La notizia è passata quasi inosservata, ma merita un approfondimento. Venerdì, prima con una nota ufficiale e poi per voce del suo presidente Dino Meneghin, la Fip ha ritirato la candidatura italiana per l'Europeo di basket 2013. Il comitato promotore si è sciolto e la candidatura italiana presso Fiba Europe è stata ritirata.
Un altro colpo durissimo per il nostro basket che pochi mesi fa aveva rinunciato ad ospitare le Final Four di Eurolega 2011 a Torino (nel caso specifico le manifestazione era già stata assegnata alla città piemontese). Meneghin ha spiegato che "a malincuore abbiamo dovuto rinunciare visto che mancavano le certezze di poter avere l'impianto da 15.000 posti a Tor Vergata (requisito imprescindibile per la Fiba, ndr), considerando anche che - stante il momento di crisi economica - non c'era la possibilità di reperire sponsorizzazioni di alto livello". Se a tutto ciò si aggiungono "le diatribe nel nostro governo, con l'incertezza su eventuali nuove elezioni" si capisce come la candidatura italiana fosse davvero improponibile. A questo punto Eurobasket 2013 si disputerà - salvo improbabili sorprese - in Slovenia, unica candidata rimasta in lizza.
Questa auto-bocciatura merita un commento più generale sull'Italia e sulle capacità organizzative del nostro Paese. Non appena si tratta di organizzare delle manifestazioni sportive di un certo livello il sistema Italia dimostra tutte le sue contraddizioni e i suoi problemi. Qualche mese fa l'Uefa doveva decidere sugli Europei di Calcio del 2016: siamo finiti terzi su tre candidature, alle spalle di Francia e Turchia. Nel 2009 l'Italia ha organizzato tra mille difficoltà, cambiamenti di progetto, polemiche e strascichi giudiziari i Mondiali di nuoto a Roma. Sempre nel 2009 i Giochi del Mediterraneo di Pescara sono stati in forse fino all'ultimo per vari problemi (di budget in particolare). Settimana scorsa si sono conclusi i Mondiali di pallavolo e si può dire che, fortunatamente, siano stati l'evento meglio riuscito degli ultimi tempi. Nello specifico, però, va considerato che per organizzare un Mondiale di volley non occorrevano particolari investimenti: tutti gli incontri si sono disputati in impianti già esistenti.
Ritornando al discorso Eurobasket, si può dire che per l'Italia sia davvero una immensa occasione persa per rilanciare l'intero movimento cestistico. Nuovi impianti, nuovi sponsor, visibilità, livello più alto del campionato, promozione nelle scuole, ecc. Un circolo virtuoso a cui, per l'ennesima volta, dobbiamo rinunciare.
Il grande obiettivo, sullo sfondo, resta la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2020. Visto che - al momento - le altre candidature sembrano essere abbastanza timide, Roma potrebbe riportare in Italia l'evento sportivo più importante al mondo. Il problema, però, è che un'Olimpiade - pur nella sua grandiosità - non coinvolge fino in fondo un intero sistema, ma si gioca sull'asse città candidata-Coni-Governo-Cio. Eventi come Mondiali o Europei di calcio o Europei di basket, invece, riguardano l'intero sistema Paese con le sue città, le infrastrutture, la ricettività, gli impianti, la sicurezza ecc.
Al momento, purtroppo, non siamo in grado di organizzare eventi così importanti e la cosa più triste è vedere Paesi da poco entrati in Europa come Lituania e Slovenia in grado di ottenere l'organizzazione di queste manifestazioni. La Lituania, addirittura, ha chiesto e ottenuto dalla Fiba Europe la possibilità di allargare Eurobasket da 16 a 24 squadre, favorendo tra l'altro anche la qualificazione diretta dell'Italia. Non serve aggiungere altro.
No, direi che serve aggiungere altro. Innanzitutto è significativo che non si riesce nemmeno a organizzare un torneo di calcio in Italia, il che è tutto dire. E non si tratta solo di aver perso Euro2016 (fra l'altro la candidatura italiana è giunta terza, in quanto era stata esclusa fin dalla prima scrematura che serviva a ridurre a due le candidate finali) ma pure Euro2012. E lì Boniek spiegò che c'era poco da lamentarsi: l'Italia parte sempre colla supponenza che le venga assegnato di diritto l'organizzazione altrimenti c'è il complotto, dimenticandosi che altre candidature vengono preferite perché, al contrario dell'Italia, si "degnano" di "prepararsi" organizzando anche i tornei internazionali "minori" (giovanili e femminili), mettendosi quindi in mostra fattivamente agli occhi di chi deve poi decidere. L'Italia vuole solo ed esclusivamente organizzare i tornei maggiori e si lagna pure. Ma poi, parliamoci chiaro, ci siamo dimenticati Italia 1990 e i furti perpetrati fra sprechi e costi che lievitavano all'infinito, con impianti ancora da ultimare in alcuni casi a Mondiale iniziato? Pensate che sia cambiato qualcosa in 20 anni? E poi se non si riesce ad arginare dei tifosi serbi venuti qui per una gara, figuriamoci se dovessero darsi appuntamento la peggior teppaglia di una 20ina di federazioni cosa accadrebbe.
RispondiEliminaInsomma, ritengo che sia meglio così: soldi miei (pubblici) non scialacquati e ordine pubblico non devastato.