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giovedì 24 ottobre 2013

Cosa accadde nel torneo di calcio delle Olimpiadi 1920 - "Il Sistema Bergvall" (di Rado il Figo)

Avete presente le interviste di allenatori e giocatori durante i tornei calcistici a eliminazione diretta in cui dichiarano: "Se vuoi vincere il Mondiale/Europeo, prima o poi le devi affrontare tutte"? E' certamente una delle frasi fatte più logore e abusate nel mondo del calcio. Si tratta di un'evidente e grossolana forzatura. Per arrivare in fondo ad un Mondiale, finale compresa,  si affrontano infatti "solo" 7 delle 31 partecipanti (con l'attuale formula). Il fattore "sorteggio" incide in modo significativo sullo sviluppo di un torneo. Rado, partendo dal clamoroso andamento del torneo calcistico delle Olimpiadi di Anversa 1920 (sul punto consiglio questo bellissimo articolo), ci illustra il c.d. Metodo Bergvall, creato a suo tempo per correggere - a livello di secondo posto - le "disparità" create da sorteggio e tabellone. 
Questo post segue quello relativo ai "mille modi per fare classifica", sempre a cura di Rado, uscito nel corso dell'estate.
Buona lettura.

PREMESSA - Una delle pagine più nere e oscure del calcio internazionale, non però sfociate in vere e proprie tragedie, è sicuramente il Torneo Olimpico del 1920, con sede ad Anversa ma coinvolgente, come spesso capita per gli sport a squadre, altre città del paese ospitante (nell’occasione Bruxelles e Gent). I resoconti che ne narrano le vicende dipingono un quadro, per l’appunto, a tinte fosche e opache: strutturato integralmente a eliminazione diretta, come d’uso ai tempi, vede affrontarsi nella finale per il titolo Belgio, padrone di casa, e Cecoslovacchia, giunti all’atto conclusivo dopo aver eliminato in semifinale, rispettivamente, Paesi Bassi e Francia. La gara per il 1° posto, di scena il 2 settembre, al culmine di una manifestazione molto contratta iniziata appena 5 giorni prima (in programma giocare ogni giorno, eccetto l’1 settembre: giusto un po’ di riposo prima delle finali), è preceduta dalla partita che assegna il 5° posto fra Spagna e Italia, l’atto terminale dell’allora in voga “torneo di consolazione” fra le 4 squadre eliminate nei quarti, spesso allargato pure agli estromessi nei turni precedenti. Gara burrascosa, tanto da veder allontanato dal campo per condotta violenta il “portierone” Zamora, che però giunge al 90’ cogl’iberici a imporsi 2-0; ben peggio capita nella finale per l’oro, interrotta addirittura prima che spiri il primo tempo. La Cecoslovacchia, considerandosi vessata da un arbitraggio contrario e da un pubblico particolarmente ostile (nel reclamo ufficiale, si accusano militari belgi di aver sostato minacciosi e provocanti in prossimità delle linee perimetrali del campo), sotto di due reti e con due uomini in meno per espulsioni già al 39’, decide di non subire ulteriormente e abbandona il campo. Inevitabili sia la sconfitta a tavolino sia la susseguente squalifica; quest’ultima decisione, però, lascia aperto un interrogativo: a chi assegnare la medaglia d’argento? Non potendo premiare la Cecoslovacchia, causa squalifica, gli organizzatori hanno la bell’idea di “recuperare” per tale scopo alcune gare già giocate “ad altro titolo”: l’argento sarà assegnato, quindi, con uno strano spareggio fra le vincenti del torneo di consolazione e della finale per il bronzo. In pratica, il 2° posto è messo in palio fra chi, in via “normale”, si sarebbe classificato 5° e 3°. La spunta così la Spagna, come visto trionfatrice nel torneo di consolazione, sui Paesi Bassi, terzi senza colpo ferire in quanto la Francia, contro cui dovevano giocarsi il bronzo “classico”, non si presenta: chi sostiene perché ormai coi giocatori rientrati a casa, altri per solidarietà coi cecoslovacchi o, per lo meno, per non voler guadagnare un “argento” in modo poco “sportivo” (tesi un po’ azzardata, perché tale decisione sarebbe intervenuta prima ancora che si giocasse la finale per il titolo).
Le cose andarono veramente così? Nonostante quanto sopra descritto sia ciò che comunemente si legge oggi al riguardo, pur con qualche distinguo e interrogativo comunque lasciato in sospeso, in realtà la bizzarra finale per il 2° e il 3° posto fra Spagna e Paesi Bassi era sì inedita (e finì per essere pure unica, non venendo più replicata in futuro) ma tutt’altro che imprevista: non fu giocata quale espediente dell’ultim’ora per quanto occorso in finale e la conseguente squalifica cecoslovacca, ma quale gara già inquadrata nella formula del Torneo Olimpico del 1920, che seguiva il “sistema Bergvall”.

Rado il Figo


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