Riforma Lega Pro 2013/2014 e 2014/2015 - Come si arriverà ai 3 gironi da 20 squadre (di Rado il Figo) - 1a parte

Pubblico ora uno speciale curato da Rado riguardante la riforma della Lega Pro che, a partire dalla stagione 2014/2015, sarà formata da "sole" 60 squadre suddivise in 3 gironi da 20. Rado ci illustra come  saranno "tagliate" le 9 squadre attualmente in sovrannumero. Nello speciale sono contenute anche alcune interessanti riflessioni di carattere generale su Play Off e Play Out. Oltre a questo, per meglio capire come si svilupperanno concretamente Play Off e Play Out della Lega Pro nelle stagioni 2013/2014 e 2014/2015, Rado propone degli esempi basati su alcuni campionati internazionali (Portogallo, Germania, Inghilterra, Spagna).

La Lega Italiana Calcio Professionistico, in breve Lega Pro, nel 2014/15 subirà un pesante ridimensionamento, anche se la dura realtà dei fatti, rispetto a quanto previsto dalle NOIF (Norme Organizzative Interne Federali, in pratica il “regolamento dei campionati italiani”), ha anticipato i tagli maggiori.
La Lega Pro a norma comprende 90 club, suddivisi in due serie (1ª e 2ª divisione) e 5 gironi (2 di 1ª div. e 3 di 2ª div.) da 18 squadre l’uno; nel 2014/15 si ridurranno a 60 (2/3 dell’organico) suddivisi in un’unica serie da 3 gironi da 20 squadre l’uno. Invariate le promozioni in Serie B (4) e le retrocessioni in Serie D (9): verranno ovviamente solo a mancare le retrocessioni/promozioni fra le 2 divisioni (attualmente 6 squadre scendono dalla 1ª alla 2ª div. e altrettante compiono il tragitto inverso). Come detto, la situazione effettiva ha già anticipato la sostanziosa riduzione, rendendola nel concreto meno brusca: infatti, la 1ª div. vede solo 33 club (e non 36), mentre la 2ª div. patisce la decurtazione di un intero girone dei 3 previsti, avendo nelle proprie file solo 36 dei 54 club immaginati. Fatti due conti, la Lega Pro conosce un organico di 69 club, rispetto ai 90 teorici, il che si traduce in un esubero di “appena” 9 squadre.

LEGA PRO STAGIONE 2013/2014 - Per arrivare alla Lega Pro riformata, alla prossima stagione 2013/14 sarà applicato un regolamento transitorio, e quindi valido unicamente per tale occasione, che prevede:
  • un numero invariato di promozioni in Serie B (4, di cui 2 per girone di 1ª div.);
  • un virtuale blocco delle retrocessioni dalla 1ª alla 2ª div. (nel concreto, i 29 club non promossi in Serie B rimangono nella serie unica di Lega Pro 2014/15);
  • un’altrettanta virtuale triplicazione (da 6 a 18) delle promozioni dalla 2ª alla 1ª div. (nel concreto, i 18 club di 2ª div. non retrocessi in Serie D rimangono nella serie unica di Lega Pro 2014/15);
  • un raddoppio delle retrocessioni (da 9 a 18) dalla 2ª div. alla Serie D.
I meccanismi che regoleranno in via speciale la stagione 2013/14 e in via definitiva la Lega Pro dal 2014/15 saranno ora illustrati nel dettaglio, avvalendomi di “esempi internazionali” d’applicazione pratica. Purtroppo, come consuetudine – mi auguro limitata all’ambito italiano – anche in tali frangenti le norme paiono essere state scritte senza la dovuta attenzione, lasciando spazio a possibili situazioni imbarazzanti dovessero verificarsi nel concreto.


PLAY OFF e PLAY OUT - Prima d’addentrarmi nella spiegazione, ritengo utile alcune considerazioni in termini generali sul meccanismo dei play off e play out, le appendici che per alcune formazioni prolungano la stagione al fine di decidere (alcune), rispettivamente, promozioni e retrocessioni. Io rientro fra chi non gradisce tale formula, specialmente se applicata a campionati articolati in girone unico ovvero dove sono coinvolte esclusivamente squadre che hanno giocato nel medesimo girone. Ritengo, infatti, che in tale contesto la classifica della cosiddetta “stagione regolare” sia più che sufficiente a rispecchiare i valori delle squadre e quindi atta a decidere da sola promozioni e retrocessioni. Tuttavia, è indubbio che play off e play out hanno il vantaggio di ridurre il numero di gare di campionato dove almeno una delle due contendenti non ha più nulla da chiedere alla classifica, con annessa (anche quando “inconscia” o “non volontaria”) perdita di stimoli e di “vis agonistica”; vantaggio che è diretta conseguenza dell’allargamento delle posizioni utili ai fini della promozione e retrocessione. P.es.: prevedendo 2 promozioni, è chiaro che se queste sono assegnate direttamente alle prime due classificate, chi occupi in un certo momento (specie a fine stagione) le posizioni dal 5° posto in giù sia poco o nulla interessato a migliorare il proprio piazzamento; viceversa, legando le promozioni all’esito di play off che coinvolgono le migliori 4 squadre della stagione regolare, essere quinti significa avere solo una posizione da scalare per ambire alla promozione.
Riconosciuto questo vantaggio, tuttavia, play off e play out rimangono sempre potenzialmente delle soluzioni poco eque in termini di “etica sportiva”, dove il destino d’un’intera stagione è deciso da un pugno di gare finali a scapito di quanto ottenuto in decine di altre precedenti. Vi è ancora l’eco delle polemiche – in realtà assai forzate nel caso specifico – sorte all’indomani della promozione in Serie A ottenuta dalla Sampdoria nella scorsa stagione di Serie B al termine, per l’appunto, dell’appendice dei play off, che rappresenta al meglio il più recente caso concreto del concetto che voglio esprimere. A molti non è piaciuto, infatti, che a salire di categoria sia stata una formazione capace di raggranellare in 42 gare di campionato 67 punti, piazzandosi sesta, ai danni del Sassuolo, terzo a quota 80 punti, ben 13 più dei blucerchiati e appena 3 meno di Pescara e Torino, promossi direttamente. Acredine acuita dal fatto che mentre Pescara, Sassuolo e Torino hanno lottato fino all’ultima gara di stagione regolare per conquistare i primi due posti, la Sampdoria abbia invece dato la netta sensazione di tirare anzitempo i remi in barca per risparmiare le energie utili da riversare nei play off. Come anticipato, polemiche valide e condivisibili in astratto, ma forzate nello specifico ricordando che i play off (e i play out) di Serie B non sono previsti dalle NOIF bensì richiesti espressamente dalla Lega competente. Pertanto se le stesse squadre impongono una formula che rimette in gioco anche la sesta classificata, è quanto meno inopportuno lamentarsi se poi proprio questa formazione sia premiata dalla promozione, in particolare quando gli strali provengono dalle stesse squadre che hanno chiesto un meccanismo di accesso alla categoria superiore che può portare a tale soluzione.
Alla luce di questo, se si adottano i play off/out diventa critica la scelta del numero di squadre da coinvolgervi: questo non dev’essere né troppo alto né, al contrario troppo basso. Nel primo caso, infatti, renderebbe praticamente inutile la stagione regolare: si pensi alla decisione estrema di coinvolgere tutte (o quasi) le squadre; la classifica avrebbe così l’unico fine di decidere gli accoppiamenti dei play off. Nel secondo caso si diluirebbe anche l’unico vantaggio oggettivo dei play off/out: decidendo, sempre in termini estremi, di legare l’ultima promozione/retrocessione a un unico spareggio fra due squadre, l’allargamento delle posizioni in classifica “calde” sarebbe circoscritto a una sola unità. Per il 2012/13 in Lega Pro le squadre interessate alle 10 promozioni e alle 15 retrocessioni complessive sono non 25 bensì:
  • le prime 5 di ogni girone di 1ª div., colla prima promossa direttamente e la seconda, la terza, la quarta e la quinta impegnate nei play off;
  • le prime 6 di ogni girone di 2ª div., colla prima e la seconda promosse direttamente e la terza, la quarta, la quinta e la sesta impegnate nei play off;
  • le ultime 5 di ogni girone di 1ª div., coll’ultima retrocessa direttamente e la penultima, la terzultima, la quartultima e la quintultima impegnate nei play out;
  • le ultime 5 di ogni girone di 2ª div., coll’ultima, la penultima e terzultima retrocesse direttamente e la quartultima e la quintultima impegnate nei play out;
per un totale di 42 club coinvolti.
Per attenuare le distorsioni suddette e quindi far valere il più possibile anche nei play off/out quanto ottenuto in stagione regolare, in Lega Pro si è scelto di concedere alcuni vantaggi a chi ha ottenuto il miglior piazzamento in campionato. Innanzitutto gli accoppiamenti sono in base a tale piazzamento predisponendo un tabellone che segue quello cosiddetto tennistico; inoltre la squadra colla miglior classifica gioca sempre la gara di ritorno in casa; infine la posizione in classifica è il discriminante finale in caso di perfetta parità al termine delle due gare. È un sistema, questo, che permette alla squadra colla miglior classifica coinvolta nei play off/out di centrare la promozione/salvezza limitandosi a pareggiare tutti gl’incontri di queste appendici, e al contempo costringe in ogni turno la squadra colla peggior classifica a vincere almeno una gara e a segnare almeno una rete in più dell’avversaria. Non si è però arrivati a quanto stabilito in Serie B (mutuandolo dal campionato greco di qualche tempo fa, per quel che ne so) dove play off e play out sono solo eventuali, cioè disputati quando lo scarto di punti fra le posizioni “al confine” (rispettivamente, fra la terza e la quarta e fra la diciottesima e la diciannovesima) è inferiore a una soglia prestabilita (rispettivamente, 10 e 5 punti).
Per illustrare quanto previsto per la corrente stagione 2012/13 ai fini di promozioni/retrocessioni e play off/out di Lega Pro mi avvalgo di alcune tabelle. La 1ª div., strutturata in 2 gironi (A da 17 e B da 16 squadre) vede al termine della stagione regolare i seguenti verdetti:


La seguente caratterizzazione cromatica sarà valida anche per le altre tabelle:
  • in blu sono indicate le squadre promosse direttamente;
  • in azzurro sono indicate le squadre che disputano i play off;
  • in rosa sono indicate le squadre che disputano i play out;
  • in rosso sono indicate le squadre retrocesse direttamente.
Da ricordare che, formalmente, le NOIF statuiscono che le promosse sono le prime due di ogni girone e le retrocesse le ultime tre ma che il secondo, il penultimo e il terzultimo posto sono assegnati tramite play off e play out.
La griglia dei play off per ognuno dei due gironi di 1ª div. è la seguente:

La seconda squadra promossa di ogni girone è la vincente della sfida finale di play off.
Le griglie dei play out, diverse per i due gironi a causa del diverso numero di club che li compongono, sono le seguenti:
Le altre due retrocesse di ogni girone sono le perdenti delle due sfide di play out.

La 2ª div., strutturata in 2 gironi (A e B entrambi da 18 squadre) vede al termine della stagione regolare i seguenti verdetti:
La griglia dei play off per ognuno dei due gironi di 2ª div. è la seguente:

La terza squadra promossa di ogni girone è la vincente della sfida finale di play off.
La griglia dei play out è la seguente:


Le altre tre squadre che retrocedono in Serie D, assieme alle ultime tre di ogni girone di 2ª div., sono le perdenti delle tre sfide di play out; vista dall’altra parte, l’unica squadra che si salva fra le ultime cinque di ogni girone di 2ª div., è la vincente della sfida finale di play out.
In tutte le sfide valgono le seguenti regole:
  • i turni sono strutturati a eliminazione diretta con gara di andata e ritorno;
  • la squadra colla miglior posizione in classifica in campionato gioca la gara di ritorno in casa;
  • a parziale eccezione del punto precedente, per la sola sfida finale di play out, l’ordine delle gare è stabilito dal sorteggio;
  • è dichiarata vincente la squadra che nelle due gare ottiene più punti; in caso di parità, prevale quella colla miglior differenza reti; in caso di persistente parità, prevale quella colla miglior classifica in campionato (ovvero quella che ha giocato in casa il ritorno);
  • a parziale eccezione del punto precedente, per la sola sfida finale di play off, in caso di parità di punti e differenza reti, la gara di ritorno è prolungata colla disputa dei tempi supplementari, al cui termine è dichiarata vincitrice:
o la squadra che ha segnato più reti nei tempi supplementari;
o la squadra colla miglior posizione in classifica, se durante i tempi supplementari entrambe le squadre hanno segnato lo stesso numero di reti ovvero nessuna;
  • a parziale eccezione dei due punti precedenti, per la sola sfida finale di play out, in caso di parità di punti e differenza reti, la gara di ritorno è prolungata colla disputa dei tempi supplementari, al cui termine è dichiarata vincitrice la squadra che ha segnato più reti durante questi. Se durante i tempi supplementari entrambe le squadre hanno segnato lo stesso numero di reti ovvero nessuna, al termine di questi sono battuti i rigori e la squadra che lì prevale è dichiarata vincitrice.

Come noto, dette norme differiscono da quelle delle coppe europee in quanto, a parità di differenza reti (e quindi di punti), non prevedono né il raddoppio delle reti segnate in trasferta né i tempi supplementari nelle gare di ritorno (eccetto nelle finali di play off e play out) né il ricorso come soluzione definitiva ai rigori (eccetto nella finale di play out), sostituendo tutto questo colla (migliore) posizione in campionato. Questo sul piano concreto, perché su quello formale vi è un’ulteriore differenza colle norme UEFA: lì, infatti, è dichiarata vincitrice la squadra che segna più reti (eventualmente facendo valere doppio quelle segnate in trasferta, in caso di parità), senza dover prima passare per il conteggio dei punti conseguiti nelle due gare. La soluzione europea è certamente più efficiente (il numero di reti rende superfluo la tappa preliminare dei punti) e questa parrebbe poco più di una segnalazione a titolo di curiosità: purtroppo, come sarà chiaro nel prosieguo, non è (solo) così. (continua...)

Rado il Figo
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