La tanto attesa intervista a Lance Armstrong di Oprah Winfrey è finalmente andata in onda. Nonostante le anticipazioni, le parole del texano rappresentano un momento storico del rapporto sport-doping. Non mi interessa commentare la figura di Armstrong, l'ho già fatto (vedi) dopo l'uscita del Dossier USADA. In questo post preferisco soffermarmi sul mondo del ciclismo nel suo complesso. Quella di Armstrong è la confessione di uno degli atleti più importanti degli ultimi 15 anni sull'utilizzo personale e sulla diffusione patologica del doping nel ciclismo. E' la prova provata che quello a cui abbiamo assistito (stiamo assistendo? vedi intervista pm Roberti) non era uno spettacolo sportivo, ma una rappresentazione farsesca, una messa in scena senza alcun valore tecnico. Con buona pace degli appassionati che hanno investito tempo e denaro al seguito delle corse. La classica affermazione "se tutti erano tutti dopati, allora i valori tecnici e le reali qualità finivano per emergere" è totalmente sbagliata. Dal rapporto USADA e da tantissimi altri documenti in questi anni si evince che esistevano più livelli di doping in base a disponibilità economica e bravura dei medici coinvolti. Oltre a ciò, l'effetto del doping sul fisico varia da atleta ad atleta.
5 PULITI SU 200 (FORSE) - Secondo Armstrong: "Nei miei Tour su 200 corridori forse ce n'erano 5 che non si dopavano..." e ancora "vincere senza doping nella mia generazione non era possibile". Si potrebbe sostenere che Armstrong cerchi una giustificazione personale sparando sul gruppo. In realtà le indagini e le inchieste degli ultimi anni, soprattutto della giustizia ordinaria, hanno dimostrato come in questo sport - stiamo parlando di ciclismo e la giustificazione "ma negli altri sport non ci sono controlli così numerosi" non regge - fosse (sia?) uno sport devastato dal doping.
Per capire la portata di questa deriva, consiglio questo sito in cui sono raccolti nomi e cognomi di tutti i ciclisti che hanno avuto a che fare col doping. Ogni commento ulteriore penso sia superfluo:
5 PULITI SU 200 (FORSE) - Secondo Armstrong: "Nei miei Tour su 200 corridori forse ce n'erano 5 che non si dopavano..." e ancora "vincere senza doping nella mia generazione non era possibile". Si potrebbe sostenere che Armstrong cerchi una giustificazione personale sparando sul gruppo. In realtà le indagini e le inchieste degli ultimi anni, soprattutto della giustizia ordinaria, hanno dimostrato come in questo sport - stiamo parlando di ciclismo e la giustificazione "ma negli altri sport non ci sono controlli così numerosi" non regge - fosse (sia?) uno sport devastato dal doping.
Per capire la portata di questa deriva, consiglio questo sito in cui sono raccolti nomi e cognomi di tutti i ciclisti che hanno avuto a che fare col doping. Ogni commento ulteriore penso sia superfluo:
PASSAPORTO BIOLOGICO - Nella stessa intervista, però, emerge uno spiraglio, una speranza per il futuro. Armstrong sostiene che con l'entrata in vigore del passaporto biologico la situazione è migliorata ed è più difficile sfuggire ai controlli. Speriamo. Come sostiene il pm Roberti, però, è la testa delle persone che va cambiata. Oltre alle teste vanno cambiate anche le stesse persone che hanno governato e governano il ciclismo tutt'ora. Occorre una profonda opera di sensibilizzazione. Tempo stimato: moltissimi anni. Nel frattempo il ciclismo chiederà un disperato atto di fede ai suoi tifosi. L'ultimo.
INTERVISTA IN TV ITALIANA - L'intervista di Lance Armstrong andrà in onda questa sera, venerdì 18 gennaio, alle ore 21.05 sul canale DMAX (canale 52 digitale terrestre, canale 808 piattaforma Sky).
TRASCRIZIONE INTEGRALE INTERVISTA - La trascrizione integrale dell'intervista sul sito della BBC (clicca qui).
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