Sta per scoppiare un nuovo scandalo legato al doping. Ieri sera l'Equipe ha annunciato che Laurent Jalabert è risultato positivo all'EPO in un test antidoping effettuato nel 2005 su campioni d'urina del 1998 (il Tour de France dell'affaire Festina, vinto da Marco Pantani).
Nell'inchiesta voluta dalla Commissione Antidoping del Senato francese sono stati analizzati altri 60 campioni d'urina e, stando alle prime indiscrezioni, ben 44 contenevano "elevatissime quantità di EPO". Va ricordato che alcuni campioni appartengono ad atleti testati più volte.
Il rapporto del Senato sarà rivelato il prossimo 24 luglio (inizialmente si parlava del 18 luglio, giorno dell'Alpe d'Huez), ma è possibile che quei nomi diventino pubblici a Tour de France in corso.
Il rapporto del Senato sarà rivelato il prossimo 24 luglio (inizialmente si parlava del 18 luglio, giorno dell'Alpe d'Huez), ma è possibile che quei nomi diventino pubblici a Tour de France in corso.
Qualcuno si chiederà a cosa serva riesumare campioni d'urina di 15 anni fa o dirà che quei fatti sono ormai coperti da prescrizione. Niente di più sbagliato. E' una posizione paragonabile a quella di coloro i quali, all'uscita di notizie su mafia o criminalità in Italia, sostengono che queste cose non dovrebbero trovare spazio su giornali e Tv perché in questo modo si mette in cattiva luce il nostro Paese, recando danno a turismo e commercio. Per carità.
Se le indiscrezioni dovessero essere confermate, quei 60 campioni d'urina saranno la prova provata che quel ciclismo era completamente devastato e falsato dal doping. Una rappresentazione farsesca, priva di ogni significato tecnico e sportivo. A quel punto, forse, anche i vari media che mitizzano o ritrasmettono ancora oggi quelle "imprese", si dovranno ricredere. Quel ciclismo (dai primi '90 fino all'entrata in funzione del passaporto biologico) va completamente cancellato o ricordato solo per l'uso sistematico di sostanze e pratiche dopanti.
AGGIORNAMENTO AL 24 LUGLIO - Nel rapporto del Senato francese, che tocca altri sport oltre al ciclismo, sono indicati i codici dei campioni d'urina positivi all'EPO. Incrociando questi codici con quelli dei test effettuati nel 1998 e 1999 si è potuto risalire all'identità dei corridori. Va ricordato che tali atleti non rischiano nessuna sanzione. A livello sostanziale, però, alcuni dei ciclisti coinvolti, hanno rassegnato le dimissioni o sono stati licenziati dai ruoli che ricoprivano al momento dell'uscita del rapporto. Da notare che tale presa di coscienza si è avuta solo all'estero. In Italia, come scritto magistralmente da Cycling Pro, l'uscita di questa lista non ha portato sostanzialmente a nulla. Anzi, il buon Gianni Bugno se n'è uscito con un'intervista ai limiti del surreale, mettendo di fatto in dubbio l'esistenza del doping (sigh).
Ecco l'elenco dei corridori del Tour de France 1998 e 1999 i cui campioni d'urina, analizzati nel 2004 con 3 diverse tecniche, sono risultati positivi all'EPO:
Andrea Tafi, Erik Zabel, Laurent Jalabert, Bo Hamburger, Marco Serrano, Jens Heppner, Jeroen Blijlevens, Nicola Minali, Mario Cipollini, Fabio Sacchi, Eddy Mazzoleni, Jacky Durand, Abraham Olano, Laurent Desbiens, Marco Pantani, Manuel Beltran, Jan Ullrich, Kevin Livingston.
Questo invece l'elenco dei corridori i cui i risultati sono stati definiti "controversi": Brignoli, Turicchia, Chanteur, Zanini, Calcaterra, O’Grady, Barthe, Moncassin, Julich, Axel Merckx.
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