Partite rinviate in Serie A: tra stadi, calendario e possibili soluzioni

Il rinvio di 4 partite (Parma-Juventus, Bologna-Fiorentina, Atalanta-Genoa e Siena-Catania) in programma per la 21a giornata della Serie A 2011/2012 ha portato alle solite, inevitabili polemiche sulle cause di questa ennesima magra figura del calcio italiano. Quasi tutti hanno individuato i due motivi prinicipali di questa situazione.

STADI INADEGUATI - L'obsolescenza, a volte fatiscenza, degli stadi italiani è fin troppo palese. Un problema annoso che non sembra poter trovare soluzione. Euro 2016 avrebbe rappresentato un'occasione importante per un ammodernamento dei vari impianti, ma la candidatura italiana è riuscita nell'impresa di arrivare terza su tre partecipanti (dietro a Francia e Turchia). Così, senza l'aiuto pubblico (la legge sugli stadi impantanata nelle commissioni parlamentari) i club, ricoperti d'oro dalle Pay-Tv, stanno dimostrando tutta la loro scarsa attitudine manageriale (eufemismo), non riuscendo nemmeno a cominciare i lavori per i nuovi impianti. A ciò va aggiunta la complessità della burocrazia italiana, ma spesso questa oggettiva difficoltà viene utilizzata come alibi o paravento dai vari club. Si sono tirate in ballo le televisioni come principali colpevoli di questa situazione. Niente di più sbagliato, almeno in questo caso. Le Pay-Tv hanno interesse a frazionare le giornate di campionato con anticipi e posticipi, ma il calendario stilato a inizio anno è di stretta competenza della Lega calcio. Anzi, è interesse delle stesse televisioni avere degli stadi più moderni, in grado di fornire un miglior spettacolo (anche televisivo). Come scritto qualche tempo fa, i molti soldi provenienti dalle Pay-Tv dovrebbero essere investiti dai club per costruire degli stadi moderni. L'impressione è che invece servano a coprire solamente il monte ingaggi. Interessante a tal proposito la nota diramata quest'oggi da Jacques Raynaud di Sky.
L'esempio virtuoso arriva dallo Juventus Stadium che sabato scorso ha consentito il regolare svolgimento di Juventus-Udinese, nonostante una nevicata simile per intensità a quella registrata a Parma e nelle altre città. E' la dimostrazione chiara, inequivocabile che con uno stadio moderno, oltre che con una buona organizzazione di club e amministrazione comunale, si potrebbero disputare senza particolari problemi dei turni di campionato anche in condizioni meteo avverse. 

CALENDARIO - Se non si dispone di stadi all'altezza risulta ancora più masochistica la scelta di piazzare un turno infrasettimanale nei giorni più freddi dell'anno. L'assurda, lunghissima pausa natalizia - quest'anno di 17 giorni - voluta dall'AIC e avallata dalla Lega calcio, risulta ancora più intollerabile, considerando la successiva giustificazione sul perché si disputino dei match serali in pieno inverno: "è inevitabile  poiché non ci sono altre date disponibili nel calendario"

SOLUZIONI - Al di là del cronico problema legato agli stadi, ci sarebbero degli accorgimenti che permetterebbero uno svolgimento più normale (leggi regolare) della Serie A.
La prima, più drastica e di più difficile attuazione stante l'interesse di club e Pay-Tv ad avere il numero più elevato di match possibile, è quello legato al ritorno della Serie A a 18 squadre. Qualcuno ha parlato di 16 squadre. Ipotesi impraticabile perché fortemente contraria agli interessi di club e Pay-Tv (il prodotto avrebbe un valore commerciale decisamente inferiore). Senza dimenticare che gli attuali format di Serie A e Serie B, derivano non da una precisa scelta della FIGC, ma dal pastrocchio dell'estate 2003 col cosiddetto Caso Catania che determinò una Serie B a 24 squadre, scesa poi a 22 con 20 squadre in A dal campionato 2004/2005.
Un campionato a 18 squadre porterebbe con sé due notevoli vantaggi:
1. Disputare 34 partite anziché 38, alleggerendo così il calendario. Considerando che in questa stagione, tra l'altro più compressa in vista di Euro 2012, sono previsti ben 5 turni infrasettimanali, il passaggio a 18 squadre eliminerebbe, di fatto, questi match poco amati da allenatori, giocatori e tifosi.
2. Il secondo vantaggio di una Serie A a 18 squadre sarebbe tecnico, spettacolare. Meno formazioni deboli e quindi meno match scontati. Non è un caso che, tralasciando per carità di patria la stagione 2006/2007, la quota Scudetto si sia notevolmente alzata da quando, a partire dal 2004/2005, si è passati a 20 squadre.

Se invece non si volesse tornare a 18 squadre, la miglior soluzione possibile sarebbe quella di anticipare l'inizio della Serie A di una decina di giorni. Anziché, quindi, giocare un match a fine agosto per poi fermarsi subito per gli impegni della nazionale, sarebbe auspicabile giocare un altro paio di match tra metà e fine agosto. Tre turni serali che troverebbero il gradimento degli spettatori (qualcuno sarà ancora al mare ma se ne farebbe una ragione...) e permetterebbe alle squadre impegnate in Europa di arrivare più preparate agli impegni nelle competizioni europee.

Utopie? No, semplici idee basate sul buonsenso, parola spesso ignorata dai dirigenti del calcio italiano. 
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