"L'utilizzazione di EPO nel ciclismo italiano" - L'inchiesta di Alessandro Donati del 1994. #Dossier-Doping [3]

Dopo aver pubblicato il post con il libro "Campioni senza valore" in cui il prof Sandro Donati descrive nei minimi dettagli le distorsioni del mondo dell'Atletica dei primi anni '80, è la volta di riportare integralmente il Dossier dello stesso Sandro Donati sul doping nel ciclismo. Questo documento è stato redatto e consegnato al CONI nel 1994. E' stato successivamente pubblicato il 20 dicembre 1996 sul numero 51/52 della rivista Epoca, diretta da Massimo Donelli. 
Per presentare il dossier di Donati, ripropongo le parole del direttore di Epoca Massimo Donelli che nel 2004, passato a dirigere "Tv, Sorrisi e Canzoni", rispondeva in questo modo a un lettore che chiedeva un commento sulla morte di Marco Pantani. La risposta di Donelli contiene anche le note metodologiche del dossier.
"Gentile Giovanni,
detesto il giornalismo dopato con l'emotività, la compassione pelosa, la ferocia caricaturale, il barocchismo lessicale, le giravolte intellettuali, i dibattiti fragorosi e inutili, il protagonismo accentuato da occhiali colorati, abiti clowneschi e finta compunzione. Quello che ho visto, letto e sentito in questi giorni mi ha irritato. Tantissimo. E' brutto autocitarsi, ma in questo caso non posso proprio farne a meno. Nel 1996, quando ero direttore di Epoca, ho pubblicato sul numero 51/52, che porta la data del 20 dicembre, una copertina con questo titolo: ESCLUSIVO - SOS DOPING. Integrale il documento segreto che accusa: i campioni italiani dello sport rischiano la morte per vincere. Con 40 testimonianze (dal ciclismo allo sci) inedite e sconvolgenti.
All'interno, INTEGRALE, senza censure, il dossier che il dottor Sandro Donati, medico, dipendente del Coni, ha scritto nel 1994 e che si è fatto di tutto per nascondere.
Un dossier documentato, con nomi e cognomi, implacabile. Due bravissimi giornalisti, Gilberto Bazoli (oggi lavora a La Provincia di Cremona) e Massimo Arcidiacono (oggi lavora a La Gazzetta dello Sport) hanno chiamato uno per uno tutti coloro indicati da Donati come dopati o dopatori. E di tutti abbiamo riportato l'autodifesa, le ammissioni e le non-risposte imbarazzate. I nomi di tutti coloro (pochi) che non siamo riusciti a raggiungere sono stati cancellati: perché volevamo che fosse un'inchiesta seria, non smentibile, con le accuse da una parte e la possibilità di replica dall'altra.
Bene. Sono andato a rileggermi tutto: un documento sconvolgente, un esempio di giornalismo serio e asciutto davvero raro. Infatti, ricevemmo una sola querela, che però si infranse in tribunale contro il muro della verità e della correttezza professionale. Una vittoria del buon giornalismo, insomma.
Le parlo di 8 (otto) anni fa. Trascorsi inutilmente. In questi 96 mesi, infatti, tutto è andato avanti come se niente fosse. Con le complicità di autorità sportive, dirigenti delle squadre, allenatori, medici, corridori e del variegato circolo di addetti ai lavori (sporchi). Arriviamo a Pantani, adesso.
Pantani veniva dopato e si faceva dopare. Non ha mai voluto ammetterlo perchè nel mondo dello sport professionistico l'omertà è un dogma. Ma non si può convivere troppo a lungo con la menzogna. E non si sfugge al proprio passato. Al massimo lo si può emendare con la verità e con l'espiazione (ricominciando dal gradino più basso, per esempio). Oppure si può disperatamente tentare la fuga da se stessi con la cocaina, l'eroina, l'alcolismo, finendo diritti diritti su una strada che porta solo alla morte. Appunto...
Buona giornata (e grazie per le sue belle parole)"
md

Il Dossier di Donati è intitolato: "L'utilizzazione dell'eritropoietina nel ciclismo professionistico italiano (appunti di una breve inchiesta tra alcuni esperti e operatori)". Sono passati 18 anni dalla sua stesura, ma quel dossier è incredibilmente e drammaticamente attuale. Se non si conoscesse la data di stesura di questa inchiesta (1994!) e si nascondessero i nomi degli atleti citati, si potrebbe benissimo pensare di leggere un documento del 2012. La conclusione, inevitabile, è che la lotta contro il doping degli ultimi 15 anni ha prodotto risultati modesti in proporzione alla vastità e profondità del fenomeno.

N.B.: Non avendo ritrovato il numero della rivista Epoca con le repliche dei diretti interessati, ho preferito omettere i nomi dei soggetti citati sostituendoli con dei numeri o con degli [omissis]. Ho mantenuto soltanto i nomi di tre dottori (Conconi ,Ferrari e Santuccione) sulle cui azioni ci sono state delle pronunce della magistratura sportiva e ordinaria (in quest'ultimo caso le posizioni dei tre vanno comunque distinte perché i procedimenti penali a loro carico hanno avuto esiti diversi) e quelli di alcuni dirigenti federali.
Nel testo originale, poi, sono stati sostituiti con le lettere dell'alfabeto greco o con i puntini di sospensione i nomi di quanti, tirati in ballo, non è stato possibile raggiungere per raccogliere un'eventuale replica o che, raggiunti, si sono rifiutati di commentare nel merito le affermazioni contenute nel dossier.
La versione del dossier senza omissis è comunque presente su altri siti e forum.


L'UTILIZZAZIONE DELL'ERITROPOIETINA NEL CICLISMO PROFESSIONISTICO ITALIANO 
(appunti di una breve inchiesta tra alcuni esperti e operatori)
di Alessandro Donati (1994, pubblicato su EPOCA il 20/12/1996)

1. Premessa
2. Informazioni raccolte
3. Interviste
4. Conclusioni

1. PREMESSA
Tutti coloro che ho interpellato sull'argomento sono stati concordi nell'affermare che l'eritropoietina (a volte associata ad altri ormoni) è utilizzata da un'elevatissima percentuale di ciclisti professionisti. Come logica conseguenza a un'estesa diffusione, i corridori, i tecnici, i medici, i dirigenti e i massaggiatori tendono a costituire una vera e propria barriera di riservatezza, impenetrabile dall'esterno dei loro ambienti. A ciò si aggiunga il fatto che il mondo del professionismo già tende, di per sé, ad autogestirsi e a distinguersi dal resto dell'ambiente ciclistico (per esempio, da quello dilettantistico). Si può, dunque, ben comprendere come sia difficile raccogliere testimonianze determinanti e, meno che meno, prove riguardo all'utilizzazione, alle eventuali modalità di prescrizione e ai sistemi di approvvigionamento dell'eritropoietina. Ciononostante, esiste una più concreta possibilità di acquisire informazioni attraverso i canali contigui al mondo del ciclismo professionistico: i corridori, i tecnici e i medici che vi hanno militato di recente, i tecnici e i medici dei dilettanti passati da poco al professionismo.

2. INFORMAZIONI RACCOLTE
Per procedere in questo sondaggio preliminare ho adottato il semplice metodo di far derivare il materiale di partenza dalle informazioni in possesso di alcuni esperti da me interpellati. E'implicito che si tratti di persone particolarmente competenti e affidabili sul piano etico. Con esse ho vagliato tutte le informazioni che man mano sono riuscito a ottenere da altri e che, pure, ho distinto in schede.

Scheda n. 1 (F.V., tecnico) - Ritiene che l'utilizzo degli steroidi sia in forte diminuzione tra i professionisti e pressoché prossimo alla scomparsa. In contrapposizione si è sempre più diffuso il ricorso ad altri ormoni quali l'eritropoietina e la gonadotropina. In qualche caso le due forme di doping vengono associate. In qualche altro le si pratica in modo distinto. Soprattutto l'eritropoietina si è rivelata estremamente efficace per lo sviluppo della capacità di prestazione agonistica ed è divenuta la forma di doping più diffusa e praticata almeno dal 60-70% dei corridori. A somministrarla ci sono, nella grande maggioranza dei casi, i medici. Fra questi il professor Francesco Conconi e alcuni dei suoi assistenti e collaboratori. Il professor Conconi tratta direttamente alcuni campioni come "Alfa" e fa da riferimento (consiglia, coordina) per altri come 1, 2 e 3. Il dottor Michele Ferrari si occupa di 4, di "Beta", di "Gamma" e di numerosi altri corridori appartenenti a diverse squadre: con i primi due ha firmato un contratto con il quale si è assicurato una percentuale dei loro guadagni, agli altri fa pagare a seconda del livello (dosaggio e durata) del trattamento. Il dottor "Delta", altro assistente del professor Conconi, ha somministrato l'eritropoietina a 5 della Carrera. Anche il dottor "Sigma", a sua volta collaboratore di Conconi, risulta implicato ma soltanto con singoli corridori e non con una squadra. Un altro medico molto "attivo" è il dottor Santuccione di Pescara, soprattutto con i dilettanti che continua a seguire allorché passano tra i professionisti. In un caso il tecnico F.V. ha saputo direttamente da un corridore della Squadra Nazionale Dilettanti che a "trattarlo" era stato il dottor Santuccione: successivamente questo corridore è passato al professionismo. Il tecnico è in grado di precisare ulteriori dettagli di questo episodio. In qualche altro caso sono addirittura i direttori sportivi a interessarsi del trattamento con Epo dei propri corridori come, per esempio, nel caso di della squadra Mercatone Uno. Un corridore di questa formazione durante il Giro d'Italia dello scorso anno, dopo un avvio molto brillante, fu colto da un collasso. Quando venne soccorso gli riscontrarono una frequenza cardiaca di 25 battiti al minuto (in pieno sforzo!).

Scheda n. 2 (Z.E., tecnico) - Conferma del parere precedente a proposito degli steroidi anabolizzanti: Z.E. li considera in disuso non solo tra i professionisti ma anche tra i dilettanti. In sostituzione degli steroidi i corridori tendono a utilizzare altri ormoni proteici quali, per esempio, l'Acth e l'Hcg. Il professor Conconi è indicato nell'ambiente del ciclismo professionistico come il punto di riferimento di 1, di 2, di 3 e di "Alfa". Il dottor Michele Ferrari è considerato come il più coinvolto, fra gli assistenti del professor Conconi, nella somministrazione dell'Epo. Di lui i corridori dicono che ha tratto un enorme profitto economico dall'attività di medico-dopatore. Z.E. ritiene del tutto veritiera la distinzione indicata dal dottor Polini fra gli atleti che venivano "curati" dal dottor Ferrari e gli atleti (di minor valore) seguiti dallo stesso Polini. Fra questi ultimi, evidentemente, il dottor Polini contava di trovare uno o due possibili testimoni in grado di confermare quanto da lui dichiarato in televisione e di fronte alla Commissione di Indagine del Coni. Essi sono: 7, passato in questa stagione con la squadra di Fanini "Amore e Vita", considerando che è proprio da questa squadra che sono venute molte delle informazioni riferite dal vicepresidente federale Ferrini si potrebbe ritenere 7 come un possibile teste ma sarà improbabile che accetti di deporre: 8, corridore che spera di ottenere qualche risultato in questa stagione e che, presumibilmente, eviterà di parlare; 9, che nell'ambiente viene considerato come un "raccomandato" e che, pertanto, non si trova nella condizione migliore per esprimersi su un argomento così delicato; 10, professionista da tre anni, sempre assistito da Polini, quando Polini ha parlato era fra i "disoccupati" ma ora, nonostante il suo non eccelso valore, ha trovato una squadra e si guarderà bene dall'esporsi; 11, è un corridore totalmente privo di risultati agonistici di sia pur minimo rilievo, psicologicamente incerto, avrà certamente timore a parlare. Come si può dedurre molto difficilmente Polini riuscirà ad avere conferme testimoniali da qualcuno dei suoi ex corridori. Il personaggio Ferrini va opportunamente inquadrato. E' un tipico dirigente sportivo con radice politica che cura molto e che ha sempre aiutato la propria base elettorale. Al punto che con il dilettante Daddi, trovato positivo a un controllo antidoping, si adoperò in ogni modo per fargli avere uno "sconto" nella sanzione, se non proprio un annullamento. Occorre ricordare che Daddi era risultato positivo per anabolizzanti a un controllo antidoping preventivo deciso dalla Fci, prima dei Campionati Mondiali Dilettanti in Francia. Non venne, dunque, convocato. Ferrini si adoperò a suo favore sostenendo che solo i controlli ufficiali in gara potevano dar luogo a squalifiche. Il Cf della Fci comminò, invece, due anni di squalifica. Ferrini si attivò allora per farla ridurre. Dopo meno di un anno il Cf riesaminò il caso e decise di ridurre a un anno la sanzione ma Ferrini che aveva proposto il riesame votò addirittura contro! Occorre, inoltre, aggiungere che proprio lui era il dirigente responsabile della Squadra Nazionale Italiana nelle Olimpiadi di Los Angeles del 1984, allorché i corridori azzurri vennero sottoposti dal professor Francesco Conconi all' emotrasfusione. A chi gli chiede come mai abbia taciuto su quei fatti egli è solito rispondere che erano altri tempi e non si valutava appieno ciò che si faceva.Z.E. indica l'altro assistente del professor Conconi, "Delta", come il medico della "Kappa", coinvolto nella somministrazione dell'Epo (...) in particolare a 5 e a 12 altro corridore "esploso" improvvisamente a grandi livelli dopo molti anni di carriera anonima. A proposito del dottor "Delta" occorre rilevare che, analogamente a Ferrari e "Sigma", è tra coloro che hanno firmato i lavori scientifici del professor Conconi. Per quanto si riferisce al dottor "Sigma", egli lavora a Ferrara (...). Almeno in un caso (quello del corridore professionista 13) ha provveduto al trattamento con l'Epo dopo analisi e test svolti a Ferrara. Z.E. ritiene il dottor Santuccione di Pescara collegato con il tecnico della squadra nazionale x e con gli stayer che sono risultati positivi agli steroidi anabolizzanti. In un'occasione fu trovato positivo addirittura un guidatore della moto da stayer, Grifoni, poi morto a 40 anni per tumore. Nel 1991 un atleta abruzzese, 14, fu trovato positivo per gli steroidi anabolizzanti. Il suo medico era il dottor Santuccione. Durante il periodo di stop, dopo circa quattro mesi dalla positività riscontrata, 14 ha avuto un tumore alla gola che lo ha costretto a una lunga degenza in ospedale. Z.E. sostiene che anche "Tau", trovato a suo tempo positivo per gli steroidi anabolizzanti, era stato trattato dal dottor Santuccione. Quanto da lui affermato in occasione della sua audizione presso la Commissione d'Indagine ("non mi sono mai drogato, sono stato vittima di una trappola") è, dunque, totalmente falso.

Scheda n. 3 (I.O., medico) - Rileva un particolare di significato fondamentale: allorché si verificarono i ritiri in massa dei corridori della "Lambda" dal Tour de France vennero trovate nelle loro urine tracce di un farmaco fluidificante, l'intralipide. Si sa per certo che in questa squadra si faceva un rilevante uso dell'Epo (tra l'altro la "Lambda" ha avuto un morto tra i diciotto verificatisi per arresto cardiaco, riconducibili all'utilizzo dell'Epo secondo il parere autorevole di diverse fonti scientifiche). Così come si sa che l'Epo produce un forte incremento della viscosità del sangue e, dunque, un elevato rischio per la salute e per la vita. I farmaci fluidificanti servono a bilanciare la maggiore viscosità del sangue. Il professor Conconi e il suo gruppo vengono considerati particolarmente esperti proprio nel "bilanciamento" fra l'Epo e i fluidificanti. I.O. indica due canali di acquisizione dell'Epo che servono, soprattutto, ai corridori e ai medici che non sono in grado di avere il farmaco direttamente dalle strutture ospedaliere: la Farmacia del Vaticano e le farmacie svizzere, specialmente quelle vicine al confine. I.O. ritiene che la maggior parte dei corridori professionisti che assumono l'Epo si rivolgano ai medici di Ferrara, soprattutto a Ferrari oltreché a "Sigma" e "Delta".

Scheda n. 4 (L.U., ex corridore professionista) - Ritiene che il dottor Michele Ferrari sia, di gran lunga, il personaggio maggiormente coinvolto nella somministrazione dell'Epo ai corridori professionisti. Ha guadagnato cifre iperboliche con la sua attività di dopatore al punto che, nell'ambiente, viene definito come il "corridore" che guadagna di più al mondo dopo Miguel Indurain... L.U. lo definisce un assatanato di denaro e descrive il sistema "razionale" con cui ha definito i suoi interventi "professionali". Esiste un primo livello di interventi (livello elementare...) per il quale si limita a chiedere al corridore un compenso di 7-10 milioni all'anno. Esso consiste esclusivamente nella stesura di un programma di allenamento. Il secondo livello prevede, oltre al programma di allenamento, la somministrazione di qualche farmaco (Epo, gonadotropina, o altro). Il costo si aggira sui 12-15 milioni e corrisponde a un trattamento farmacologico modesto quantitativamente. Occorre, infatti, tenere presente che il dottor Ferrari fornisce direttamente all'atleta i farmaci. (...) I livelli successivi non possono essere definiti in quanto riguardano trattamenti con Epo e con altri ormoni molto costosi. A seconda della durata del trattamento varia il costo. Solo i corridori di gran nome possono accedere a questi livelli di trattamento (per esempio, e "Ypsilon"). Il piccolo corridore è tagliato fuori. Questa constatazione induce, spesso, i corridori più modesti a spendere una grossa parte dei loro guadagni per un "investimento" in doping. Per tale ragione si è sviluppato un vero e proprio livello "fai da te". In questo modo l'atleta cerca di procurarsi personalmente l'Epo, per risparmiare, affrontando così grandi rischi. Infatti, i corridori che pagano il medico dopatore ricevono un'assistenza che diminuisce i rischi e inoltre questi provvede ad "aggiustare" i livelli ormonali in modo che l'atleta non risulti positivo agli esami antidoping. L.U. ricorda il ricovero in ospedale di 4 dopo la vittoria  [omissis]. Nell'occasione l'atleta era stato trattato dal professor Conconi. Lo stesso fu, dal primario professor Furlanello dell' ospedale di Trento, cacciato dal reparto dove era ricoverato l'atleta. Ne scrissero anche i giornali. La squadra [omissis] e che ha come medico sociale il dottor [omissis], è fortemente dedita al doping con l'Epo. Tra gli atleti di questa squadra trattati ricorda 15, 16, "Omega", 17, tutti molto forti durante il 1993.

Scheda n. 5 (S.F., tecnico) - Indica nel professor Francesco Conconi l'origine della diffusione della pratica del doping mediante l'Epo. Ritiene che il professor Conconi sia anche attualmente uno dei punti di riferimento, anche perché i suoi assistenti che risultano coinvolti nella somministrazione dell'Epo hanno condotto sotto la sua guida gli studi di base, palesi o riservati, sull'Epo o collaborano con lui (per esempio il dottor "Sigma") (...) nell'assistenza di alcuni importanti corridori. Il dottor Michele Ferrari è, senza alcun dubbio, il medico che tratta con l'Epo (e non solo con l'Epo) il maggior numero di corridori professionisti. Tra l'altro alcuni importanti atleti [omissi] sono seguiti da lui. E' a conoscenza di un altro collaboratore del professor Conconi, il dottor "Delta", attivo nella somministrazione dell'Epo. Per quanto concerne i canali di acquisizione dell'Epo sa che molti fanno riferimento alla farmacia del Vaticano e alle farmacie svizzere. A volte i medici che praticano il doping non risultano nei tesseramenti ufficiali della squadra (è stato il caso, per esempio, del dottor Ferrari che, fino a tutto il 1993, non risultava ufficialmente tesserato: ora la Fci ha imposto alle squadre di utilizzare soltanto i medici ufficiali ma la regola viene facilmente e sistematicamente disattesa). In ogni modo, anche i medici prestanome sanno, così come dimostra lo stesso caso di Polini. Rientrava in questa fattispecie il dottor [omissis], medico ufficiale [omissis] che ora, però, ha ben imparato il "mestiere" dedicandosi, a sua volta, in proprio, al trattamento dei corridori della sua squadra oltreché dei dilettanti e amatori della sua zona. Il dottor [omissis]tratta anche 18 [omissis], nonostante non sia un corridore [omissis].

Scheda n. 6 (Z.R., tecnico) - Sostiene che il 70-80% dei corridori professionisti utilizza l'Epo. Ha avuto occasione di parlare direttamente con il professor Conconi di ciò che sta facendo il dottor Ferrari. Il professor Conconi ha risposto testualmente che Ferrari ha deciso di fare il commerciante. In seguito a questo colloquio ha ricevuto dal segretario generale della Fci, il maestro di sport Renato Di Rocco che era venuto a conoscenza della cosa, un esplicito invito a evitare per il futuro l'argomento.

Scheda n. 7 (L.U., giornalista) - C'è un medico belga di nome [omissis] che lavora con la [omissis] e ha trattato con l'Epo alcuni corridori di questa squadra fra cui, a più riprese, 19. Questo medico proviene dalla [omissis]. Ha avuto, alcuni anni fa, grossi problemi in Belgio per questioni legate al doping dei cavalli. Inoltre, fu proprio lui a somministrare il cortisone a [omissis] durante [omissis]. Il trattamento causò a [omissis] gravi problemi tra cui un'insufficienza surrenale. Da allora [omissis] non vinse più una gara. In seguito a questo fatto [omissis] prese posizione contro [omissis] ottenendo il suo allontanamento dalla squadra. Dalla [omissis] passò nella squadra di "Eta" e trattò farmacologicamente il corridore (...). In questo modo [omissis] tornò in auge in un ambiente che presta ai trattamenti farmacologici un'attenzione maniacale. Quando [omissis] lasciò [omissis] (1991) questa squadra riassunse [omissis]. Tutto il blocco della [omissis], nel 1992, si spostò alla [omissis] unitamente allo sponsor [omissis portato proprio da [omissis], vero e proprio affarista a tutto campo. [omissis] conosceva, dunque, molto bene la maggior parte dei corridori, [omissis] compreso.Altri corridori di grande nome trattati da [omissis] sono "Iota" (nell'ambiente ciclistico viene giudicata incredibile la sua prestazione nell'ultimo Tour de France) (...), "Mu" e (omissis). Va aggiunto che il dottor [omissis], pur interessandosi di squadre italiane, ha sempre mantenuto rapporti stretti con alcuni corridori belgi e ha provveduto sia a trattarli farmacologicamente (tra di essi il più noto è "Pi") sia a collocarli ora in una squadra ora in un'altra. C'è un particolare da verificare riguardo alla presunta consegna da parte di [omissis] di due fiale di Epo a un corridore che, a sua volta, le mise nelle mani del dottor che le fece analizzare. [omissis] ha operato per qualche tempo come sostituto del dottor [omissis] con la squadra nazionale femminile.

Scheda n. 8 (A.L., tecnico svizzero) - Riferisce che in una farmacia di x, in Svizzera, vicino al confine con l'Italia, ha visto lo stayer "Ro", per due volte durante il 1993, acquistare farmaci (Epo si presume, poiché egli ha genericamente riferito che si trattava di una cura per i globuli rossi) per alcuni milioni. "Ro" era in compagnia di un uomo con i baffi (sia il tecnico dell'atleta [omissis], sia [...] li hanno). Sembra che si sia rifornito di Epo solo per sé. "Ro" attualmente non ha squadra, ma risulta in trattativa con la "Amore e Vita" di Fanini.

Scheda n. 9 (F.C., ex corridore professionista) - Confida che il medico di cui parla nelle sue interviste in televisione e sui giornali è il dottor Ferrari. Descrive la sua villa dove, più volte, si è recato per ricevere direttamente i farmaci da assumere...

Scheda n. 10 (E.B., ex corridore professionista) - Ha corso con la squadra di Fanini fino al 1992. Confida di essere stato trattato dal dottor Ferrari. Molto difficilmente accetterebbe di parlare.

Scheda n. 11 (R.B., ex corridore professionista) - Ha confidato a un tecnico che lo aveva allenato in passato di aver fatto uso più volte di Acth ma non di Epo durante i tre anni in cui ha gareggiato tra i professionisti.

Scheda n. 12 (G.Z., medico) E' certo, avendolo visto in più occasioni anche recenti, che gli steroidi tradizionalmente conosciuti siano stati in gran parte abbandonati dai corridori professionisti e sostituiti con altri non rilevabili dagli attuali sistemi di controllo antidoping. Indica i farmaci da lui intravisti in numerose occasioni nelle borse dei massaggiatori e dei medici durante le corse e negli alberghi:
- Genotropin (ormone somatotropo biosintetico)
- Maxicortex 2000 (corteccia surrenale)
- Neocromatoncortex 200 (corteccia surrenale + complesso B)
- Ne 300 (corteccia surrenale + complesso B)- Profasi Hp (gonadotropina corionica)
- Sinsurrene forte (corteccia surrenale)
- Solu-medrol (metil-prednisolone)- Synacthen (Acth)
- Synchodyn 1-17 (Acth)
- Andriol (testosterone undecanoato)
- Animine (caffeina)
- Astenile (prasterone)
- Bentelan (betametasone)
- Celestone (betametasone)
- Cortigen B6 (corteccia surrenale + B6)
- Eprex (eritropoiena)
- Flebocortid (idrocortisone)

A proposito della gonadotropina corionica ritiene improbabile il suo utilizzo come sostanza doping vera e propria: piuttosto potrebbe essere usata per riattivare le gonadi dopo trattamenti prolungati con gli steroidi che hanno prodotto l'inibizione della produzione endogena. Fino allo scorso anno era facilissimo scorgere i frigoriferi portatili cui fa riferimento Polini, così come i medici e i massaggiatori custodivano con discrezione ma senza troppi accorgimenti i farmaci doping. Ora la situazione è cambiata, in seguito alle diverse accuse mosse all'ambiente e al clamore di stampa che ne è derivato: si giunge perfino a custodire i farmaci all'interno di doppi fondi nei furgoni delle squadre.

3. INTERVISTE
Nelle ultime settimane sono comparse sulla stampa o in televisione numerose interviste di "addetti ai lavori" dell'ambiente ciclistico che hanno fatto una serie di denunce, essenzialmente sul problema dell'Epo. Tra esse le più importanti sono certamente quelle del vicepresidente della Fci Ferrini, del dottor Polini, del campione italiano Podenzana, del suo allenatore Tendola e dell'ex corridore professionista Cavallini. Ferrini è stato ascoltato dalla Commissione d'Indagine del Coni e non conosco, se non frammentariamente e per sentito dire, ciò che ha detto. Nelle interviste rilasciate ha, però, affermato che la pratica dell'Epo è molto diffusa e che vi sono implicati medici noti. Mi risulta che in Commissione abbia fatto il nome del dottor Michele Ferrari. Mentre con i giornali ha fatto chiaro riferimento al traffico che si è sviluppato sull' Epo e che vede coinvolte diverse persone dell'ambiente ciclistico. Il nome del dottor Ferrari è, invece, stato fatto pubblicamente dal dottor Polini. Fra gli atleti trattati dal dottor Ferrari egli ha indicato 5, "Ypsilon" e "Ics". Ha anche fatto riferimento ai piccoli frigoriferi a mano che ha visto comparire in occasione delle corse. Cavallini, ex corridore professionista, piccolo industriale ben avviato e, dunque, sufficientemente autonomo economicamente per poter parlare, è molto più di un addetto ai lavori che ha visto o che è venuto a sapere di fatti di doping. Egli lo ha praticato e lo dichiara. Questo gli attribuisce una credibilità particolarmente elevata. Dice: "Volevo migliorare le mie prestazioni, alcuni miei colleghi mi hanno raccomandato un dottore, loro con le sue cure avevano ottenuto grandi risultati, sono andato a trovarlo. Pensavo che mi spiegasse come allenarmi, e invece mi ha detto di prendere delle medicine. Non ne ricordo il nome, so però che contengono la gonadotropina, la sostanza che hanno trovato nelle analisi di Volpi... Tutto il mio stipendio di corridore se ne andava in boccette miracolo, voleva che facessi delle iniezioni dieci-quindici giorni prima delle gare". L'intervista rilasciata a Repubblica dal campione d'Italia Massimo Podenzana è in linea con il quadro descritto da Cavallini, anche se il suo linguaggio è velato. Tra l'altro ammette "che l'utilizzazione dell' eritropoietina nel ciclismo è un fatto grave perché turba gli equilibri sportivi... vedo che molti corridori vanno spesso a Ferrara, ma non so se si limitano a semplici test". L'allenatore di Podenzana, Gianni Tendola, analizza la situazione dal punto di vista tecnico e dice: "L'uso dell'Epo rischia di trasformare radicalmente il ciclismo, se non si corre ai ripari subito i corridori puliti scompariranno... A cosa serve allenarsi tantissimo per poi essere battuti da chi usa il doping?".A proposito di ciò che è apparso sui mezzi di informazione, è anche molto significativo l'articolo di Angelo Zomegnan apparso sulla Gazzetta dello Sport del 27 agosto 1993.

4. CONCLUSIONI
Prima di sintetizzare quanto emerge dalle diverse "schede" da me raccolte e dalle interviste rilasciate da alcuni protagonisti è utile fare alcune considerazioni sulle peculiarità dell'Epo. Il suo costo estremamente elevato e l'impossibilità di acquistarla in farmacia rendono questa sostanza, per molti aspetti, assimilabile a quelle che costituiscono l'oggetto del narcotraffico. In Italia, infatti, in base alla normativa in vigore, possono acquistarla soltanto alcune strutture ospedaliere specializzate. All'estero (per esempio in Germania o in Svizzera o nella più volte citata Farmacia del Vaticano) una scatola da sei fiale costa circa 600.000. Al costo dell'Epo occorre, però, aggiungere quello dei farmaci fluidificanti e l'onorario (si fa per dire...) del medico che regola il tutto. Considerando che un trattamento può estendersi a un periodo di circa sette settimane, il costo complessivo finisce per essere, spesso, superiore agli 8-10 milioni. La notevole efficacia sul rendimento atletico e i grandi guadagni che questa sostanza consente hanno sovrastimolato il mercato dell' offerta e della domanda. Non c'è alcun dubbio, se si fa riferimento alle tante e coincidenti testimonianze in merito, che l'Università di Ferrara sia stata il nucleo dal quale tale pratica di doping si è originata. Così come non c'è alcun dubbio che il professor Conconi sia stato il punto centrale di riferimento di questo nucleo attorno al quale si è formato un gruppo di suoi assistenti. Il professor Conconi, così come è caratteristica dei direttori di Istituto nelle università, ha gestito la pratica dell'Epo con il suo gruppo che, però, con il trascorrere del tempo e con l'aumentare degli interessi economici, ha perso la compattezza originaria. Uno in particolare dei suoi collaboratori, Michele Ferrari, si è distinto per spregiudicatezza e avidità di guadagni divenendo il riferimento di un gran numero di corridori. Mentre il professor Conconi s'indirizzava, sempre più, verso alcuni rapporti "privilegiati" (con pochi grandi campioni, con il Coni, con le Fsn, con il Cio, con l'Uci) e ben remunerati, il dottor Michele Ferrari restava pressoché padrone del campo e si dedicava a una molteplicità di rapporti con squadre e con singoli corridori. Altri assistenti di Conconi (due almeno: "Sigma" e il dottor "Delta") seguono singole squadre o pochi singoli casi. Esistono poi altri medici dediti alla somministrazione dell'Epo: tra di essi spiccano il [omissis], il pescarese Santuccione e il [omissis] considerati da più fonti come molto attivi. Perfino alcuni tecnici si sono buttati a capofitto sull'affare-doping: uno di questi è il d.s. della [omissis]  un altro è collegato con l'ambiente degli stayer, un terzo è il d.s. della [omissis]. Addirittura, in alcuni casi, risulterebbero implicati degli ospedali. Nell'ambiente del ciclismo professionistico è addirittura accaduto che un tecnico che aveva appena acquistato in Svizzera farmaci doping per circa 70 milioni reagisse con rabbia alla denuncia fatta da Ferrini che rischiava di spaventare i suoi potenziali clienti. Dinanzi a un fenomeno di tali caratteristiche e di tale portata è evidente che la strategia di contrasto non può certo essere basata sui controlli antidoping su sostanze, per altro, impossibili da rilevare, al momento e forse per un anno ancora! E' più logico pensare a un'azione combinata che si estrinsechi, da una parte, mediante un esposto alla magistratura per appurare se sussistano gli estremi di reati penali e, dall'altra, attraverso un'indagine della Commissione del Coni. L'esposto alla magistratura va, se già non lo è stato, inoltrato con urgenza: è ben noto che di Epo si muore. E' accaduto per 18 ciclisti olandesi e belgi (nell' ambiente del ciclismo il numero viene già corretto a 22). Pochi giorni fa è morto, all'età di 26 anni (non 27 come riportato dalla stampa), il polacco Halupczok, per la solita crisi cardiaca. Nel 1989 aveva stravinto il Campionato Mondiale Dilettanti su strada e aveva trascinato la sua squadra verso la medaglia d'argento della 100 km; [omissis]. Parlando con alcuni campioni professionisti si scopre che l'Epo e, più in generale, l'esigenza del doping per essere competitivi, è divenuta per loro un'angoscia, di cui non sanno come liberarsi. Ma chi dovrebbe liberarli se non coloro che dirigono il ciclismo? E' totalmente ridicolo che si sia giunti al punto che, a causa del doping, si salga sulle montagne più prestigiose del Tour e del Giro con rapporti da pianura e ad alta velocità, ma senza che si riesca a fare selezione essendo molti corridori pieni di Epo, di Acth, di Hcg e di testosterone! Parallelamente all'azione eventuale della magistratura il sistema sportivo (il Coni, visto che la Fci non sembra in grado di farlo) deve indagare per proprio conto. Ma con la volontà di scoprire. A tale fine occorre, però, una Commissione d'indagine che abbia nel proprio interno competenze specifiche rispetto agli argomenti di cui si occupa: almeno uno specializzato in medicina dello sport che sappia distinguere una pratica doping dall'altra e un esperto di allenamento che sappia percepire e orientarsi nel linguaggio degli allenatori e degli atleti.

Queste le altre puntate del #Dossier-Doping:

1. PREMESSA E PRESENTAZIONE
2. "CAMPIONI SENZA VALORE" IL LIBRO SCOMPARSO DI SANDRO DONATI (1989)
3. L'UTILIZZAZIONE DI EPO NEL CICLISMO ITALIANO - DOSSIER DI SANDRO DONATI (1994)
4. "LO SPORT DEL DOPING" - DI  SANDRO DONATI (2012)
5. IL CASO GH-SIDNEY 2000 E LO SCIOGLIMENTO DELLA COMMISSIONE ANTIDOPING
6. VIDEO DOCUMENTARIO SULLA STORIA DEL DOPING NEL CICLISMO


Share on Google Plus

About Simone Salvador

This is a short description in the author block about the author. You edit it by entering text in the "Biographical Info" field in the user admin panel.

0 commenti:

Posta un commento