
Il
post di due giorni fa su Calciopoli 2 (vedi) e le nuove intercettazioni scovate dalla difesa di
Luciano Moggi nel corso del
processo penale di Napoli ha avuto molto successo e come promesso approfondisco tale delicatissima questione,
per cercare di chiarire alcuni punti. Il tutto tenendo presente che ieri la società
Juventus , tramite una nota ufficiale sul proprio sito,
ha preso una posizione netta e decisa.
La Juventus, correttamente, non pretende che venga riaperto il procedimento a proprio carico, ma chiede che qualora emergano situazioni finora sconosciute a carico di altre società (Inter), la giustizia sportiva agisca per garantire la parità di trattamento. Un atteggiamento corretto, inattaccabile, nonostante l'ormai consueta uscita inopportuna di
Moratti il quale ha dichiarato che quella della Juventus è "
un'iniziativa assurda". Moratti, quindi, vorrebbe che, dopo aver letto le intercettazioni inedite tra i vertici dell'Inter e il mondo arbitrale, la Juventus se ne stesse beatamente in silenzio e non chiedesse giustizia. Tenendo presente il comportamento disponibile - al limite dell'autolesionismo - tenuto dalla Juventus e dai suoi avvocati durante il procedimento di giustizia sportiva di 4 anni fa.
Assurdo. Prima di entrare nel merito, però, ringrazio un lettore (purtroppo anonimo) che ha postato sui commenti una
nuova intercettazione tra
Facchetti (allora presidente nerazzurro) e
Mattei (all'epoca dei fatti designatore dei guardalinee: per gli arbitri era in vigore il sorteggio con le famose griglie, per gli assistenti c'era la designazione diretta). La riporto perchè effettivamente si tratta dell'intercettazione più "
pesante" emersa in questi giorni;
è il 25 novembre 2004, giovedì pomeriggio, vigilia del sorteggio in vista della sfida di domenica sera Inter-Juventus, con la Juve di Capello che aveva già molti punti di vantaggio sulla squadra di Mancini:
Mazzei: «Sono in macchina che vado a Coverciano».
Facchetti: «Sceglili bene per domenica sera eh...».
Mazzei: «Il numero 1 e il numero 2, da quello che penso, Ivaldi e Pisacreta».
Facchetti: «Ivaldi e Pisacreta?».
Mazzei: «Eh sono il numero 1 e il numero 2».
Facchetti poi aggiunge: «Sì certo, e il numero 1 degli arbitri...».
Mazzei: «Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il numero 1».
Facchetti: «No lì non devono fare i sorteggi, ci devono..».
Mazzei: «Come si fa Giacinto, purtroppo ci vuole fortuna».
Facchetti: «Ma dai...».
Mazzei: «Ti dico la verità, qui un sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia e le possibilità sono più alte».
Proprio oggi, leggendo i giornali, è emersa una nuova intercettazione (i legali di Moggi le stanno centellinando in vista del 13 aprile, giorno dell'udienza chiave in quel di Napoli). Si tratta di una telefonata che Facchetti fece direttamente all'arbitro De Santis, considerato dalle tesi accusatorie la giacchetta nera più vicina al cosiddetto sistema Moggi. Telefonata del 24 marzo 2005, giorno in cui De Santis si trova a Parigi per dirigere Francia-Svizzera. Facchetti telefona a De Santis per fargli gli auguri di Pasqua, ma soprattutto per parlare di calcio e di arbitri. Dalla telefonata emerge un clima amicale, con i due che si chiamano per nome e con De Santis che dice a Facchetti "Complimenti, ti interessi di arbitri" e con Facchetti che risponde "Mi sa che di arbitri ci intresseremo in tanti".
Nel post successivo cercherò di fare un po' di chiarezza su quanto sta accadendo tra revisioni, nuove intercettazioni e richieste di giustizia.
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