Sole, caldo e neve: questi gli ingredienti del primo gigante femminile sul ghiacciaio di Soelden.
A imporsi è la svizzera Lara Gut, in testa dalla prima manche. L'elvetica ha dimostrato di essere maturata nelle prestazioni, con molta più continuità di azione rispetto agli scorsi anni. Nella seconda manche ha sciato molto bene nel primo e nell'ultimo terzo di gara, non rischiando niente nella parte centrale, dimostrando così di essere una sciatrice polivalente, con ottime doti sia tecniche che di scorrevolezza. Al secondo posto troviamo Kathrin Zettel. L'austriaca è da circa quindici anni in Coppa del Mondo e come sua abitudine inizia la stagione molto forte. Terzo posto per la tedesca Vittoria Rebensburg, seconda al termine della prima manche. La Rebensburg ha sciato molto bene, cambiando impostazione tecnica visto che, come tutte le atlete più giovani, lo scorso anno ha faticato non poco ad adattarsi ai nuovi materiali imposti dalla Federazione Internazionale.
La pista è stata preparata perfettamente dagli organizzatori, si è scalinata sul muro dalla metà del primo gruppo fino alla trentesima concorrente. Per le atlete che avevano numeri più alti è stato difficile fare le linee desiderate ma non impossibile come dimostrano le grandi prove della diciottenne statunitense Mikaela Shiffrin, partita con il pettorale 15 ed arrivata quinta nella prima manche, confermando la posizione nella seconda. La statunitense è un fenomeno, scia con una naturalezza estrema e porterà a casa risultati eccellenti anche in questa specialità oltre che in speciale dove si è già laureata campionessa mondiale. Altra grande rimonta è stata quella di Tina Weireither, atleta del Liechtenstein (figlia d’arte), partita con il pettorale 37, ha concluso settima nella prima manche e ha continuato la rimonta nella seconda chiudendo quarta. Parlando di rimonte non possiamo non citare la nostra Nadia Fanchini, trentesimo tempo a fine della prima manche. Nella seconda ha tirato fuori il meglio di sé, portando a casa il miglior tempo di manche, dimostrando di essere sempre tra le migliori atlete al mondo. La Fanchini ha chiuso in quattordicesima posizione.
Giù il cappello davanti alla prova di Denise Karbon, visibilmente felice al termine della prima manche per come aveva sciato, sicura di sé, è riuscita ad aggredire la pista ed il tracciato nonostante la condizione non ottimale. Nella seconda manche ha sciato veramente molto bene fino a metà tracciato, poi alla fine del muro è arrivata lunga e ha pagato accusando otto decimi di ritardo sul falsopiano finale. Complimenti anche ad un’altra azzurra, Federica Brignone, nona nella prima manche (prima delle italiane), nella seconda ha commesso degli errori che l’hanno portata a tagliare troppo sulle porte, perdendo sette decimi. Conclude in venticinquesima posizione.
Continuando con le italiane, non si sono qualificate per la seconda manche Manuela Moelgg, alla quale mancano ancora chilometri sugli sci (ma sta rientrando in condizione come dimostra la sua sciata nella prima parte di gara) e la ventenne bergamasca Sofia Goggia, la quale ha già mostrato il suo carattere e la sua grinta ai Mondiali di Schladming l’anno scorso arrivando quarta in super g e settima in super combinata. Avrà quindi tutto il tempo per rifarsi durante la stagione. Non hanno preso parte alla seconda manche anche Lisa M. Agerer ed Elena Curtoni.
Forse troppa pressione è stata accusata dalla campionessa slovena Tina Maze, apparsa molto nervosa negli scorsi giorni (ieri non ha voluto rilasciare interviste). Impressioni confermate da Andrea Massi fidanzato-allenatore-manager della Maze, il quale ha detto che Tina non ha affrontato bene a livello psicologico la gara. Contratta, spezzata di busto, molto inclinata, senza indipendenza di gambe, non è riuscita a sfruttare tutta la sua potenza fisica.
Curioso notare come il podio virtuale della prima manche (Gut, Rebensburg, Fenninger) era formato da ragazze molto giovani, a dimostrazione del cambio di generazione che sta avvenendo in questa disciplina.
Benedetta Bandinelli
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