Gigi Del Neri, la differenza

Zauri, Gastaldello, Lucchini, Ziegler. Può una squadra con una difesa formata da quattro onesti comprimari, togliere un pezzo di Scudetto alla Roma e disputare un campionato di vertice, lottando per il quarto posto? La risposta è sì se a guidare quella squadra è Luigi Del Neri da Aquileia. Lo può fare a maggior ragione se in passato una neo-promossa di nome Chievo Verona arrivò al quinto posto qualificandosi in Coppa Uefa e i quattro di allora si chiamavano Moro, D'Angelo, D'Anna e Lanna.
Gigi Del Neri è la differenza. Tra l'attuale campionato e quello 2008/2009 , infatti, ballano 27 punti. I 16 punti in più conquistati dalla Sampdoria e gli 11 in meno dall'Atalanta, allenata dal tecnico friulano nelle ultime due annate. Il tutto considerando che gli organici delle due squadre non sono mutati granchè. Garrone e Marotta hanno acquistato Semioli e Mannini (più Guberti a gennaio), l'Atalanta ha perso Floccari, rimpiazzato da Tiribocchi (e Acquafresca fino a gennaio).
La Sampdoria che vince all'Olimpico, gelando la capolista Roma e mantenendo a dispetto dei pronostici il quarto posto a tre giornate dal termine - il terzo posto del Milan dista solo4 punti - è una squadra costruita a immagine e somiglianza del suo tecnico. Classico 4-4-2 delneriano con l'organizzazione di squadra che supplisce alle carenze dei singoli. Una squadra che tenta di giocare al calcio, senza ricorrere a mezzucci o puntare tutto sulla componente fisica. Il surplus poi, sono quei due là davanti. Le geniali illuminazioni di Cassano e la disarmante efficacia in area di rigore di Pazzini.
Il maggior merito di Del Neri è stato quello di rilanciarsi dopo alcune cocenti delusioni professionali. La gavetta e i successi nelle categorie inferiori - a Nocera e Terni il baffo friulano non è passato inosservato - lo portarono fino alla Serie B, dove però trovò le prime difficoltà. Esonero a Empoli, ritorno ed esonero a Terni. La prima rinascita professionale avvenne grazie all'incontro con Campedelli. Nasce il Chievo dei miracoli, i mussi volanti che conquistano l'Italia calcistica. Promozione in serie A, il quinto posto la Coppa Uefa, altri due campionati da colonna sinistra della classifica. E' giunto il momento di spiccare il volo, anche senza i mussi volanti. La grande opportunità è al Porto, fresco vincitore di una Coppa Uefa (2003) e soprattutto della Champions League 2004. Allenare il Porto significa andarsi a giocare la Coppa Intercontinentale, ma soprattutto ricevere il testimone da Josè Mourinho. Il matrimonio dura pochissimo, lo spazio di un ritiro estivo. Una questione mai del tutto chiarita, un ammutinamento dei giocatori o una dirigenza incapace di decidere il dopo-Mourinho. Poco male. Poche settimane dopo è la Roma a chiamare Gigi. Peccato che sia la stagione peggiore degli ultimi anni, con uno spogliatoio polveriera in cui le cassanate sono la regola. Anche qui esonero dopo poche partite. Il volo di Del Neri sembra essere già terminato, a maggior ragione dopo il ritorno al capezzale del vecchio amore. Il preliminare di Champions - perso contro il Cska Sofia - è una iattura per il Chievo di Pillon, che si ritrova per la prima volta invischiato nella lotta per non retrocedere. Neanche il ritorno del mister da Aquileia salva i gialloblu dalla serie B.
Per la seconda volta in carriera Del Neri deve ripartire da capo, o quasi. La nuova avventura si chiama Atalanta e il lavoro paga. Due ottime stagioni che esaltano Doni e compagni. Questa volta il salto non è troppo grande e la tappa successiva è Genova, sponda Sampdoria. Un'annata gestita in modo splendido, specialmente nei momenti di maggior difficoltà. Calo fisico, alcune batoste (Juve e Milan) e caso Cassano nel bel mezzo della stagione. Gigi tira dritto, nonostante voci e critiche. Ha ragione lui. Il quarto posto finale rischia di essere la discriminante tra una stagione indimenticabile e una stagione ottima ma senza sogno Champions. In realtà si tratta solo di un dettaglio di un libro fin qui meraviglioso.
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About Simone Salvador

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3 commenti:

  1. Gigi Delneri è sempre stato un allenatore "a rischio": in effetti ultimamente pareva essersi bruciato dopo le varie esperienze negative sulle varie panchine (come quella di Palermo, non citata nel pezzo).

    È anche vero che esistono aspetti "misteriosi" sulla sua persona: oltre che col Porto, Delneri collezionò precedentemente un altro esonero a stagione inizianda, in quel di Empoli ("ufficialmente" per dissensi col presidente Corsi sullo schema tattico da adottare), e sono molteplici le voci di fratture insanabili con certi giocatori "pesanti" (all'Atalanta con Zampagna, poi ceduto a stagione in corso, a Roma si parlava di dissidi con Cassano).

    Delneri ha in effetti rischiato di essere un po' come Galeone col Pescara e Scoglio col Genoa: non tanto mister che avevano datto il meglio di sé in una o poco più stagioni felici in una certa piazza (vedi Maifredi col Bologna) per poi sparire, quanto di allenatore che solo in una certa piazza davano il meglio. Il primo Chievo si serie A fu un'assoluta sorpresa piacevole: non la classica squadra di sconosciuti che parte a razzo conquistando le simpatie di tutti e poi si perde, ma una squadra di sconosciuti che riesce a tenersi nell'alta classifica per tutto un campionato e negli altri non soffre il contraccolpo.

    Devo dire che colla Sampdoria, memore delle sue caratteristiche, avevo preso con molta cautela l'arrivo di Delneri: poteva essere l'ennesimo flop o un altro campionato positivo. Tutto sommato non mi aveva sorpreso l'inizio a tambur battente, ma non credevo che a 270' dalla fine si potesse ancora sperare nel 4° posto (per il quale rimane favorita la Juventus, vuoi per il calendario morbidissimo che ha, vuoi per il fatto che a tutti conviene che i bianconeri facciano la Champions). È anche vero che la Sampdoria non era proprio come l'Atalanta: tutto sommato qualcosina con Novellino e Mazzarri si era fatto (un quinto posto, una finale persa di Coppa Italia, la vittoria dell'Intertoto 2007), ma ciò non toglie che a scorrere i nomi in lista (anche coi soliti 3: Palombo, Cassano, Pazzini) non si veda molta differenza tecnica tra i blucerchiati e un'Udinese o un Parma o un Genoa, per cui è quasi "miracoloso" un girone di ritorno con queste cifre.

    L'unica speranza è, come sempre, si possa consolidare quanto di buono si è fatto nel 2009/10 (al peggio si va in Europa League), e che non si inizi a smantellare o a vedere giocatori che si credono fenomeni tutto d'un tratto (mi viene in mente in chiave clivense Legrottaglie, mai ritornato ai livelli in maglia gialloblù).

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  2. Grazie per la precisazione sul Palermo. Articolo che ho modificato, precisando alcuni passaggi per Stone Island. Solo su una cosa non sono d'accordo e cioè sulla Juventus favorita per il quarto posto per un motivo o per un altro. La Juve, vedendo il calendario, ha il 10-15% di arrivare quarta.
    Alla Samp potrebbe bastare non perdere a Palermo.

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  3. Faccio un po' di conti: la Juventus ha 6 punti di distacco dalla Sampdoria e 4 dal Palermo. Ma anche un calendario facilissimo, con 9 punti già in saccoccia: il Parma è già salvo ed il Milan in caduta libera non sono ostacoli seri. Rimane il Catania di domenica, ancora a rischio B, e che ha bisogno di almeno 4 punti in tre gare (se non meno, se l'Atalanta non le vince tutte). Catania che giocherà poi col Bologna (classica gara da 0-0 annunciato) e Genoa all'ultima in casa (coi grifoni fuori ormai da tutto). Quindi perché dannarsi colla Juventus quando la salvezza si raggiungerà senza fatica?

    Detto questo, la Juventus sopravanzerebbe di 3 punti la Sampdoria e di 5 il Palermo. Sampdoria e Palermo hanno il confronto diretto, che in caso di pari diventerebbe una jattura per entrambe. Inoltre la Sampdoria gioca in casa col Livorno, già retrocesso e quindi colla mente sgombra e quindi potenzialmente ogni risultato è possibile, e chiude col Napoli, che gemellato col Genoa farà di tutto per battere il blucerchiati. Ergo se arriva un punto in tre gare sarà tanto.

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