Bilanci delle società di calcio e Mercato - La guida per capirne di più #2 (di Rado il Figo)

Seconda puntata dello speciale "Bilanci delle società di calcio e Mercato" a cura di Rado. Proseguendo sull'esempio illustrato nella prima parte (vedi), si approfondisce l'analisi relativa all'incidenza delle principali operazioni di mercato sul bilancio d'esercizio. 

Ma Alfa, a parità di ogni altra condizione, può veder modificato il risultato economico della cessione di Rossi?
La risposta è affermativa, ma a patto che Alfa adotti le regole internazionali di bilancio, alle quali, per esempio, dovrebbe sottostare se fosse quotata in Borsa. In questa diversa ottica, la sostanza prevale sulla forma; nel caso specifico, se formalmente Alfa ha acquistato Rossi da Gamma ottenendo una rateizzazione del pagamento del prezzo non gravata da interesse alcuno, le regole internazioni postulano che ogni dilazione è in realtà, seppur implicitamente, a titolo oneroso. La difficoltà di questa visione è, ovviamente, la ricerca del corretto tasso d’interesse implicito nell’operazione. Per semplicità, lo pongo pari all’attuale tasso di riferimento del 2,5% annuo: con quest’ipotesi, il prezzo del contratto di Rossi scende da 1.500.000 a 1.463.548; la differenza di 36.452 rappresenta quindi gli interessi (impliciti) che Alfa paga a Gamma per aver ottenuto il frazionamento in 3 parti del pagamento. Quindi, in poche parole, ogni rata è composta da una parte che va a coprire il debito di 1.463.548 ed una seconda che corrisponde agli interessi dovuti.
Come si arriva alle cifre sopra esposte? Il seguente specchietto è d’aiuto.

Esercizio
Importo
rata
Quota
capitale
Quota
interessi
Debito
residuo
2011/12
225.000
225.000
0
1.238.548
2012/13
1.050.000
1.019.036
30.964
219.512
2013/14
225.000
219.512
5.488
0
Totale
1.500.000
1.463.548
36.452
===

Nel 2011/12 la prima rata di 225.000 è di sola restituzione del debito, che va interamente ad essere scalata da questo per un debito residuo di 1.238.548 (= 1.463.548 – 225.000). Nel 2012/13 la seconda rata è comprensiva degli interessi del 2,5% annuo calcolati sul debito residuo, per totali 30.964 (= 1.238.548 x 2,5%); la quota di restituzione del debito di 1.019.036 è semplicemente la differenza fra il totale della rata (1.050.000) e gli interessi sopra esposti. A questo punto, il debito residuo scende a 219.512 (= 1.238.548 – 1.019.036). Infine, nel 2013/14 la rata di complessivi 225.000 comprende interessi per 5.488 (= 219.512 x 2,5%) che determinano una quota di restituzione del debito di 219.512 (= 225.000 – 5.488), esattamente pari al residuo, ad azzeramento della posizione debitoria di Alfa.

Essendo variato il prezzo “puro” del contratto di Rossi, conseguentemente varia anche l’ammortamento dello stesso come dalla sottostante tabella

Esercizio
Quota
d’ammortamento
Fondo
ammortamento
Valore contabile
contratto
2011/12
365.887
365.887
1.097.661
2012/13
365.887
731.774
731.774
2013/14
365.887
1.097.661
365.887
2014/15
365.887
1.463.548
0

Da ricordare che il peso economico complessivo del contratto di Rossi nel bilancio di Alfa rimane invariato: è pur vero che ad un minore prezzo corrispondono quote inferiori di ammortamento, ma è altrettanto vero che fra i costi bisogna ora aggiungere gli interessi impliciti. Si veda la seguente tabella:

Esercizio
Quota
d’ammortamento
“nazionale”
Quota
d’ammortamento
“internazionale”
Interessi
2011/12
375.000
365.887
0
2012/13
375.000
365.887
30.964
2013/14
375.000
365.887
5.488
2014/15
375.000
365.887
0
Totale
1.500.000
1.463.548
36.452

Se si sommano i totali delle ultime due colonne, il risultato ottenuto è esattamente pari a quello della seconda colonna. La situazione non è però identica, in quanto varia la distribuzione del costo complessivo nei 4 esercizi, costante colle regole nazionali, dapprima crescente e poi decrescente con quelle internazionali.

Tornando alla cessione di Rossi da Alfa a Beta per 1.300.000, questa genera ora una plusvalenza di 180.144. Non può ovviamente più essere 175.000, essendo variato il prezzo puro e conseguentemente il valore contabile del contratto, sceso da 1.125.000 a 1.097.661; ma non è nemmeno di 202.339, differenza fra il prezzo concordato con Beta e detto valore contabile (1.3000.000 – 1.097.661 = 202.339). Per quale motivo? Semplicemente perché se Alfa deve adottare le regole internazionali, queste valgono anche per le operazioni di cessione del contratto, e se su queste sono concesse delle dilazioni di pagamento, anch’esse sono gravate da interessi, sempre impliciti ma ora positivi per Alfa (non più costi ma ricavi). Beta, come ipotizzato, pagherà 1.300.000 in due rate: 390.000 subito e 910.000 la stagione successiva. Applicando sempre il medesimo tasso implicito del 2,5% annuo, significa che il prezzo di 1.300.000, dev’essere scisso in 1.277.805 di prezzo “puro” e in 22.195 di interessi. Pertanto la plusvalenza corretta è, per l’appunto, di 180.144 (= 1.277.805 – 1.097.661). Il che apparentemente porta un miglioramento di 5.144 (= 180.144 – 175.000) ma non bisogna dimenticare il peso di ammortamenti e interessi, attivi e passivi.
Volendo riassumere la portata economica del contratto di Rossi per Alfa, ricorro alle seguenti due tabelle. La prima descrive i costi e ricavi secondo la contabilità con regole nazionali, la seconda con quelle internazionali:

Esercizio
Ricavi
Costi
Plusvalenza
Ammortamento
2011/12

375.000
2012/13
125.000

Totale
125.000
375.000

Esercizio
Ricavi
Costi
Plusvalenza
Interessi attivi
Ammortamento
Interessi passivi
2011/12


365.887

2012/13
180.144


30.964
2013/14

22.195

5.488
Totale
180.144
22.195
365.887
36.452

Come si può notare, anche se con entrambe le norme la cessione di Rossi ha generato una plusvalenza, al netto l’unica stagione di permanenza del contratto di Rossi ad Alfa ha però avuto un effetto negativo. In entrambi i casi, la plusvalenza non è riuscita a coprire la prima (ed unica) quota di ammortamento: colle regole nazionali la perdita è di 250.000 (= 375.000 – 125.000); con quelle internazionali, dove entrano in gioco gli interessi per le dilazioni di pagamento, s’attesta a 200.000 (= 365.887 + 36.452 – 180.144 – 22.195).

Come dovrebbe essere a questo punto chiaro, l’elemento base per il calcolo di minus e plusvalenze è il valore contabile del contratto. Ma questo come cambia se si modificano alcune delle condizioni di partenza?
Supponiamo che Rossi non sia ceduto nel 2012/13 e che, anzi, decida di prolungare di altre 2 stagioni il suo legame con Alfa. L’ammortamento conseguente, che rimane sempre a quote costanti, suddividerà il valore contabile di 1.125.000 non più per altre 3 stagioni (con una quota costante pari alla prima di 375.000) ma per 5, abbassando l’ammortamento annuale a 225.000 (= 1.125.000 / 5). La seguente tabella mette a confronto la differenza fra i valori contabili:

Esercizio
Quota
d’ammortamento
Fondo
ammortamento
Valore contabile
contratto
Valore contabile
“originale”
contratto
2011/12
375.000
375.000
1.125.000
1.125.000
2012/13
225.000
600.000
900.000
750.000
2013/14
225.000
825.000
675.000
375.000
2014/15
225.000
1.050.000
450.000
0
2015/16
225.000
1.275.000
225.000

2016/17
225.000
1.500.000
0


Alfa, spalmando su più anni il contratto, ne determina un minore valore contabile, per cui, ad esempio, per scontare una plusvalenza di 1.000.000 nel 2013/14, dovrebbe cedere Rossi non più per 1.750.000 ma per 1.900.000. È anche vero che prolungando per due stagioni la durata del contratto, si assicura la possibilità di poter ricavare una plusvalenza anche nel 2015/16 e nel 2016/17, stagioni dove originariamente Rossi sarebbe stato libero da ogni vincolo con Alfa.


Rado il Figo



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