Dopo aver visto nella prima parte i criteri e il meccanismo del Ranking UEFA, Rado ci presenta un inedito ranking UEFA a fine Euro2012. Un modo per capire concretamente il funzionamento dello stesso con relative distorsioni, problematiche e giudizio finale sulla sua "linearità".
IL RANKING UEFA 2012 – Come detto, i ranking UEFA reali non comprendono mai 3 cicli completi; tuttavia ai fini di comprendere meglio i difetti di tali classifiche, ritengo utile pubblicare la seguente tabella dell’“inedito” ranking a fine Euro2012, ovvero comprendenti tutti i risultati di Euro2008, Sudafrica2010 ed Euro2012.
IL RANKING UEFA 2012 – Come detto, i ranking UEFA reali non comprendono mai 3 cicli completi; tuttavia ai fini di comprendere meglio i difetti di tali classifiche, ritengo utile pubblicare la seguente tabella dell’“inedito” ranking a fine Euro2012, ovvero comprendenti tutti i risultati di Euro2008, Sudafrica2010 ed Euro2012.
Le colonne 08. 10 e 12 espongono i piazzamenti ottenuti, rispettivamente, a Euro2008, Sudafrica2010 ed Euro2012, così identificati: V: campione; F: 2° posto; 3: 3° posto; 4: 4° posto, S: semifinali; Q: quarti di finale; O: ottavi di finale; G: gironi della fase finale: P: spareggi; E: gironi eliminatori.
A una prima occhiata, parrebbe che il ranking UEFA segua abbastanza fedelmente i piazzamenti ottenuti. Dall’alto, la Spagna, trionfatrice nei 3 tornei considerati, occupa legittimamente il 1° posto, e nulla si può obiettare sul 2° dove risiede la Germania, sempre giunta almeno nelle prime 4. Proseguendo, altrettanto “coerenti” appaiono le posizioni di Paesi Bassi e Italia di fronte a piazzamenti uguali, cogli olandesi preferibili agli Azzurri in virtù del miglior cammino complessivo pur, come detto, a parità di esiti finali. Dal basso, le ultime 16 posizioni vanno a nazionali che non hanno mai superato nemmeno i gironi eliminatori e le ultime 23 a chi non s’è mai qualificato neppure ad una singola fase finale ma disputando almeno qualche volta gli spareggi (quando previsti).
Tuttavia alcune incongruenze sono facilmente identificabili: proseguendo dal basso, si vede come la Norvegia (19ª) e l’Ungheria (23ª), entrambe sempre arenatesi ai gironi eliminatori, sopravanzino di gran lunga la Polonia (30ª) che bene o male ha disputato le fasi finali degli ultimi due Europei. Ma anche nell’alto si notano subito delle discrepanze: l’Inghilterra è 5ª e il Portogallo 6° nonostante i lusitani abbiano sempre avuto nei singoli tornei piazzamenti migliori o al peggio identici.
A cosa è dovuto tutto ciò? Semplicemente, ed esattamente come per il ranking FIFA, dall’uso, corretto e ponderato finché si vuole, della media punti per gara che non è legata in alcun modo al cammino nel torneo di riferimento. Anzi, è tutt’altro che raro il rischio che proseguendo nei vari turni si finisca per accumulare risultati negativi che decrementino la media, nonostante l’uso dei parametri di tipo “aggiuntivo”. P.es.: l’Italia, al termine delle qualificazioni, aveva una MC per Euro2012 pari a 36.902; finiti i gironi finali, e pur avendo guadagnato l’accesso ai quarti, la MC era scesa a 36.694.
Inoltre il peso dato all’importanza delle gare, nonostante appaia ben bilanciato, può produrre effetti distorsivi indesiderati. Si supponga che le 2 finaliste di Euro2012 fossero giunte all’atto conclusivo vincendo entrambe tutte le gare per 2-0, solo che la nazionale A era stata inserita in un girone eliminatorio a 6 squadre (come l’Italia) e la nazionale B in uno a 5 squadre (come la Spagna). Ci si attenderebbe che la MC a fine semifinali per le due squadre sia la medesima o, al limite, che quella della nazionale A sia leggermente superiore a “premiare” le 2 gare (vinte) giocate in più rispetto alla nazionale B. Invece, la MC di A è di 45.935 mentre quella di B è di 46.617; a fare la differenza sono proprio le minori gare di qualificazioni giocate da B rispetto ad A (8 contro 10), le uniche partite che non assegnano bonus.
In conclusione, nonostante sia più lineare rispetto al ranking FIFA, non godendo di pari nomea, e comprenda solo i risultati di gare di tornei, il fatto di basarsi anch’esso su una media punti, rende il ranking UEFA ugualmente slegato ai piazzamenti ottenuti nelle competizioni ufficiali, per quanto siano presenti dei parametri volti a dare maggior peso alle gare (dei turni) più importanti, inficiandone in qualche modo la validità.
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