
Europa League (EL), e avvicinandosi la fase a eliminazione diretta, analizzo le prospettive italiane di risalita nel ranking UEFA 2008/13 che assegna i posti per le coppe 2014/15.
L’Italia è una delle 17 federazioni con almeno un club ancora in gioco nonché una delle 8 con almeno una squadra in ognuna delle 2 coppe. Sono ancora presenti, con una rappresentanza più o meno folta, le migliori 12 federazioni della classifica parziale (dalla Spagna alla Turchia); la prima a “bucare” è Cipro, mentre in lizza rimangono Svizzera (14ª), Repubblica Ceca (18ª), Romania (19ª), Bielorussia (21ª) e buon’ultima la Scozia (24ª).
In termini totali, i 5 club superstiti italiani sono superati solo dai 7 tedeschi (gli unici a non aver ancora patito un’eliminazione definitiva ma solo la retrocessione in EL del Borussia Mönchengladbach) e dai 6 spagnoli e inglesi. Per le italiane, i gironi si sono rivelati fatali solo per l’Udinese impegnata in EL, lì giunta dagli spareggi persi di CL, mentre tutte le altre, bene (forse solo Juve e Lazio) o male (più o meno tutte le altre), si sono qualificate, risultato che però non ci ha schiodati dal 4° posto nel ranking che si aveva ad inizio stagione, ora mantenuto con un coefficiente di federazione (cf) attestatosi a 60,481; rimangono sempre sopra Spagna (84,168), Inghilterra (77,677) e Germania (75,043).
Ricordo brevemente che ai fini del ranking UEFA per club, da qui fino alle finali comprese, ogni vittoria vale 2 punti e ogni pareggio 1 solo, ed è assegnato 1 punto di bonus per ogni turno giocato dai quarti in poi; i punti così conquistati devono poi essere divisi per il numero di squadre presenti a inizio stagione e quindi sommati al cf finora raggiunto. In termini numerici, ogni punto che le italiane intascheranno farà lievitare il cf di 0,166 (= 1/6), al netto degli arrotondamenti.
TERZO POSTO LONTANO - È abbastanza semplice valutare quale sia l’estremo superiore del cf che ogni federazione può ambire, ovvero quale sia il massimo miglioramento ottenibile se si verificassero le migliori delle ipotesi, riassumibili in sole vittorie da qui alla fin(al)e, eccetto che nei derby (dove a questi fini è indifferente sia chi sia come passa) che devono capitare il più tardi possibile. Questo vuol dire che il massimo dei bottini possibili è raggiungibile, in una singola coppa, per una federazione presente con:
• 2 squadre, in caso di derby in finale;
• 3 squadre, in caso di derby in finale e un derby in semifinale;
• 4 squadre, in caso di arrivo di tutte in semifinale.
La tabella seguente quantifica i punti totali massimi in ognuna delle due coppe a seconda del numero di partecipanti in ognuna di essa:
I totali differiscono perché l’EL conosce un turno (i sedicesimi di finale) in più rispetto alla CL. Per le italiane il bottino massimo si avrebbe quindi con:
• in CL, Juventus e Milan in finale (riedizione di Manchester 2003);
• in EL, 2 fra Napoli, Lazio e Inter in finale, e la terza eliminata da una delle altre due in semifinale;
traguardi, si ripete, da raggiungere ottenendo solo ed esclusivamente vittorie nei confronti di club stranieri, che garantirebbero 86 punti totali (32 dalla CL e 54 dall’EL), da dividere per 6 ottenendo un 14,333 che sommato ai 60,481 di partenza porterebbero il cf dell’Italia a quota 74,814, comunque insufficiente a raggiungere anche il solo 3° posto, ora occupato, come visto, dalla Germania a 75,043 (un distacco teorico di 0,229). In estrema sintesi: nemmeno centrando solo vittorie le italiane (salvo nei derby) e solo sconfitte le spagnole, le inglesi e le tedesche (ipotesi nel concreto irrealizzabile, fra l’altro, essendoci Arsenal-Bayern e Real Madrid-Manchester United in CL), l’Italia riuscirebbe a rientrare fra le prime 3 federazioni con conseguente rinuncia per un’altra stagione ad avere 4 squadre in CL.
Se la via all’alto è preclusa, le spalle sono sicure? Tradotto: se a più del 4° posto non si può aspirare, qualcuno potrebbe ancora soffiarcelo? La risposta è purtroppo affermativa: delle 17 federazioni con ancora una squadra in gara, Ucraina, Portogallo e Francia sono in corsia di potenziale sorpasso, matematicamente parlando. È quindi obbligatorio calcolare il “margine di sicurezza”, ossia il numero minimo di punti necessario per scongiurare tale pericolo. Partendo… dal basso, dalla federazione attualmente più lontana, l’Ucraina è al 7° posto con un cf di 49,091 e 4 superstiti: 1 in CL (da cui può ricavare al massimo 17 punti) e 3 in EL (54). Il miglioramento massimo ucraino è quindi di 11,833 (= 71/6) per un cf finale di 60,924, e all’Italia basterebbero solo altri 3 punti (raggranellabili, p.es., anche col passaggio di 1 sola squadra ai quarti di CL), per arrivare a quota 60,981 allontanando il pericolo.
Il compito si fa più difficile con Portogallo e Francia; i lusitani con 2 club (1 in CL e 1 in EL) possono ambire al massimo ad altri 38 punti e a un conseguente cf di 62,501; i francesi dal club in CL e dai 2 in EL tutt’al più ricaveranno altri 57 punti con un cf di 66,833. Le italiane, conti alla mano, devono quindi fare almeno 13 punti per evitare il sorpasso portoghese e ben 39 (il 45,3% del massimo possibile) per scongiurare quello transalpino.
Nella realtà i margini di sicurezza sopra calcolati potrebbero essere minori (e lo saranno) perché si sta ragionando sempre e solo in termini di “massimo bottino” per ogni federazione.
IÈ anche possibile calcolare i punti necessari per evitare il contemporaneo sorpasso di tutt’e 3 le federazioni, con tracollo italiano al 7° posto, possibile al contemporaneo verificarsi di queste ipotesi:
- club ucraini sempre vincenti tranne nei derby;
- club portoghesi sempre vincenti tranne che con avversari ucraini;
- club francesi sempre vincenti tranne che con avversari ucraini e portoghesi;
- in CL, Šachtar trionfatore battendo in finale il Porto e col PSG eliminato in semifinale da una delle prime due;
- in EL, semifinali con un derby ucraino e col Benfica contrapposto alla terza ucraina.
In tal caso l’Ucraina andrebbe sempre a quota 60,924, il Portogallo a 61,001 e la Francia a 60,500 (da ricordare che nei sedicesimi di EL c’è Dinamo Kiev-Girondins de Bordeaux); pertanto, anche qui con soli 4 punti, l’Italia avrebbe un cf di 61,147 assicurandosi al minimo il 6° posto. Che, pur a parità d’iscrizioni totali e nelle due coppe, sarebbe comunque un passo indietro (essere quarti o quinti è del tutto indifferente). Infatti, se l’Italia fosse stata al 6° posto (nel ranking 2006/11), da tabellone l’Udinese sarebbe partita dal 3° turno di qualificazione (tq) e non più dagli spareggi di CL (in realtà, grazie alla vittoria del Chelsea nella CL 2011/12 che abbinata al solo 6° posto in Premier, ha portato alla “retrocessione” del Tottenham Hotspur, 4°, in EL, i friulani sarebbero ugualmente partiti dagli spareggi); quindi con 4 partite da giocare per sperare di raggiungere i gironi della massima competizione europea.
Come anticipato, il 7° posto rappresenterebbe un brusco ridimensionamento, basti solo ricordare che si avranno ancora 6 club totali ma solo 2 in CL. Pertanto, sempre fingendo un’Italia settima nel ranking (2006/11), solo la Juventus non avrebbe patito peggioramenti, col suo posticino diretto nei gironi di CL sicuro. Il Milan, pur mantenendo l’accesso alla CL, sarebbe partito dal 3° tq di CL (anche se, nella realtà, sarebbe sempre valso quanto sopra esposto per l’Udinese); l’Udinese sarebbe partita dagli spareggi non più di CL ma di EL, a braccetto col Napoli (che avrebbe perso il posto nei gironi di EL); analogamente ai partenopei, anche Lazio e Inter sarebbero partiti dal turno precedente, rispettivamente il 3° e il 2° tq di EL.
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Coreografia dei tifosi dell'Apoel Nicosia - CHL 2011/2012 |
Il 13° posto, fra l’altro, è assai particolare per il campione nazionale della federazione che l’occupa: infatti, basta che la detentrice della CL sia o la prima di una delle migliori 12 federazioni o la seconda di una delle migliori 6 o la terza di una delle migliori 3, perché faccia il “doppio salto mortale” in avanti e parta non più dal 3° tq ma dai più ambiti gironi.
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