegnati nelle coppe.
Chiedo a chi se ne intende di conti,come fa preziosi del genoa ad andare sotto di 35-40 milioni di euro ad ogni sessione di mercato(che sia giugno o gennaio)e a non incorrere mai in problemi economici o a sanzioni in termini di punti o disciplinari?Grazie anticipatamente per la risposta.
RispondiEliminaPerché le cifre "di mercato" come indicate nei giornali non hanno alcuna valenza a livelli di bilancio.
RispondiEliminaIl cosiddetto "saldo di mercato" è null'altro che la differenza fra prezzi di acquisto e prezzi di cessione. A livello economico, in bilancio, fra i costi vanno solo la parte del prezzo di acquisto relativa all'ammortamento annuale (per dare un'idea, non tutto il costo intero ma questo diviso per gli anni di contratto) e le minusvalenze, fra i ricavi non tutto il prezzo di cessione ma solo la differenza fra questo ed il valore di bilancio del giocatore (costo storico d'acquisto, eventualmente rivalutato, meno gli ammortamenti fin lì eseguiti).
Per fare un esempio: il Genoa compra A per 200, con un contratto quinquennale, e vende B per 100, acquistato per 60, contratto triennale in scadenza.
I giornali ti metteranno: Genoa in passivo per 100 (200-100). A livello economico le cose non stanno così. I costi sono solo 40 (200/5), i ricavi sono invece 80 (100-(60-40)), per cui le due operazioni fruttano un utile (stagionale) di 40 (80-40).
Grazie mille per la spiegazione,sei stato molto esauriente e molto competente.Io e molti miei amici ci chiedevamo da tempo come faceva a"starci dentro"ora è tutto più chiaro,quindi in questo modo può comprare molto di più di ciò che vende nella mia ignoranza facevo la somma algebrica degli acquisti/cessioni invece la finanza ha altre componenti che non conoscevamo,grazie ancora della delucidazione.
RispondiEliminaDi niente. Tieni presente che l'esempio che ho fatto io è, per l'appunto, un esempio, non avendo sotto mano i bilanci del Genoa (che volendo si possono avere chiedendoli, dietro versamento dei diritti di segretaria, presso qualsiasi sede della Camera di Commercio in Italia: essendo il Genoa una società di capitali, è obbligato a renderli pubblici col deposito degli stessi al Registro Imprese). Nulla vieta che effettivamente il Genoa chiuda in perdita il mercato, anche se i conti - causa ammortamenti - si fanno solo a fine stagione.
RispondiEliminaGiusto per completare il discorso, comunque le penalizzazioni stile Bologna di quest'anno sono dovute per i mancati (o meglio ritardati) pagamenti di stipendi e ritenute fiscali sugli stessi. Ma questo è un capitolo che non ho mai approfondito ;-)
Si chiaro il Bologna è una questione a parte chiaramente,diciamo che ci eravamo interessati alla situazione del genoa perchè è l'unica delle squadre di fascia media a fare tanti acquisti molto onerosi,mentre altre realtà anche più importanti come Palermo,Fiorentina,Sampdoria ecc tendono,specialmente negli ultimi anni a ridurre drasticamente il valore economico degli acquisti e il loro monte ingaggi.
RispondiEliminaQuindi il genoa rappresentava nella mia ignoranza una grande anomalia,oltre che per gli acquisti dei cartellini,per il monte ingaggi da prime quattro della classe a fronte di piazzamenti da metà classifica,da li la mia curiosità,grazie ancora per le delucidazioni.
Ps sia chiaro niente contro il genoa per carità:)
Mi inserisco,dico la mia,in effetti la possibilità di dilazionare o meglio poter ammortizzare nella durata del contratto il costo del cartellino del giocatore è una cosa importante per le società,probabilmente il genoa si espone ad un maggior rischio di altre squadre della sua fascia(Sampdoria,Napoli,Palermo,Fiorentina)nel peggiore dei casi anche se i giocatori non rendessero probabilmente sanno che riescono a rimpiazzare il giocatore acquistato almeno allo stesso prezzo pagato per l'acquisto quindi l'unica spesa sarebbe l'ingaggio in quel periodo.
RispondiEliminaAlex
Ps sia chiaro niente contro il genoa per carità:)
RispondiEliminaSu questo vai tranquillo: tifo Sampdoria ;-)
Peccato che la Samp si stia ridimensionando con le ultime cessioni(tanto per restare in argomanto di bilanci) anche se dopo aver vissuto annate splendide ci può stare qualche anno di"freno"per riequilibrare i conti.
RispondiEliminaEh Eh a Genova a parte quattro gatti nostalgici dell'800 sono tutti Sampdoriani:)
RispondiEliminaAndre
a parte che a genova la maggioranza è genoana, ma nel calcolo di bilancio sovra esposto, c'è anche la cessione di un cespite. Se lo vendi a più di quanto l'avevi comprato, realizzi una plusvalenza, altrimenti una minusvalenza. quindi non c'è solo l'ammortamento di mezzo direi.. a naso..
RispondiEliminauhm spe ho riguardato il calcolo, non avevo notato che c'è la plusvalenza per 100-60, scusate. Però non capisco il "i ricavi sono invece 80 (100-(60-40)" in particolare il 40 cos'è?
RispondiEliminascusate la confusione :)
Scusa ma devo inserirmi!Beh dai a Genova è palesemente superiore la parte doriana basta vedere abbonamenti,seguito,merchandising,storia dal 1946 ad oggi ecc,comunque tornando in argomento se nel caso di quel club fai la differenza fra plusvalenze e minusvalenze a parte 2-3 giocatori(milito +12 e motta +8) sono sempre state minusvalenze gli ultimi esempi floccari -6(pagato 15 venduto a 9)Acquafresca -6(se il cagliari lo riscatta)figueroa -10(pagato 12 venduto a 2)senza parlare dei quasi 65 milioni spesi questa estate che come minimo ad oggi vendendo renderebbero se è tanto un quinto.
RispondiEliminaMichele
Tornando in argomento,qualcuno potrebbe chiarire bene in cosa consiste il Fair Play finanziario?Perchè alcune trasmissioni fanno intendere che non cambierà molto perchè per le società basterebbe raggiungere il pareggio di bilancio anche con un aumento di capitale del proprietario quindi in sintesi non cambierebbe molto.Tra l'altro le eventuali esclusioni per bilanci in passivo per le società,pare si abbiano solo in campo europeo(coppe internazionali)senza intaccare i campionati dei propri paesi.Grazie anticipatamente.
RispondiEliminaOk perfetto grazie per la spiegazione futura,l'argomanto è molto interessante e andrebbe sviscerato a fondo.
RispondiEliminaComplimenti per la dettagliata spiegazione Rado,sei davvero molto informato sulla gestione dei bilanci,in sintesi preziosi(come altri presidenti d'altronde,lui frse è quello che si"espone"di più di altri fra i suoi colleghi) deve avere la fortuna che i giocatori che prende vadano bene sennò comunque,anche se spalmati in più anni,i costi saranno ancora più gravosi di quello che già sono per lui.
RispondiEliminaRingrazio per i complimenti, ma ad onor del vero sono concetti che chiunque abbia fatto ragioneria alle superiori dovrebbe sapere.
RispondiEliminaDiciamo che le società sportive sono particolari non tanto e non solo per l'oggetto sociale, quando per il fatto che è una vera e propria politica di bilancio quella di generare utili colla cosiddetta "gestione straordinaria".
Ciao Simone,
RispondiEliminaposso chiederti la fonte dei dati sui campionati stranieri?
Mi sto interessando al funzionamento dei diritti tv all'estero ma non so bene come documentarmi.
Grazie