Atp Roma 2011 - "Djokovic senza limiti! Nadal ancora surclassato" di Marco Rebuglio per Tennisworlditalia.com

Novak Djokovic - Un 2011 perfetto
Il computer viaggia un po' a scoppio ritardato, sappiamo tutti come un elaboratore sia bravissimo a far di conto ma abbia una scarsa conoscenza del tennis. Non fosse così, dando uno sguardo alla classifica, non troveremmo quei 405 punti che mantengono ancora Rafael Nadal in prima posizione mondiale davanti a Novak Djokovic.
La finale della 68esima edizione degli Internazionali d'Italia segna una svolta definitiva, e tutto sommato epocale, e non solo perchè il mancino di Manacor sui campi del Foro Italico ha subito la sua prima vera sconfitta in 33 partite giocate da queste parti. In realtà un ko lo aveva già subito, ma nel 2008 a costringerlo alla resa furono due piedi consumati dalle vesciche, e non un avversario più forte...più forte, due parole che fino ad ora sulla terra non erano comtemplate nel vocabolario del maiorchino.
Novak Djokovic è diventato il primo giocatore in grado di battere più di una volta nell'arco della stessa stagione il maiorchino sulla sua superficie preferita, centrando il secondo successo consecutivo sul rosso, il quarto nel complesso, dopo le finali di Indian Wells, Miami e Madrid. Il serbo ha messo a segno quest'impresa grazie al 6-4 6-4 in 2 ore e 12 minuti che gli ha consegnato il 39esimo successo (37esimo nel solo 2011) della sua incredibile striscia vincente, sesta nella classifica dei record di imbattibilità a 2 partite di distanza da quelle di Federer (2006/07) e Borg ('79/'80), e per la seconda volta in carriera il titolo al Masters '1000' di Roma, 25esimo trofeo messo in bacheca dal tennista di Belgrado.
In modo più netto rispetto a quanto era accaduto solo 7 giorni fa nella finale di Madrid si è avuta la sensazione di come ormai il clamoroso sorpasso sia avvenuto. Lo abbiamo cercato per anni, ora lo abbiamo trovato: un tennista in grado di surclassare Rafael Nadal sulla terra battuta.
Nell'atto conclusivo del '1000' spagnolo Novak, pur nella sua grandezza, approfittò di un Nadal con grosse difficoltà nel trovare incisività con i fondamentali. Nonostante fosse reduce da una settimana in cui i soliti problemi tecnici erano venuti a galla, in questa sua sesta finale finale sulle rive del Tevere Nadal era invece partito parecchio tonico, sfoggiando finalmente il suo vero diritto, penetrante, pungente e profondo come mai lo si era visto nell'arco della stagione.
Non è un caso che il maiorchino, a differenza di quanto avvenne alla Caja Magica (dove in men che non si dica si ritrovò sotto 0-4), abbia tenuto testa al ciclone Djokovic per tutto il primo set. Un parziale equilibrato, deciso con il break nel decimo game (il terzo di fila) per merito di due punti straordinari firmati da Nole dal 5-4 30-30 servizio Nadal.
Sarebbe diventato il leitmotiv per tutto il resto della partita, ma è stato proprio durante quei due quindici che è affiorato un particolare sconcertante e preoccupante per i tifosi di Nadal. Novak Djokovic stendeva Rafa con le stesse sue armi. Il serbo si esibiva in strepitose fasi difensive con le quali riusciva, nel giro di un solo o al limite un paio colpi, a prendere in mano il pallino pur partendo da situazioni di difficoltà. In tutto e per tutto le identiche cose che Nadal ha sempre fatto agli innumerevoli avversari massacrati negli anni.
Ha fatto quasi effetto nel secondo set vedere il maiorchino non riuscire a reggere i ritmi infernali imposti dal tennista di Belgrado, rallentando e alzando le traiettorie, soprattutto col rovescio. Tentativi rivelatisi assolutamente inutili, tipici di chi è disperato e non sa più cosa fare. Quante volte Rafa ha ridotto così gli sventurati che si sono trovati dall'altra parte della rete. Djokovic è riuscito a trasformare il carnefice in vittima.
Anche il secondo set si è mantenuto in equilibrio fino alla fine nonostante un inizio con Djokovic subito avanti 2-0, ma a dispetto dell'andamento del punteggio, la superiorità di Nole è stata ancora piuttosto palese, visto che la maggior parte dei punti pesanti conquistati da Nadal, quello che lo ha portato al controbreak o quelli che gli hanno dato una piccola speranza facendolo risalire dal 40-0 al 40-40 nel quinto gioco, sono stati solo frutto di errori di Djokovic. I quindici che lo spagnolo si è conquistato senza la complicità del serbo si contano sulle dita di una mano. Novak è stato sempre in totale controllo, e infatti ha chiuso la frazione (e la disputa) nel modo che più si addice a questo tipo di situazioni. Quando l'avversario si apprestava a servire sotto 4-5 il tennista di Belgrado alzava il volume e volava 0-40. Nadal usava la sua classe per annullare i primi 3 match ball consecutivi, ma capitolava al quarto.
Alla faccia di chi lo voleva stanco e svuotato di energie dopo la maratona con Murray. Le riserve di energia di Nole sembrano non finire mai, ma la programmazione del serbo pre-Roland Garros sembra l'unico neo in questo suo periodo magico. Tra Belgrado, Madrid e Roma Djokovic ha giocato 13 partite in 18 giorni, il tutto con uno Slam alle porte che rimane il principale obiettivo. E' vero che il serbo non smette mai di sorprenderci ma rimane pur sempre un essere umano. Ci auguriamo che una settimana di pausa sia sufficiente per ricaricare le pile.

Marco Rebuglio (tennisworlditalia.com)

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