Confederations Cup - Regole e Storia (di Rado il Figo) 2^ Parte

Seconda parte dello speciale curato da Rado su regole e storia della Confederations Cup (vedi 1^ parte). In questo post  si parla di formula della competizione, sorteggio, precedenti, convocazioni, premi, trofeo e curiosità. Una guida indispensabile per avere tutte le informazioni sulla manifestazione che prenderà il via sabato  15 giugno con la sfida tra Brasile e Giappone.

FORMULA: le 8 partecipanti sono dapprima suddivise in due gruppi da 4 squadre; accedono alle semifinali incrociate le prime due di ogni girone; seguono le finali per il terzo e il primo posto.
Formula identica dal 1997, da quando cioè la FIFA prese in mano il torneo. Nelle due edizioni non ufficiali, nel 1992 con 4 partecipanti si ricorse all’integrale eliminazione diretta; nel 1995 le 6 nazionali furono suddivise in 2 gironi da tre squadre, le cui prime classificate avrebbero giocato la finale per il titolo, e le seconde quella per il terzo posto. Nel regolamento del 2001, però, si fa un rapido e isolato accenno a una “fase finale” cui partecipavano di diritto gli organizzatori (Corea e Giappone) e il detentore (Messico).

DISCRIMINANTI: nella fase a gruppi, la classifica prevede l’assegnazione di 3 punti per vittoria, 1 punto per pareggio e 0 punti per sconfitta. In caso di parità di punti si adottano i seguenti discriminanti:
  • differenza reti;
  • reti segnate;
  • punti nei confronti diretti;
  • differenza reti nei confronti diretti;
  • reti segnate nei confronti diretti;
  • sorteggio.
Per semifinali e finali, in caso di parità al 90’ si disputeranno 2 tempi supplementari da 15’ l’uno; in caso di persistente pareggio, si batteranno i tiri di rigore.

SORTEGGIO: la composizione dei due gironi iniziali è stata affidata al consueto sorteggio pilotato, che ha avuto luogo a dicembre 2012 e, di fatto, ha coinvolto solo metà delle partecipanti. Infatti, fin dal 1995 i gironi devono essere composti da nazionali di confederazioni diverse; dal 1999 organizzatore e campione del Mondo (o suo sostituto) devono essere inseriti in gruppi diversi (fece eccezione il 2001 per vari motivi); e dal 2009 le 8 partecipanti sono divise in due fasce da 4 squadre in base al ranking FIFA al momento del sorteggio (l’organizzatore è però sempre in prima fascia). Riassumendo, ogni gruppo dev’essere quindi composto da 4 nazionali di confederazioni diverse, 2 di prima e 2 di seconda fascia e con organizzatore e campione del mondo che non si possono incontrare. Per il 2013, dato che:
  • sono presenti 2 europee (Italia e Spagna) e 2 sudamericane (Brasile e Uruguay);
  • le 2 europee e le 2 sudamericane sono le 4 squadre di prima fascia;
  • il Brasile è l’organizzatore e la Spagna il campione del Mondo;
automaticamente Brasile e Italia, da una parte, e Spagna e Uruguay, dall’altra, erano già sicuri di finire nel medesimo girone, per cui il sorteggio ha interessato solo Giappone, Messico, Nigeria e Tahiti. O meglio, Giappone, Messico, Tahiti e la vincente della CAN 2013, che doveva ancora svolgersi. Circostanza che non ha influito nella formazione delle due fasce, giacché nessuna africana aveva una posizione migliore nel ranking FIFA di Brasile, Italia, Spagna e Uruguay.

CONVOCATI: ogni nazionale può convocare 23 giocatori, di cui 3 quali portieri. Come specificato dalla FIFA per le qualificazioni mondiali, e quindi reputo applicabile per analogia anche in questo contesto, detti numeri sono da considerarsi come limiti massimi. Ogni convocato è identificato con un numero dall’1 al 23 che lo “segue” per tutto il torneo; l’1 dev’essere obbligatoriamente indossato da un portiere (nel 2001 e nel 2003 tale vincolo era esteso anche al 12 e al 23). Le sostituzioni in tale lista sono possibili solo fino a 24 ore dall’esordio della nazionale in Confederations, esclusivamente per infortunio certificato dal Comitato Medico FIFA come tanto grave da precludere la presenza del giocatore all’intero torneo.
Purtroppo si rinnova l’annoso equivoco di considerare il portiere come un ruolo “esclusivo” andando contro allo stesso Regolamento del Giuoco del Calcio: chi è convocato come portiere, infatti, può giocare solo in porta e in porta può giocare solo chi è stato convocato come portiere. Qualora però quest’ultima imposizione fosse impossibile da seguire, il giocatore di movimento chiamato a difendere i pali deve indossare un’apposita maglia (di colore diverso dai compagni) priva sia del numero sia del nome.
La Confederations è stata il primo torneo per nazionali maggiori a consentire 23 convocati, previsti fin dal 2001.

PREMI: la Confederations Cup mette in palio, oltre all’omonimo trofeo destinato a chi vince in finale, altri premi e distinzioni:
  • medaglie d’oro: al vincitore;
  • medaglie d’argento: alla finalista;
  • medaglie di bronzo: al 3° classificato;
  • diploma: alle 4 semifinaliste;
  • placca ricordo: alle 8 partecipanti;
  • trofeo fair play: un assegno da $ 10.000 da spendere in equipaggiamento per lo sviluppo del calcio giovanile al vincitore della classifica fair play;
  • scarpa d’oro, d’argento e di bronzo: ai tre giocatori che hanno segnato il maggior numero di reti. In caso di parità prevale dapprima il maggior numero di assist e successivamente il minor numero di minuti giocati;
  • pallone d’oro, d’argento e di bronzo: ai migliori tre giocatori del torneo, scelti dai giornalisti accreditati e dai tifosi (intesi solitamente come utenti iscritti al sito FIFA); il Gruppo di Studio Tecnico (GST) FIFA usualmente compila una lista di candidati;
  • guanto d’oro: al miglior portiere, scelto dal GST FIFA.
Solitamente è anche eletto il migliore in campo (“man of match”) di ogni partita, scelto dal GST FIFA o dai tifosi, pur non rientrando fra i premi previsti dal regolamento. 
Dal 2009 non è più specificato che il trofeo della Confederations Cup è di proprietà permanente della FIFA e che al vincitore della singola edizione spetti solo una replica, il che lascerebbe supporre che chi vince abbia diritto a conservare il trofeo e che in ogni edizione ne sia messo in palio uno nuovo (seppur perfettamente identico).

PRECEDENTI: la seguente tabella illustra in un colpo d’occhio la storia delle 8 edizioni della Confederations Cup finora disputate. Ogni riga identifica colla confederazione organizzatrice del torneo, il “titolo” di partecipazione (oltre all’organizzatore) all’edizione della colonna; con sfondo in oro è indicato il vincitore, in argento il 2° classificato, in bronzo il 3°, in verde il 4° e in bianco chi è stato eliminato ai gironi; in corsivo i “sostituti” (la colonna dell’edizione 2013, è in bianco). Per ragioni di spazio ho usato le sigle FIFA, facilmente identificabili.



Per il 2001 ho scelto di indicare il Giappone come campione asiatico lasciando la sola Corea quale organizzatrice.
Alcune precisazioni sui “sostituti” diversi dalle semplici finaliste (e non già in precedenza ricordati): nel 1999 il Brasile rimpiazzò la Francia campione mondiale quale finalista della Coppa del Mondo 1998. Tuttavia, essendo anche campione sudamericano in carica, fu a sua volta sostituito in questa veste dalla Bolivia, finalista della Coppa America 1997. Nel 2003 la Francia organizzatrice e campione europeo doveva essere rimpiazzata per il secondo titolo ma l’Italia, finalista di Euro2000, rinunciò. Dovendo la sostituta essere, per ragioni di cassetta, europea, si ripiegò dapprima sulla Germania, finalista della Coppa del Mondo 2002, poi sulla Spagna, miglior europea diversa dalla Francia nel ranking FIFA dell’epoca e infine sulla Turchia, terza classificata ai Mondiali 2002. I turchi quindi parteciparono da “sostituti” dei vincitori di Euro2000 in virtù del piazzamento in altro torneo, per quanto fosse la Coppa del Mondo; analogamente nel 2003, il Messico gareggiò da sostituto dei campioni del Mondo quale detentore della stessa Confederations.

IMPORTANZA: al di là di ogni parola di circostanza, la Confederations è vista da sempre come null’altro che un torneo di preparazione alla successiva Coppa FIFA, per quanto cada in un momento in cui solo 2 sue partecipanti sono sempre sicure di prendervi parte. Formalmente, però, sarebbe addirittura più importante degli stessi Mondiali, giacché la vittoria in questi è titolo per potersi iscrivere. Concretamente, tuttavia, non bisogna dimenticare che le gare qui disputate, come ogni gara ufficiale, sia di torneo sia amichevole, confluiscono nel ranking FIFA, con un peso uguale a quello assegnato alle fasi finali dei tornei continentali (e inferiore solo alle partite delle fasi finali dei Mondiali). Particolare non da sottovalutare, giacché il ranking FIFA dal 1998 è uno degli elementi (e nel 2010 addirittura l’unico) su cui è calcolato l’indice per la scelta delle teste di serie dei gironi dei Mondiali.

CURIOSITA': diversamente da quanto previsto da UEFA e Lega di Serie A, le partite sospese riprendono nelle stesse identiche condizioni presenti all’atto dell’interruzione. Questo non solo per minuto e situazione di gioco, numero di cambi effettuati e sanzioni disciplinari comminate, ma anche per i giocatori, che devono essere i medesimi schierati, in campo e in panchina, al momento della sospensione.

Rado il Figo



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