Poco prima del Giro d'Italia 2010 avevo elaborato una breve analisi - senza alcuna ambizione di completezza - sul fenomeno Doping nel ciclismo (vedi). Ne ripropongo il link perché, purtroppo, il tema doping è tornato prepotentemente a galla nelle ultime ore. Il ciclismo, assieme al calcio, è lo sport certamente più popolare, quello più "vicino" alla gente. Vanta un'infinità di tifosi in giro per il mondo, ma negli ultimi 15 anni ha perso moltissima credibilità e consensi. Inspiegabilmente, o forse no, però, l'amore e la passione dei tifosi sono rimasti intensissimi (basti vedere le presenze sulle strade dei tapponi o gli ascolti Tv...).
Ieri, 30 settembre 2010, dopo un periodo relativamente tranquillo sul fronte doping, sono giunte non una, bensì tre notizie da prima pagina. La positività di Alberto Contador ad un controllo avvenuto nel corso del Tour 2010, il terzo conquistato dallo spagnolo; la positività di Ezequiel Mosquera all'ultima Vuelta, corsa in cui il 34enne spagnolo ha lottato fino all'ultimo metro con Vincenzo Nibali per la vittoria finale, giungendo poi secondo; l'indagine delle procure di Padova e Perugia su un traffico di sostanze dopanti che coinvolgerebbe anche Riccardo Riccò.
Occorre analizzare singolarmente le tre vicende, viste le sostanziali differenze da un caso all'altro.
CASO CONTADOR - come scritto nel titolo del post, in questa vicenda è fondamentale andare piano con i giudizi affrettati, evitare di condannare a priori o, ancora peggio, fare di tutta l'erba un fascio. Certo, quando il numero uno al mondo, il ciclista che ha dominato in lungo e in largo tutte le ultime edizioni delle grandi corse a tappe, viene coinvolto in una vicenda più o meno chiara legata al doping, la risonanza mediatica è altissima. Nelle ultime ore - secondo quando riportato dall'Equipe - stanno emergendo nuovi particolari e nuove ipotesi sulla positività al clenbuterolo di Contador lo scorso 20 luglio al Tour de France (era il giorno di riposo prima della tappa del Tourmalet). Fino a ieri si sapeva che la quantità di clenbuterolo (sostanza dimagrante che se assunta in dosi importanti ha effetti anabolizzanti e favorisce il recupero) trovata dal laboratorio di Colonia era infinitesimale: 400 volte meno di quella per cui la Wada è tenuta ad avvisare l'Uci. Il problema è che il clenbuterolo è considerato prodotto dopante anche in presenza di una sola molecola. Contador sostiene che tale positività sia riconducibile ad una bistecca mangiata la sera precedente. Sono state fatte subito facili ironie, accostando la spiegazione del ciclista madrileno a quelle più inverosimili adottate negli anni dai vari atleti pizzicati all'antidoping. Ognuno è libero di analizzare le cose come meglio crede, ma la spiegazione fornita da Contador non è campata per aria essendo stata confermata da scienziati americani e cinesi (il clenbuterolo è usato in zootecnia per le sue qualità anabolizzanti). Quindi, a maggior ragione, piano con i giudizi, specialmente se superficiali. Come scritto in modo perfetto da un anch'egli prudente Eugenio Capodacqua (giornalista solitamente molto severo) su repubblica.it (vedi), le ipotesi toccano i due poli estremi (piccolissima quantità ingerita poco prima della corsa - valida la spiegazione della bistecca, o grande quantità assunta molto tempo prima). Non vi sono certezze, anche perché Contador è risultato positivo solo in quel test, nonostante fosse sottoposto a controlli quotidiani.
Il caso, però, già intricato di suo, si è complicato ulteriormente nelle ultime ore con L'Equipe che ha pubblicato sul suo sito l'ipotesi che dietro a tale positività ci possa essere una auto-emotrasfusione (vedi). Sembrerebbe, infatti, che nei campioni raccolti siano stati trovati dei residui di plastica provenienti da delle sacche di sangue solitamente usate per le autotrasfusioni. Il condizionale è assolutamente d'obbligo, anche perché tale ritrovamento e la procedura stessa non sono certificate dagli organismi antidoping internazionali. Anche qui, quindi, tutto da verificare. UCI e Wada sono attese da un duro e difficile lavoro.
La speranza è che, trattandosi del ciclista più forte in circolazione, il ciclismo possa uscirne - per una volta - un po' meglio del solito. Se fosse accertata la volontaria assunzione di sostanze dopanti da parte del madrileno, invece, staremmo parlando di una positività pesantissima, che darebbe definitivamente ragione a chi sostiene che nel ciclismo il doping è la regola.

INCHIESTE PROCURE E COINVOLGIMENTO RICCO': sempre di ieri la notizia che nel corso dell'inchiesta Cobra Red che vede coinvolto come personaggio centrale Enrico Rossi, professionista e cognato di Riccò, lo stesso Cobra di Formigine (assieme a Donato Cannone) risulta indagato per violazione della legge sul doping. Nel corso dell'inchiesta portata avanti dalle Procure di Padova e Perugia, sono state rinvenute a casa Riccò 50 pasticche sfuse, in parte sminuzzate, che sono state immediatamente spedite ai laboratori per essere analizzate.
Inutile dire che per Riccò, già squalificato per uso di epo di seconda generazione al Tour 2008, nel caso in cui venisse confermata la natura illecita di tali sostanze, si tratterebbe della fine della carriera.
Nell'articolo di presentazione ai Mondiali di domenica scorsa avevo sottolineato come avrei visto di buon occhio una sua convocazione. Mi ero anche espresso in favore della sua partecipazione al Giro 2009, criticando la scelta di Zomegnan di escludere la sua squadra dalla corsa rosa. Ecco, la mia "sponsorizzazione" a favore di Riccò deriva da una presunzione di buona fede. Confido (confidavo?) che la squalifica e tutto ciò che ne consegue avrebbero condotto Riccò sulla retta via. Spero che il Cobra di Formigine, al pari di Contador, possa dimostrare la sua innocenza. La speranza è l'ultima a morire, ma le sensazioni non sono molto positive (almeno quelle...).
Ps, la Vacansoleil aveva appena definito gli ingaggi di Riccò (che ha già corso con la nuova squadra) e Mosquera (per la prossima stagione). Per il team olandese due brutti colpi: la palla passerà probabilmente ai legali...
0 commenti:
Posta un commento