Il tifo ciclistico e la fatica dei corridori sono due dei cliché più utilizzati per descrivere la bellezza del ciclismo. Spesso i tifosi del ciclismo sono citati come modello, in contrapposizione a quelli del calcio (poco importa se, a volte, si tratti delle stesse persone e se i due sport siano per natura diversi). I corridori sono giustamente elogiati per le immani imprese cui sono costretti e sulle strade l'incitamento è lo stesso per il campione più osannato e per l'ultimo dei gregari.
Ieri, nella 6a tappa del Giro 2014, la Sassano-Montecassino, si sono verificati due episodi deprecabili. Al passaggio a Nocera un corridore ha pensato bene di urlare "Terroni!" al pubblico presente a bordo strada. Ai piedi della salita di Montecassino, dopo una caduta di dimensioni storiche, una persona ha rubato borraccia e casco al povero Caruso che stava per essere portato via in ambulanza.
Qui il video con l'urlo "Terroni":
AGGIORNAMENTO: il caso dell'urlo "Terroni" si è parzialmente sgonfiato dopo la confessione di Valerio Agnoli (Astana).
Questo invece il video in cui si nota lo spettatore che porta via casco e borraccia di Caruso:
Qui il video con l'urlo "Terroni":
AGGIORNAMENTO: il caso dell'urlo "Terroni" si è parzialmente sgonfiato dopo la confessione di Valerio Agnoli (Astana).
Questo invece il video in cui si nota lo spettatore che porta via casco e borraccia di Caruso:
Il ciclismo, al netto del cancro doping, resta però uno sport sublime, ricchissimo di valori e umanità. A dimostrarlo un altro piccolo episodio, accaduto sempre negli attimi successivi alla caduta di Caruso. Una signora, mossa a compassione, si è avvicinata al povero ciclista della Katusha steso a terra, sorreggendo un ombrello e mettendolo così al riparo dalla pioggia:
In pochi chilometri, tutto e il contrario di tutto. Anche questo è Giro d'Italia.
Ps, ci sarebbe molto da scrivere anche sull'incredibile autogol della Rai che, al Processo alla Tappa, ha invitato in qualità di giudice (con tanto di trono) Mario Cipollini. Sul tema mi sono già espresso, ma consiglio l'ottimo articolo "Cipollini Santo: Italia senza memoria e dignità" del blog di cycling pro.
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