Serie A 2012/2013 - Le pagelle delle 20 squadre (con Matteo Bodei)

Con un po' di ritardo rispetto alle abitudini, pubblico ora le pagelle alle 20 squadre di Serie A sulla scorta del mercato chiusosi lo scorso 31 agosto. Il voto e il commento per ciascuna squadra è affidato all'amico Matteo Bodei. In calce ad ogni giudizio di Matteo, in corsivo, quella che è la mia opinione sulla squadra. Un modo per discutere e confrontareidee e opinioni su società, allenatori e giocatori.
In sintesi, la mia griglia di partenza vede la Juventus davanti a tutti con il solo Napoli in grado di insidiare da vicino i bianconeri. Per la lotta Champions, oltre ai partenopei ci saranno Lazio, Fiorentina e Inter. Roma punto interrogativo, Milan destinato a soffrire almeno di qualche innesto di livello a gennaio. In coda, Pescara e Siena partono un gradino sotto a tutte. Preoccupante la situazione del Palermo. In assoluto, comunque, un campionato ancora più povero dal punto di vista tecnico rispetto a quellò precedente (già non entusiasmante per qualità media di gioco).

ATALANTA: 6,5 la squadra rivoluzione dello scorso campionato è rimasta pressoché invariata. Il riscatto del Tanque Denis, la conferma di Cigarini e Stendardo e la resistenza alle lusinghe per Schelotto sono colpi non da poco. James Troisi, arrivato alla Dea nell’ operazione Gabbiadini-Juve, Facundo Parra (un argentino di quelli che piacciono tanto al direttore Marino) e la zanzara De Luca (autentico mattatore in serie B con la maglia del Varese) sono le scommesse che permetteranno a mister Colantuno di aumentare il tasso tecnico di una formazione che, giocando con la grinta e l’intensità dell’ anno passato, non dovrebbe avere problemi a disputare un campionato di mezza classifica.
Sottoscrivo il giudizio. Squadra costruita con intelligenza, attrezzata per disputare un campionato tranquillo con qualche possibile soddisfazione intermedia (vedi successo a San Siro sul Milan).

BOLOGNA: 5,5 Portanova (squalificato nell’ ambito del calcio scommesse), Ramirez, Di Vaio, Mudingayi e Gillet sono giocatori che da soli valevano mezza salvezza e senza di loro sarà impresa ardua. Il bravo e preparato Pioli dovrà inventarsi alchimie tattiche prodigiose per condurre la squadra verso un campionato tranquillo. L’arrivo di Curci e la conferma di Agliardi non possono far dormire sonni tranquilli là dietro, Cesare Natali, svincolatosi dalla Fiorentina, dovrebbe portare esperienza e qualche gol. Michele Pazienza e Tiberio Guarente (piede sopraffino ma praticamente inattivo da quasi due anni) dovranno sopperire alla partenza del congolese, perno insostituibile di mister Pioli, Gaby Mudingayi verso l’ Inter. L’ addio di Gaston Ramirez, futuro top player, dopo una telenovela durata mesi e venduto al neo promosso club inglese del Southampton (ma un posto in una grande squadra italiana per lui non c’era?) lascia un vuoto difficilmente colmabile. Manolo Gabbiadini, giovane di belle speranze, ha altre caratteristiche tecniche e tutto dovrà passare dalle giocate di Alino Diamanti (gran colpo il suo riscatto dal Brescia). Se Diamanti si confermerà quello della passata stagione e dell’ Europeo e Alberto Gilardino, il sostituto di capitan Di Vaio, si sveglierà dal letargo che sembra averlo colpito ormai da un bel po’ non dovrebbero esserci problemi, altrimenti ci sarà da soffrire fino in fondo.
Vero che ci sono state diverse partenze illustri, ma la società è intervenuta prontamente sul mercato, colmando le lacune createsi. I dubbi principali riguardano il ruolo del portiere. Per il resto squadra con diverse soluzioni in tutti i reparti. Mi aspetto molto da Taider e Gabbiadini. Le squadre di mister Pioli, poi, crescono nel corso della stagione. Possibile una stagione meno brillante di quella scorsa, ma con l'obiettivo salvezza centrato senza troppi patemi.

CAGLIARI: 6 rosa pressoché immutata. In difesa se n’è andato Canini, direzione Genova, ed è arrivato Rossettini dal Siena. Sono stati riscattati definitivamente bomber Pinilla, Albin Ekdal, Daniele Dessena e Thiago Ribeiro. La scommessa è rappresentata da Sau, 41 gol nelle ultime due stagioni con Foggia e Juve Stabia, pronto per il definitivo salto di qualità. Se il folletto di Nuoro si ripeterà anche in serie A, se Cossu si confermerà ai livelli di un paio di stagioni fa e con un Mauricio Pinilla da oltre dieci gol, per gli isolani e per mister Ficcadenti salvezza alla portata. Una nota negativa la diatriba sul campo di gioco, Trieste? Quartu?...a Cellino l’ardua sentenza.
Il Cagliari è la squadra italiana che è cambiata meno nelle ultime 2/3 stagioni. Organico collaudato, con alcuni giocatori al di sopra della media (Conti, Naingollan, Pinilla su tutti). Sau ha debuttato con un prezioso gol a Palermo. Interessante osservare i miglioramenti del diamante grezzo Ibarbo. 

CATANIA: 6 anche per gli elefantini squadra che stupisce non si cambia. Se ne sono andati il direttore sportivo, quel Pietro Lo Monaco regista principe del miracolo etneo, e l’ allenatore Vincenzo Montella che dopo un ottimo campionato ha spiccato il volo, in perfetto stile “Aeroplanino”, verso Firenze. Sergio Gasparin, esperienza ventennale a Vicenza, Venezia, Udinese e Sampdoria, è una garanzia, l’ allenatore Rolando Maran è invece una scommessa (all’ esordio in serie A dopo una vita da comprimario in B). Nessuna partenza di rilievo e nessun acquisto di punta. Oltre al ritorno del desaparecido portiere Andujar gli unici due a poter partire tra i titolari sono, stranamente verrebbe da dire, i due sudamericani Rolin e Castro. Uruguagio e difensore roccioso il primo, mentre El Pata Castroè un esterno d’attacco nel giro della nazionale albiceleste.
Rosa pressoché immutata. Maran dovrà essere bravo a proseguire l'eccellente lavoro di Montella. Le premesse sono buone. Si può puntare ad una salvezza tranquilla, puntando molto sul fattore Massimino.

CHIEVO: 6,5 anche quest’anno il direttore Sartori si conferma un top player della scrivania. Più di sei milioni di euro di attivo dal mercato e una nuova rosa pronta per una salvezza tranquilla.  Il passaggio di Acerbi, via Genoa, al Milan e di Bradley alla Roma sono state due perle del calciomercato. Guadagnare 1,5 milioni dalla cessione di un bidone come Fernando Uribe ai colombiani dell’Atletico Nacional vale da solo mezzo voto in più. Al posto del centrale finito a Milanello è arrivato il semisconosciuto Paul Papp (pagato 2,5 milioni di euro) dai rumeni del Vaslui ma siamo sicuri che il fiuto di Sartori raramente sbaglia ed il giovane rumeno non farà rimpiangere Acerbi. A centrocampo poi il colpo Marco Rigoni, riscopertosi campione al suo esordio in serie A, è roba che al Bentegodi nessuno si poteva immaginare mentre David Di Michele (nonostante i suoi 36 anni) potrà fornire un certo numero di gol e rivelarsi un ottima spalla per il sempreverde Pellissier.
Come per Cagliari e Catania, l'ossatura è rimasta simile a quella delle passate stagioni. Ottimo il colpo Marco Rigoni che va a coprire perfettamente la casella trequartista. Attacco un po' in là con gli anni. Il lavoro di Di Carlo è una garanzia. Probabile campionato sulla falsariga delle ultime due annate.

FIORENTINA: 7- l’ addio di Pantaleo Corvino, deus ex machina del progetto Della Valle, pareva la fine della Fiorentina dei miracoli invece con il buon Pradè in linea di comando ADV ha riaperto i cordoni della borsa costruendo una squadra da 5/6 posto. 15,2 milioni di euro più un buon giocatore come Savic per la cessione del talentuoso Nastasic al City sono roba da statua in Piazza della Signoria per Pradè. Se poi ci aggiungiamo un'altra quindicina per Behrami, Cerci, Gamberini e Lazzari non possiamo che dare un giudizio positivo all’ operato societario. Sul fronte acquisti invece Tomovic, Roncaglia e Rodriguez puntellano in positivo una difesa orfana anche di Natali (passato a parametro zero al Bologna). I grandi botti però sono dalla cintola in su: David Pizarro, Alberto Aquilani, Giulio Migliaccio, Juan Cuadrado e soprattutto Borja Valero (colonna del Villareal dei miracoli) costituiscono, a mio avviso, il secondo miglior centrocampo in Italia dopo quello juventino. Il 7 – invece deriva dal mancato arrivo di un bomber adeguato per far coppia con Steven Jovetic (voto 10 alla resistenza viola sul mercato). El Hamdaoui è tutto da scoprire mentre il ritorno di Luca Toni è esclusivamente una soluzione di ripiego dopo le difficoltà ad arrivare al voltagabbana Berbatov e all’ argentino Lisandro Lopez.
Sottoscrivo pienamente il giudizio di Matteo, alzando ulteriormente il voto. Mercato coi fiocchi quello viola. Il solo Borja Valero garantisce qualità e quantità all'ennesima potenza. Giocatore destinato a fare la differenza. Il centrocampo toscano è secondo solo a quello della Juventus, verissimo. El Hamdaoui non è un bomber, ma è attaccante estremamente tecnico e veloce. Buon colpo. Toni allunga il reparto offensivo, altra lacuna della passata stagione. Nel giudizio manca l'altro grande colpo di Daniele Pradè: Vincenzo Montella. Allenatore moderno, intelligente, votato al calcio propositivo. Per la Fiorentina è la stagione del rilancio con buone possibilità di entrare nella lotta per le prime 3 posizione.

GENOA: 5,5 chiudere con un attivo di quasi 40 milioni, di questi tempi, non è affatto male. La gestione del repentino addio di un ottimo dirigente come Pietro Lo Monaco ha quasi del ridico; lavorare con uno come Enrico Preziosi non è cosa facile, anzi direi  che ha dell’ impossibile…il caso Velazquez è l’emblema del caos disorganizzato che regna nella patria dei Giochi Preziosi. Aver guadagnato 11 milioni di euro per Mattia Destro e altrettanti per Palacio, oltre ai 7,5 presi per l’enigma Veloso (accasatosi alla Dynamo Kiev)  in un periodo di vacche magre rende meno amaro il giudizio sul presidente e padre padrone dei grifoni. Nella casella acquisti i due top player dovrebbero essere Ciro Immobile (sorpresa della passata stagione) e il figliol prodigo Marco Boriello, anche se la loro coesistenza sarà assai difficoltosa. Se i vari Juan Manuel Vargas (abulico l’ anno scorso a Firenze), Bertolacci, Jankovic e Jorquera garantiranno quella fantasia e imprevedibilità di cui sono capaci per De Canio dovrebbe essere un annata tranquilla, in caso contrario difficilmente mangerà il panettone…
Personalmente aborro il modo di fare mercato di Preziosi. Un continuo tourbillon di giocatori, allenatori, intrecci, comproprietà, prestiti. Non è un caso che dopo la promozione e la prima ottima stagione in Serie A, basata sul gruppo storico del Grifone, i risultati siano andati progressivamente in calando con la pessima stagione 2011/2012, culminata con una salvezza stiracchiata e la vergogna di Genoa-Siena. La squadra costruita quest'anno è discreta ma nulla più. 

INTER: 6,5 Handanovic, Silvestre, Alvaro Pereira, Palacio, Cassano e il riscatto di Guarin dovrebbero mettere l’ Inter su un gradino di rilievo nell’ inseguimento alla Juventus. Mezzo voto in meno per il trattamento riservato a Julio Cesar e Lucio, due pezzi importanti della storia recente di questa squadra meritavano più considerazione. Ma se Handanovic in porta può fornire le stesse garanzie del collega brasiliano e Silvestre può sostituire degnamente l’ ex capitano della Selecao, non altrettanto si può dire per il vuoto lasciato sulla fascia destra. L’ addio doloroso di Maicon (ma perché non un anno fa a 20 milioni e adesso si per soli 4 milioni?) non può essere colmato dal ritorno del volenteroso ma scarso Jonathan e l’ assenza del miglior terzinodel mondo si farà sentire eccome. Mudingayi e Gargano mi sembrano acquisti senza senso, due lottatori che non aggiungono niente ad una rosa che non aveva bisogno di ulteriori guerrieri del centrocampo. Se Palacio si confermerà anche in una grande, se Cassano (dopo aver coronato il suo sogno di vestire il neroazzurro) diventerà finalmente maturo e con un Coutinho più conscio delle sue qualità nel motore, Moratti vincerà la sua scommessa e proclamerà Stramaccioni santo subito…
Sostanzialmente d'accordo col giudizio anche se l'obiettivo massimo dei nerazzurri non può che essere il ritorno in Champions League. Troppe lacune e troppi punti interrogativi per poter puntare allo Scudetto. Il buco lasciato da Maicon non è stata colmato. La coppia centrale (Ranocchia-Silvestre) è buona ma contro avversari rapidi e dinamici può andare in grossa difficoltà. Centrocampo con tantissimi muscoli e pochissima qualità. Non è un caso che fin qui l'Inter abbia faticato più in casa che fuori. Una volta acquistato Palacio non aveva senso acquistare un'altra seconda punta come Cassano (anche se l'affare con Pazzini andava bene a tutti). Era meglio puntare su un vice-Milito (ruolo rimasto scoperto). Il tridente Sneijder-Cassano-Milito lascia scoperto il centrocampo (nessuno dei tre dà una mano dietro) e inserendo tre mediani per bilanciare la squadra si rischia di spaccare in due la squadra, nonostante le incursioni del poderoso Guarin (gran giocatore). Inoltre il punto interrogativo legato a Stramaccioni, tecnico estremamente preparato ma alla prima esperienza su una panchina professionistica. Insomma, un mercato volenteroso, con qualche buon colpo, ma con diverse contraddizioni e lacune.

JUVENTUS: 6 nonostante siano i favoriti d’obbligo per il bis troppe cose non hanno funzionato a dovere. Mancavano due tasselli, un esterno sinistro e un centravanti, per rendere i bianconeri una corazzata a livello europeo e non è arrivato nessun giocatore con queste caratteristiche. Asamoah è un ottimo giocatore (come lo è Mauricio Isla, anche se a quelle cifre anche la Pergolettese poteva comprarli) ma non può reggere una stagione sulla fascia (ai posteri l’ ardua sentenza) visto che si trova meglio come interno di centrocampo. Per quanto riguarda invece il famigerato Top Player il mercato estivo torinese mi è sembrato quasi una barzelletta. Prima Van Persie (gran giocatore Oltremanica accasatosi poi al Manchester United) poi Llorente, Dzecko, Drogba (lui si che calzava a pennello) per arrivare infine a Bendtner (acquisto senza alcun senso da 0 in pagella), strappato alla concorrenza spietata del grande Siena (con tutto il rispetto). Nel mezzo l’ intromissione per strappare l’ attempato Berbatov alla Fiorentina mentre poi il bulgaro ha scelto di accasarsi al Fulham  per amore della moglie. Nomi sbandierati ai quattro venti, interviste concesse a destra e manca, dichiarazioni a volte sopra le righe…quando il dottor Marotta imparerà a diventare come Luciano Moggi forse sarà troppo tardi…
Qui emerge il lato tifoso di Bodo. Tifoso che dopo tanti proclami si aspettava il grande attaccante. Personalmente penso che, invece, assieme a quello della Fiorentina il mercato juventino sia stato il migliore della Serie A. Isla e Asamoah non sono stati strapagati considerando valore ed età (soprattutto se si pensa ai 25 milioni spesi da Secco per il solo Felipe Melo...). A loro si aggiungono alcuni rinforzi di valore come Lucio e Giovinco. Inoltre, il vero grande acquisto per il futuro: Paul Pogba, giocatore con potenzialità enormi. In effetti la lacuna è là davanti. Bendtner non è un fuoriclasse, ma un buon centravanti con caratteristiche diverse dagli altri attaccanti in rosa. Per rivincere lo Scudetto la rosa allestita basta e avanza. Per la Champions League è un altro discorso, ma arrivare all'altezza di ottavi-quarti di finale sarebbe già un ottimo risultato per la società bianconera che, non va dimenticato, 15 mesi fa aveva chiuso il campionato al settimo posto.

LAZIO: 5,5 il presidente factotum (direttore sportivo, allenatore, latinista, ecc.) questa volta è 

stato vittima dell’ immobilismo. Petkovic è sicuramente la scommessa più grande di una stagione che vede comunque la Lazio tra le prime 6-7 realtà del campionato. Gli unici arrivi di una certa sostanza sono stati Ciani (centrale prelevato da Bordeaux) ed Ederson (svincolato dal Lione) con il carcerato Breno (3 anni di galera per l’ ex centrale del Bayern) sogno proibito del triste mercato capitolino. Se Klose non avrà problemi fisici e Hernanes ritornerà il Profeta, per il terzo posto anche le Aquile potranno dire la loro…
Il mercato biancoceleste non è stato scintillante, ma aver mantenuto la base delle passate stagioni con l'innesto di un allenatore esperto e dalle idee chiare, offre buone garanzie. Le prime partite ufficiali hanno dimostrato come Petkovic abbia svolto un ottimo lavoro. L'asse centrale è molto competitivo (Marchetti, Dias, Hernanes, Klose) così come la mediana. La rosa è lunga, ma la differenza tra i 15-16 titolari e le riserve è molto evidente. Da valutare la tenuta sul medio-lungo periodo, vero problema delle ultime 2 stagioni targate Reja.

MILAN: 4.5 vendere due pezzi da novanta come Ibra e Thiago Silva per 63 milioni di euro (con relativo risparmio sui loro astronomici ingaggi) a quei nababbi del Paris Saint Germain è stata una mossa sacrosanta, la vera colpa di Galliani e company è invece quella di non aver ceduto alle lusinghe transalpine dello scorso gennaio per Alexandre Pato. Per colpa dei capricci della viziatissima B.B. (Barbara Berlusconi) l’ emblematico Papero è rimasto in quel di Milanello (non sui campi ma nelle infermerie) e la società, che probabilmente avrebbe un Carlos Tevez in più nel motore, non avrebbe ceduto due dei suoi campioni più rappresentativi. Altro grande errore della dirigenza è quello della conferma ad oltranza di un mediocre allenatore come Allegri. In due anni hanno abbandonati i rossoneri i vari Pirlo, Gattuso, Inzaghi, Zambrotta, Seedorf, calciatori che hanno rappresentato una fetta importante della storia societaria di via Turati (allontanatisi per i cattivi rapporti con il tecnico livornese) e francamente la scelta tra un allenatore presuntuoso e arrogante e calciatori che hanno portato i diavoli in cima al tetto del mondo non dovrebbe essere difficile (probabilmente le troppe cene da Giannino hanno annebbiato la vista a Galliani).
Costant, Zapata, Acerbi, Traore, Montolivo e Bojan francamente non potrebbero nemmeno allacciare gli scarpini ai vecchi campioni passati da San Siro, eppure i tifosi saranno costretti a vederli scendere in campo la domenica ripensando malinconicamente ai tempi andati. La salvezza non dovrebbe essere un problema, ma è lecito non aspettarsi molto di più dall’Allegri (non si sa ancora per quanto) band. L’unica nota positiva di questo periodo a tinte poco rosse e molto nere è nella casella del saldo tra le cessioni e gli acquisti: + 45 milioni di euro.
Che dire. Un ridimensionamento tecnico clamoroso. La squadra che aveva ottenuto un primo e un secondo posto nelle ultime due stagioni è stata letteralmente smantellata. Ceduti i due fuoriclasse della squadra, andati via i senatori, veri e propri leader dentro e fuori dal campo, la società ha cercato di barcamenarsi acquistando qualche giocatore discreto, che non si avvicina nemmeno lontanamente al livello dei predecessori.  Se la società avesse parlato chiaramente sin dall'inizio, probabilmente, il salto all'indetro sarebbe stato meno traumatico, invece la comunicazione rossonera, vero e proprio esempio fino a qualche tempo fa, ha gestito molto male le trattative estive (Berluscono che blocca Thiago Silva) e ancor di più l'inizio di stagione (Galliani che dichiara "Con gli ultimi acquisti siamo da Scudetto") fino al teatrino delle scuse Allegri-Inzaghi. Si preannuncia una stagione durissima, che metterà alla prova anche i tifosi milanisti più fedeli.

NAPOLI: 6+ Behrami, Gamberini e Mesto sono buoni rincalzi per l’ immediato, Insigne, El Kaddouri e Uvini rappresentano invece il futuro. I giocatori ormai conoscono a memoria le alchimie tattiche di Mazzarri e Pandev, erede designato tra i titolari del Pocho Lavezzi, potrebbe diventare l’ arma in più nello scacchiere partenopeo (nonostante lo ritenga un giocatore sopravalutato). Se poi il tecnico toscano dovesse smettere di consegnare i gradi del titolare al vecchio e logoro Aronica in favore della freschezza di Britos (praticamente inutilizzato l’ anno scorso ma acquistato come titolare fisso della difesa a 3) e se Cavani rispetterà gli standard realizzativi ai quali ci ha abituato stiamo certi che i campani lotteranno fino all’ ultimo per un posto in zona Champions.
Squadra costruita in modo molto intelligente. La rosa è paradossalmente più competitiva di quella dello scorso anno (con la Champions da disputare). Il gioco di Mazzarri è più che collaudato. Gli unici punti interrogativi riguardano il portiere (De Sanctis ha palesato qualche incertezza negli ultimi mesi) e la difesa, migliorata, ma non proprio imperforabile. Molti dicono che senza Champions gli azzurri possono concentrarsi di più sul campionato. Vero, ma l'Europa League, soprattutto se si arriva alla fase ad eliminazione diretta, può togliere qualcosa. Come detto, è la squadra che può insidiare maggiormente la Juventus, ma per fare 75-80 punti occorre disputare una stagione pressoché perfetta.

PALERMO: 4 Beppe Sannino (3 promozioni, una qualificazione ai play-off e una tranquilla salvezza negli ultimi 5 anni), uno dei 4/5 tecnici italiani più preparati attualmente, è resistito solamente tre giornate prima di venire esonerato. Il record di Pioli (esonerato dopo qualche settimana di ritiro) difficilmente verrà battuto ma Maurizio Zamparini si conferma ancora una volta un personaggio sui generis (chiedere ai vari Sogliano, Panucci o agli oltre 40 allenatori esonerati negli anni di presidenza). La difesa, perso un perno come Silvestre oltre all’ addio del poliedrico Migliaccio, con il solo innesto di Von Bergen non è eccelsa, il centrocampo con gli arrivi di Kurtic e Arevalo Rios (oltre ai confermati Donati e Bertolo) oltre al ritorno di Franco Brienza(pupillo di Sanino) è un giusto mix di forza e tecnica. In avanti tutti gli occhi saranno puntati sul nuovo fenomeno argentino sbarcato a Mondello: quel Paulo Dybala di cui tutti dicono un gran bene. Se il giovane puntero arrivato dall’ Instituto de Cordoba ben si amalgamerà con i vari Hernandez, Miccoli e Budan allora le cose andranno per il verso giusto…
Assieme al Milan è la squadra che si è più indebolita. Se a una squadra che ha ottenuto 43 punti togli anche Viviano, Balzaretti, Silvestre, Migliaccio, le cose si complicano di brutto e non c'è allenatore che tenga (in tutti i sensi...). Gasperini è un allenatore ancora più esigente di Sannino dal punto di vista tattico e il suo gioco richiede molto tempo per essere assimilato. Per questo motivo la scelta dell'ex tecnico di Genoa e Inter è ancora più incomprensibile. Se le cose non cominceranno a girare subito si preannuncia una stagione di grande sofferenza.

PARMA: 6 fuori Giovinco e Floccari e dentro Amauri e Pabon (oltre al giovane e promettente algerino Belfodil). A prima vista sembrerebbe un cambio in perdita ma se Amauri, reduce da una deludente mezza stagione alla Fiorentina, ritornerà quello visto al Tardini una stagione e mezzo fa (7 reti in 11 presenze) i gol saranno assicurati, Pabon è invece una vera e propria scommessa ma di lui si dice un gran bene (4 i milioni pagati all’ Atletico Nacional per assicurarsi le prestazioni del giovane colombiano) e se Ghirardi e Leonardi hanno puntato su di lui un motivo ci sarà. Fideleff, Rosi e Benalouane puntellano una difesa già ben affiatata, a centrocampo invece gli arrivi dell’ ex palermitano Acquah, di Marco Parolo, di Sotiris Ninis (promessa del calcio greco ed europeo finalmente pronto per diventare grande) e i riscatti definitivi di Valdes e Biabiany regalano quel giusto mix di corsa e tecnica che dovrebbe consentire agli emiliani di Donadoni una tranquilla salvezza.
Sottoscrivo i pensieri di Matteo. Squadra di medio livello che può salvarsi abbastanza tranquillamente (a patto che Amauri inizi a giocare e a segnare) esprimendo un gioco propositivo grazie alla bravura di Donadoni (e del suo staff, Luca Gotti in primis). 

PESCARA: 4 passare da Sansovini-Immobile-Insigne a Weiss-Vukusic-Jonathas equivale a considerarsi già spacciati prima di partire. Il record di punti in negativo (per ora questo odiato record appartiene al Lecce stagione ’93-’94) potrebbe essere battuto proprio dal Delfino. L’entusiasmo provocato dall’ effetto Zeman sembra già scemare e aver consegnato il timone del comando a Giovanni Stroppa(unica esperienza da allenatore tra i professionisti in Lega Pro con il Sud Tirol, senza neppure entusiasmare) potrebbe rivelarsi un azzardo. Salvarsi con i vari Perin, Terlizzi, Colucci, Blasi e Modesto come colonne portanti della squadra sembra pura utopia e per il ds Delli Carri urge un viaggio a Medjugorje.
Delli Carri ha acquistato una serie di giovani estremamente interessanti (Weiss, Vukusic, Quintero, Perin). Il problema è che questi giocatori non vanno a inserirsi in una rosa collaudata. Il reparto più carente è certamente la difesa, soprattutto se si considera il gioco offensivo su cui punta Giovanni Stroppa. La salvezza appare una chimera.

ROMA: 6 naufragato il progetto Luis Enrique eccone un altro che probabilmente sarà ancora più deludente (cosa che appare difficile) del precedente. Affidare nuovamente la panchina giallorossa a Zdenek Zeman equivale quasi al suicidio. Spettacolo assicurato, svarioni e amnesie difensive anche, perché il boemo è il prototipo dell’ allenatore tanto fumo e poco arrosto: bel gioco, tanti gol ma alla fine…zero tituli. Il tridente Totti-Osvaldo-Destro è tanta roba ma è dietro il vero problema della Roma. In difesa, oltre al rientro dopo un lunghissimo stop di Burdisso, i vari Castan, Dodò, Piris e Balzaretti (quello dell’anno scorso soprattutto) non sembrano regalare gran sicurezza. A centrocampo invece sono arrivati Bradley, buon giocatore ma comprato soprattutto perché americano, e Tachtsidis, mediocre centrale ellenico, quindi sostanzialmente la squadra non sembra molto migliorata rispetto a quella dell’ anno passato. La Zeman band è squadra che se in giornata può dar filo da torcere al Barcellona, ma che nel contempo può perdere dal Bologna di turno. Enigmatica.
Scelta affascinante ma al tempo stesso rischiosa quella di puntare su Zeman. Le prime 3 giornate hanno già dimostrato pregi e difetti dei giallorossi. Assolutamente improponibile il terzino destro Piris. Castan sembra un buon giocatore ma nulla più. Sono in disaccordo con Matteo nel giudizio su Tachtsidis. A mio parere è un centrocampista che può fare molto bene. Difficile capire dove possa arrivare questa Roma, ma sembra improbabile ipotizzare un piazzamento tra le prime 3, soprattutto se la fase difensiva sarà quella vista nelle prime 3 gare.

SAMPDORIA: 6+ le tre vittorie nelle prime tre giornate di campionato hanno già fatto dimenticare che la Doria è una neopromossa. Dopo il tormentone Benitez per la panchina è arrivato un motivatissimo Ciro Ferrara. Prima la deludente stagione da capo allenatore della Juve, poi la breve e positiva parentesi con l’ Under 21 e finalmente l’ occasione per dimostrare di avere la stoffa per allenare in serie A. Difesa pressoché immutata rispetto all’ anno scorso dove i giovani Rossini e Costa dovranno dimostrare di meritare la massima serie (unica novità il possibile ingresso a destra dell’ ex laziale De Silvestri al posto dello svizzero Berardi), la vera novità è però il centrocampo. Il ritorno in pianta stabile di Andrea Poli a cui si è affiancato Enzo Maresca (tornato finalmente in Italia dopo un lungo viaggio tra Spagna e Grecia), oltre al confermato e promettente Obiang, costruiscono una mediana di assoluto valore e se anche capitan Palombo verrà reintegrato in rosa per Ferrara ci sarà l’ imbarazzo della scelta. In avanti confermatissimo il tridente di lippiana memoria (cambiano solo gli interpreti) dove Maxi Lopez, garanzia in fatto di gol, è la boa centrale con ai lati il velocissimo paraguagio Estigaribbia (buon acquisto il suo dopo una stagione in chiaro scuro alla Juve) e il brasiliano Eder (da vedere se pronto finalmente per la A). A Marassi l’ entusiasmo è palpabile e una stagione di vertice, stile Atalanta dell’anno passato, non è da escludere.
Sui blucerchiati non aggiungo niente al commento di Matteo che sottoscrivo in toto.

SIENA: 5,5 sei punti di penalizzazione non sono facili da metabolizzare ma siamo certi che un vecchio marpione come Serse Cosmi saprà dare i giusti stimoli per un impresa che si presenta assai ardua. Felipe, Contini, Rubin, Dellafiore e Paci regalano quell’ esperienza necessaria ad una squadra che deve salvarsi, a centrocampo invece sono arrivati Valiani e Rosina (sarà lui il nuovo Franco Brienza?) e se D’Agostino dovesse mantenere una condizione fisica accettabile durante tutto l’arco della stagione verrebbero risolti parecchi problemi. L’ incognita maggiore è però per l’ attacco, l’addio di Mattia Destro verso lidi più splendenti lascia un vuoto facilmente colmabile. Lo Ze Eduardo visto a Genova di sicuro non potrà colmarlo, se ritornerà ad essere quello dei tempi del Santos magari si. Se Emanuele Calaiò ripeterà gli standard delle ultime stagioni (infortuni permettendo) e verrà ben supportato da uno tra Ze Love, Campos Toro (autentica scommessa di Luca Antonelli) e Larrondo (quando tornerà dalla squalifica per il calcio scommesse) allora un pensierino alla salvezza si potrà fare altrimenti il ritorno in serie Bwin sarà certo.
La rosa è molto lunga, ma la penalizzazione è davvero pesante. L'unica possibilità di ottenere la salvezza è quella di togliere il prima possibile il segno - dalla classifica (magari con l'aiuto del TNAS) e inannellare un filotto di risultati che riporti i toscani in linea con le altre concorrenti. Impresa difficilissima, ma non impossibile visto il livello complessivo della Serie A 2012/2013.

TORINO: 6+ il ritorno in serie A è stata un autentica manna dal cielo per i tantissimi tifosi granata. L’ entusiasmo dei piemontesi potrebbe essere l’ arma in più per una salvezza alla portata. Gillet e Gazzi, pupilli di Ventura dai tempi del Bari, e l’ arrivo di Alessio Cerci (rinato con il tecnico ligure in quel di Pisa) rimpolpano positivamente i tre reparti. In difesa, oltre all’ esperto portiere belga, sono arrivati anche Agostini dal Cagliari e lo sconosciuto, ex maiorca, Pablo Cacares mentre a far coppia in mezzo al campo con l’ex senese Gazzi ci sarà Matteo Brighi. Nei quattro là davanti (4-2-4 il modulo preferito dal tecnico nativo di Genova), oltre al confermato Bianchi (terminale offensivo principe del Toro di Urbano Cairo) ci sarà spazio per la fantasia di Cerci e Mario Santana (un po’ sbiadito dopo l’esperienza tra Napoli e Cesena) e per la concretezza e l’ impegno di Sgrigna, Stevanovic o Meggiorini. 
E' palese l'influenza di Ventura sul mercato condotto da Petrachi e Cairo. Sono arrivati diversi giocatori ideali per il 4-2-4 del tecnico genovese. La rosa non è molto profonda e il reparto che sembra maggiormente scoperto è quello d'attacco dove si spera nel ritorno su livelli importanti di Rolando Bianchi. La chiave per una comunque difficile salvezza sarà l'organizzazione di gioco di Ventura.

UDINESE: 5,5 l’ ennesima eliminazione ai preliminari di Champions (se l’anno scorso con l’Arsenal era pura utopia quest’anno con il Braga si doveva passare) e l’inizio di campionato balbettante sono segnali poco incoraggianti per i friulani. Non si può pensare di vendere, e bene, i pezzi più pregiati (vedi Isla e Asamoah) e trovare immediatamente sostituti all’ altezza. Il terzo posto ma anche i preliminari di Europa League sembrano autentiche chimere a meno che i vari Willians, Maicosuel o Allan si riscoprano campioni. Difesa immutata con Danilo, Domizzi e Benatia titolari (Brkic in porta è più o meno equivalente a Handanovic), centrocampo dove Basta e Armero (probabilmente i pezzi pregiati del prossimo calciomercato bianconero) stazionano sulle fasce con in mezzo un terzetto composto da Pereyra, Pinzi e Willians (Lazzari, Maicosuel e Allan le alternative). In avanti tutto il peso è sulle spalle dell’ inossidabile Di Natale con Fabbrini o Barreto a fare da comprimari (purtroppo il giovane e promettente Muriel resterà ai box per qualche mese). Con una rosa ridotta all’osso (per quanto riguarda i possibili titolari), soprattutto davanti dove potevano essere trattenuti Floro Flores e Cuadrado, prevedo una stagione di transizione con poche soddisfazioni per il caloroso pubblico del “Friuli”. 
Sull'Udinese riporto il post scritto alla vigilia della gara di andata contro il Braga nel preliminare di Champions. 

In meno di una settimana i bianconeri mettono in discussione il lavoro del passato campionato e si giocano gran parte della stagione 2012/2013. Sulla sfida con i portoghesi e più in generale sul modus operandi della famiglia Pozzo in questo mercato estivo, sottoscrivo il pensiero di Sebastiano Vernazza sulla Gazzetta di oggi.
Pozzo auspica (pretende?) la qualificazione alla fase a gironi nonostante un mercato estivo svolto prescindendo quasi completamente dall’obiettivo Preliminari. Legittimo, la filosofia societaria è ben nota. Ma non sempre le cose vanno per il verso giusto e si rischia, per dirla con Vernazza, di“avere la botte piena e la moglie sobria (traduzione: portafogli gonfio, ma niente Champions)”.
E non parlo delle cessioni eccellenti, ma della complessiva inadeguatezza della rosa messa a disposizione di mister Guidolin. Un esempio concreto. Nel preliminare dello scorso anno contro l’Arsenal, Guidolin, con Floro Flores infortunato, poté portare in panchina come attaccante di riserva il solo Denis, peraltro già venduto all’Atalanta (partì per Bergamo il giorno dopo il match di ritorno). Di fatto l’Udinese affrontò il preliminare con Di Natale unico attaccante a disposizione. Quest’anno nel doppio impegno contro il Braga, il tecnico si ritrova nella stessa identica situazione. Muriel infortunato, Barreto non inserito in lista Champions. Come lo scorso anno, quindi, la società non ha messo il tecnico nelle migliori condizioni possibili per disputare il Playoff di Champions. E’ la chiara dimostrazione di come la politica societaria prescinda dalla disputa della sfida chiave dell’intera stagione. Il possibile accesso alla Champions deve (doveva) essere considerato un’eccezione alla normale gestione del club e come tale – soprattutto dal punto di vista del mercato – andrebbe (andava) gestito. Anche per i benefici sportivi ed economici che porterebbe l’eventuale qualificazione.
Che poi l’Udinese abbia le capacità tecniche per passare il turno è un altro discorso, oltre che la speranza di tutti i tifosi. In caso di mancata qualificazione, però, emergerebbe ancora più nitido il limite di una gestione attenta, lodevole, ma più orientata al risultato economico che a quello sportivo.

Aggiungo che subito dopo il preliminare è stato acquistato Lazzari, giocatore non straordinario, ma che sarebbe stato estremamente utile nel doppio confronto con i portoghesi. Acquistare il sostituto di Asamoah dopo il preliminare di Champions (perso) è l'ennesima dimostrazione di come il mercato estivo non sia stato condotto in funzione del preliminare di Champions (lato sportivo), ma quasi esclusivamente in ottica di bilancio (lato economico). L'eliminazione dal preliminare rende già negativa la stagione. Se a questo si aggiunge la poca serenità - eufemismo - di mister Guidolin, si capisce come l'obiettivo sia quello di limitare i danni, togliendosi qualche soddisfazione parziale e puntando a valorizzare qualche giocatore da rivendere la prossima estate. Per lo sconforto dei tifosi che, tendenzialmente, hanno più a cuore l'aspetto sportivo rispetto a quello economico (senza pretendere spese folli, ovviamente).
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