Martedì 3 dicembre ore 15:00 Spezia-Pescara; ore 17:00 Avellino-Frosinone; ore 19:00 Bologna-Siena; ore 21:00 Parma-Varese. Questo è il programma odierno dei sedicesimi di finale della Coppa Italia (Tim Cup) 2013/2014. Qualche domanda. Quanti appassionati ne erano a conoscenza? Quante persone si sintonizzeranno sui canali Rai Sport (che al pari delle tanto criticate pay-Tv adotta la formula spezzatino per la manifestazione di cui detiene i diritti)? Quanti spettatori paganti faranno registrare tali incontri? Quanti titolari saranno impiegati dalle squadre impegnate?
Per farla breve, si ripresenta l'annosa questione della sconfortante situazione in cui versa la Coppa Italia. Tranquilli, comunque. All'altezza degli ottavi di finale, quando entreranno in scena le cosiddette big, partirà l'abusatissimo coretto di dirigenti, allenatori, giocatori e giornalisti Rai per cui "Quando si entra nel vivo del torneo tutti ci tengono a vincere e la Coppa Italia diventa spettacolare".
Nel 2010 lanciai una proposta di riforma della Coppa Italia che ha ottenuto un discreto successo tra i lettori. Con gli anni mi sono sempre più avvicinato alla drastica soluzione di Rado (abolizione totale del torneo: sì, si può fare). Tuttavia, penso sia giusto riproporre a mo' di disco rotto quella che è la mia idea per rendere quantomeno interessante un torneo che, così come strutturato, rappresenta un autentico obbrobrio. Meglio, l'attuale formula va benissimo ai dirigenti dei club principali che vedono nella Coppa Italia una seccatura da posticipare il più possibile (ingresso all'altezza degli ottavi di finale) o, nella migliore delle ipotesi, un'opportunità per salvare la stagione.
La tradizione e la cultura della FA Cup o della Copa del Rey non si inventano di punto in bianco. Allo stesso modo, però, attraverso qualche semplice accorgimento (7 punti specifici) sarebbe possibile rendere più coinvolgente un torneo in stato comatoso.
Ai seguenti link la proposta di riforma della Coppa Italia originaria (ovviamente superata a livello numerico visto il costante mutare del numero di club della Lega Pro).
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