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giovedì 13 maggio 2010

Tempo effettivo e altre tre proposte per il calcio (mondiale e italiano)


In questi giorni sto leggendo con grande piacere e interesse l'ultimo libro di Rino Tommasi ("Da Kinshasa a Las Vegas via Wimbledon", Limina edizioni). Non mancherò di presentarlo e di inserirlo nella rubrica specifica del blog (Libri e Sport) perchè si tratta di un testo assai interessante, che parla di Sport a 360°. Un must per tutti gli appassionati.
Rino Tommasi, secondo la definizione di Gianni Brera è "uno dei più culti giornalisti sportivi in assoluto, un cervello essenzialmente matematico (...) Io lo chiamo Professore senza la minima ombra di esagerazione scherzosa". Ha dedicato la sua vita allo Sport e un suo cavallo di battaglia è lo studio e la proposta di format, modifiche regolamentari e altre migliorie per i vari sport.
Nel suo libro propone molte innovazioni per il calcio. Ecco, personalmente ne sposo una e anzi la rilancio descrivendo quelli che sarebbero i vantaggi che porterebbe.
Si tratta dell'introduzione del tempo effettivo. Oltre a questo ne aggiungo altre tre (una a livello di regolamento Fifa, quindi Mondiale, altre due per il calcio italiano).

1. TEMPO EFFETTIVO NEL CALCIO: è incredibile come il calcio continui ad essere l'unico sport al mondo in cui il tempo di gioco non è uguale per tutti gli incontri (ovviamente negli sport dove esiste il cronometro). Si parla sempre dei 90 minuti di gioco (più recupero), ma in realtà il tempo effettivo di gioco non è mai uguale e varia in modo sensibile da partita a partita. Ricordo come lo scorso anno nei due derby di Genova il tempo effettivo - al termine di partite ricche di tensione e nervosismo - faticasse a raggiungere i 40 minuti. Nella stessa giornata vidi alcune partite inglesi dove le squadre giocarono incontri con tempo effettivo superiore ai 60 minuti. Quasi due sport diversi. Gli arbitri spesso hanno due orologi, uno per il tempo di gioco, l'altro per tenere il conto delle pause. Negli ultimi anni sono stati introdotti dei criteri definiti "oggettivi" per quanto riguarda il recupero. Un minuto in più per ogni ingresso di barella, trenta secondi in più per ogni sostituzione. Senonchè è capitato molte volte che gli arbitri non applicassero queste "correzioni", accorciando o allungando il tempo di recupero che andava effettivamente dato. Poi è sorto un altro problema. Cosa succede se ci sono delle interruzioni durante il recupero? Alcuni ex arbitri e moviolisti sostengono che il tempo di recupero - a differenza dei 90' regolamentari - debba essere effettivo. Facile a dirsi, molto difficile da applicare, considerando stanchezza e concitazione degli ultimi istanti di gioco.
Oltre a questo, la mancanza del tempo effettivo nel calcio comporta diverse situazioni antipatiche e antisportive. Giocatori che perdono tempo in modo più o meno plateale, portieri che ritardano le rimesse dal fondo, simulazioni, raccattapalle che consegnano i palloni lentamente/velocemente in base al risultato o addirittura raccattapalle e relativi palloni che spariscono inghiottiti dal buco nero dell'antisportività, sostituzioni fatte "per perdere tempo" (un classico senza tempo), giocatori che al momento di essere sostituiti si portano nel punto più lontano possibile e moltissime altre situazioni che contribuiscono a diseducare e a rendere aleatoria la durata effettiva di una partita.
Insomma, non esistono criteri validi e oggettivi e la difformità esistente nei tempi effettivi delle varie partite è lì a dimostrarlo. Introdurre il tempo effettivo nel calcio non sarebbe cosa difficile, per niente. Molti altri sport, con diffusione e mezzi infinitamente inferiori al calcio hanno introdotto il tempo effettivo di gioco senza particolari problemi tecnici. Il basket ha un regolamento molto più complicato di quello calcistico e necessita di un tabellone molto accurato con segnalazione punteggio, falli di squadra, falli dei singoli, timeout ecc. Bene, in tutti i campionati e in tutte le palestre/palazzetti dove si giochi a basket a livello agonistico sono presenti questi sistemi. Il tempo effettivo nel calcio comporterebbe degli investimenti e dei cambiamenti minimi: cronometraggio della partita affidato al quarto uomo (che finalmente avrebbe un ruolo preciso) o ad altro soggetto nei campi minori, tabellone luminoso visibile (nei campionati principali il tempo di gioco lo si vede spesso anche nei tabelloni pubblicitari...) ed eventuale segnale acustico per indicare la fine dei due tempi di gioco. In questo modo l'arbitro avrebbe un compito in meno a cui pensare. Il quarto uomo stopperebbe il tempo a gioco fermo e lo riattiverebbe alla ripresa. Due tempi da 30 minuti ciascuno per 60' complessivi di tempo effettivo.
Ecco quali sarebbero i vantaggi dell'introduzione del tempo effettivo nel calcio:

- tutte le partite di tutti i campionati durerebbero allo stesso modo e non ci sarebbero più le clamorose discrepanze che si registrano oggi (anche di 20-25 minuti);
- certezza del tempo di gioco e quindi niente più proteste e lamentele per il recupero accordato o per i gol segnati negli ultimi istanti di gioco;
- sensibile riduzione/cancellazione delle perdite di tempo. Quasi una tautologia per dire che con l'introduzione del tempo effettivo non avrebbero più motivo d'essere le sceneggiate, i finti infortuni, le sostituzioni al 94' e tutta le altre situazioni antisportive descritte sopra;

Obiettivamente mi sembrano dei vantaggi molto significativi e ne trarrebbe beneficio lo spettacolo calcistico, con meno polemiche, proteste e simulazioni.

2- CALCI DI RIGORE CON LA STESSA REGOLA DEI TIRI LIBERI DEL BASKET: una delle regole più cervellotiche e soggetta a interpretazioni difformi tra i vari arbitri (nonchè ad applicazione molto alterna) è quella relativa alla ripetizione dei calci di rigore in caso di ingresso anticipato in area di rigore da parte di altri giocatori. In passato ci fu un periodo di particolare sensibilità per tale problema, con arbitri che arrivavano a far ribattere un rigore anche per due, tre volte. Quest'anno non ho una statistica a riguardo, ma andando a memoria mi sembra di ricordare che siano stati davvero pochi i rigori ripetuti nel campionato italiano.
Secondo me è una complicazione regolamentare assolutamente inutile e senza una valida logica. Mi spiego. Che senso ha ripetere un calcio di rigore nel momento in cui un giocatore fa gol? L'ingresso anticipato in area porta un vantaggio indebito solo ed esclusivamente nel momento in cui il portiere o il palo respingono il tiro e il calciatore entrato prima ne approfitta per raccogliere per primo il tiro. Nel momento in cui il rigore viene realizzato non c'entra più niente se uno o cinque giocatori sono entrati prima del tiro. Per avere una regola davvero valida occorrerebbe seguire l'esempio del basket e dei tiri liberi. Quando un cestista effettua il suo ultimo tiro libero gli arbitri devono valutare se esista o meno l'invasione anticipata dell'area pitturata, cosa che porterebbe un vantaggio indebito a rimbalzo in caso di tiro libero sbagliato. Bene, cosa succede nel basket? Se l'ultimo tiro libero viene realizzato nulla quaestio. E' punto, l'eventuale invasione non comporta nessun vantaggio e non c'è motivo di ripetere il libero. Se invece il giocatore sbaglia, gli arbitri devono valutare chi effettivamente ha commesso l'invasione. Se è un difensore il tiro libero va ripetuto. Se è un attaccante (compagno di squadra di chi tira) si fischia l'infrazione e il gioco riprende con una rimessa dal fondo per la squadra difendente. Stop. Una regola semplicissima e valida che potrebbe benissimo essere estesa nel calcio. Rigore segnato: gol, non c'è alcun motivo per ripeterlo. Rigore sbagliato? Se ad invadere per primo è stato un difensore il rigore va ribattuto, se è un attaccante si fischia una punizione per la squadra in difesa. Stop. Si eliminerebbero molti problemi. L'unica situazione dubbia potrebbe verificarsi quando più giocatori invadono contemporaneamente l'area prima del tiro. In quelo caso, a mio modo di vedere, andrebbe avvantaggiata la difesa visto che la squadra attaccante ha potuto già usufruire della massima punizione. Perciò in questa particolare fattispecie, punizione a favore della difesa. Penso che questo tipo di modifica regolamentare semplificherebbe una situazione altrimenti troppo soggetta a interpretazioni.

Ecco invece le due proposte di modifica regolamentare specifiche per il calcio italiano:

3- GIOCATORI IN PRESTITO NON POSSONO GIOCARE CONTRO LA SQUADRA PROPRIETARIA DEL CARTELLINO: dal punto di vista sportivo e giuridico trovo incomprensibile la regola per cui in Italia un giocatore in prestito in una squadra possa giocare la o le partite contro la squadra proprietaria del suo cartellino. In Inghilterra e Spagna ciò è asolutamente vietato e penso sia una cosa normale, quasi scontata. Tra l'altro da noi, paese dei sospetti e dei complotti, è davvero originale che si consenta ad un giocatore di segnare contro la squadra di proprietà oppure rischiare di accusarlo di scarso impegno nel caso sbagliasse qualche gol facile o addirittura un rigore in quella partita. Perciò, personalmente introdurrei il divieto per un giocatore in prestito di disputare gare ufficiali contro la squadra proprietaria del suo cartellino.

4- SQUALIFICHE VALIDE IN TUTTE LE COMPETIZIONI NAZIONALI: si è parlato moltissimo della squalifica di Totti dopo il calcione rifilato a Balotelli nella finale di Coppa Italia. Al di là dell'episodio, un'altra cosa rivedibile del regolamento italiano è il fatto che le squalifiche del campionato e quelle della Coppa Italia siano diversificate, cioè valgano nella specifica competizione. In Inghilterra, giustamente, una squalifica in una qualsiasi competizione va scontata nella partita o nelle partite successive, qualsiasi sia la competizione che si vada a disputare (Premier, FA Cup o Coppa di Lega). Sarebbe anche un modo per valorizzare la Coppa Italia. in questo modo, infatti, si darebbe pari dignità alla coppa nazionale. Certo, conoscendo la "furbizia" italica, non sarebbe impensabile vedere i giocatori diffidati cercare appositamente l'ammonizione in campionato per poterla scontare in Coppa Italia. Qui, però, subentra un discorso già affrontato, cioè quello di rendere la Coppa Italia una competizione quantomeno interessante (vedi proposta di riforma 1 e proposta di riforma 2)

A disposizione per chi avesse voglia di scrivere commenti e osservazioni.

11 commenti:

  1. Uh!Uh! Ghiotto intervento questo.

    Mi sa che ci scriverò parecchio. Preparati. :-)

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  2. Parto da quello dove mi dilungherò di meno, ovvero dalla 3.

    Tempo fa (parlo di qualche anno) lessi al proposito un articolo sulla Gazzetta rimanendo sorpreso del fatto che una tale clausola... esiste. Ovvero, le norme federali non vietano di inserire nel contratto di prestito il divieto di utilizzare il giocatore nelle gare contro la squadra "proprietaria del cartellino". Sorpreso, perché pur con tutte le motivazioni a favore di tale clausola (che stringi stringi sono quelle indicate anche da Tommasi), non capisco come si possa coniugarla coll'obbligo di dover sempre schierare la formazione migliore quando ciò mi può essere impedito dal non poter usare i giocatori in prestito (l'articolista si poneva altri quesiti). Fra l'altro stavo pure pensando ai casi di prestiti di giocatori in comproprietà, che a questo punto... rischiano di non disputare 4 gare di campionato.

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  3. Punto 4.

    In effetti tale norma era in vigore fino a meno di 20 anni fa. Anzi nel 1990/91 ti assicuro che c'era ancora, tanto da ricordare un pezzo sul Guerin Sportivo che ne chiedeva l'abrogazione (cosa poi effettivamente fatta).

    La norma era però un po' complicata: per prima cosa diversificava se il cartellino (giallo o rosso) per cui era scattata la squalifica fosse stato preso in campionato o in coppa. Nel primo caso, la squalifica era scontata in entrambe le competizioni, nel secondo solo nella coppa.

    Contro la "gestione unica" dei cartellini vi erano ragioni di equità, sostanzialmente così riassumibili: chi andava più avanti in coppa, disputava più gare e quindi era più soggetto a ricevere cartellini e squalifiche. Ciò lo poneva in posizione di svantaggio, specie a fine stagione, rispetto a chi era stato eliminato subito dalla coppa.

    A pensarci bene, se è stata cambiata una norma che resisteva da decenni, forse le ragioni del contro erano più forti del pro.
    In tutti i casi per atti particolarmente gravi sussistono le squalifiche a tempo, valide per ogni competizione.

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  4. Ciao Rado, ti ringrazio come sempre per la precisione negli interventi e i bellissimi riferimenti storici!
    Parto con una precisazione. Forse non l'ho sottolineato a dovere nella prima parte, ma Rino Tommasi nel libro propone solo il tempo effettivo (più altre cose tipo abolizione pareggio, play-off, finale scudetto ecc.). Le altre tre cose sono mie idee che ho sviluppato in questi anni mentre il tempo effettivo è qualcosa che ho sempre sostenuto e mi fa piacere vederla auspicata da un grande uomo di sport come Tommasi.
    Con riguardo alle squalifiche valide per tutte le competizioni, in effetti quelle a tempo sono sempre in essere e l'ineffabile Oriali (dico ineffabile perchè uno che è stato condannato penalmente per un reato legato all'ambito sportivo - passaporti falsi, Recoba, Tribunale di Udine - non riesco a capire come possa essere far ancora parte del mondo sportivo e ancora di più con un ruolo dirigenziale) è stato squalificato a tempo dopo l'espulsione in Coppa Italia. Non sapevo il precedente storico e il cambiamento della norma. Probabilmente hanno ponderato questa decisione, anche se il discorso del numero delle partite diverso è abbastanza trascurabile nel senso che vista l'attuale formula della Coppa Italia una squadra di Serie A classificata tra le prime 8 nella stagione precedente se arriva in finale disputa un totale di 5 partite.
    Per quanto riguarda i giocatori in prestito che non dovrebbero giocare contro la squadra di proprietà, il mio è un discorso più che altro giuridico. Trovo inconcepibile che un bene di mia proprietà dato in prestito possa arrecarmi "un danno". Probabilmente l'esempio non è perfetto al 100% ma può rendere l'idea: è come se un giornalista sotto contratto con un giornale, collabori per un periodo di tempo con un altra testata (su autorizzazione del giornale) e in alcuni articoli con la testata per cui è in prestito scriva male/critichi in modo più o meno pesante il giornale con cui è sotto contratto.
    Il discorso della miglior formazione possibile è corretto, ma si tratta di una norma di chiusura/norma generale che a livello di fonti del diritto sportivo è "superata" da quelle specifiche riguardanti il tesseramento (spesso infatti queste norme contengono la clasuola: "qualora non sia previsto da norme specifiche...".
    Aspetto una lunga analisi/commento sul tempo effettivo:-)!

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  5. temi sicuramente da prendere in considerazione, in particolare quello del tempo effettivo che è un problema che personalmente trovo incredibilmente grave, vista la grande forbice esistente fra la sua entità e, di contro, la sua valutazione(quasi nulla in generale); e sono d'accordo nella possibile soluzione dei 60'

    Vorrei proporre un'ulteriore argomento di (a mio parere) indubbia difficile interpretazione e soluzione: la formula della serie A_ infatti nell'ultimo mese è balzato alle cronache, più di altre volte, un problema che però è sempre esistito, e ogni anno si ripete più o meno in egual misura: a fine stagione assistiamo a molte partite "psicologicamente falsate", con alcune squadre che non hanno più "nulla da chiedere" al campionato, che si trovano a giocare partite decisive per le proprie avversarie. Solo citando le due squadre che lottano per lo scudetto, partite come Roma-Bari, Parma-Roma, Lazio-Inter, Inter-Chievo, Roma-Cagliari, Siena-Inter, Chievo-Roma, non possono essere considerate "normali", sportivamente parlando.
    Certo, nel calcio attuale la soluzione è più problematica che in altri sport, perchè prolungare la stagione con una specie di "play-off"-scudetto, sarebbe perfetto, a mio parere, ma impossibile, ad oggi, da realizzare per tempi e numero di partite da disputare.

    p.s. mi ha incuriosito la foto in home, di che stadio si tratta??

    Ettore

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  6. Ciao Ettore, grazie per il commento. In effetti quello del format è un argomento cruciale e assai spinoso. Un campionato a 20 squadre con sole tre retrocessioni finisce inevitabilmente per acuire la predilezione italiana per i biscotti. Meglio, a fine stagione un numero spropositato di partite hanno esito scontato (basta prendere le ultime 4-5 giornate e incrociare le quote dei bookmakers con i risultati avvenuti). E' un discorso piuttosto ampio e magari gli dedicherò un post specifico. I play-out riddurrebbero senza dubbio il numero di partite scontate perchè così facendo si coinvolgerebbero più squadre fino alla fine. io sono favorevole alla loro introduzione (un po' meno ai play-off Scudetto per vari motivi). Tuttavia anche i play-out non eliminerebbero completamente le partite "falsate" dal punto di vista delle motivazioni e dell'impegno. Ti faccio l'esempio (freschissimo) della Lega Pro I Div A dove all'ultima giornata la Paganese (ultima in classifica) è andata a vincere sul campo del Novara (già promosso in B e con una serie di record in stagione), superando il Lecco e accedendo ai play-out. La formula dello spareggio tedesca o lo stesso play-out della serie b italiana (temperato dal distacco in classifica) sono soluzioni interessanti.

    Lo stadio raffigurato sopra è l'Olimpico di Pechino (Bird's Nest).

    Ciao!

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  7. Solo un breve appunto: per dirigenti ed allenatori, che io sappia, la squalifica è sempre a tempo.

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  8. Sul punto 3 intendevo dire che, al di là delle mie perplessità personali, la proposta di fatto esiste(rebbe) già, seppur a livello di clausola volontaria. Si tratterebbe quindi di estenderla obbligatoriamente a tutti i prestiti.

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  9. Punto 1
    Uno dei cavalli di battaglia calcistici di Rino Tommasi, assieme a quello delle misure massime e minime del campo.

    Sia chiaro: il tempo effettivo è una delle rare proposte di innovazione regolamentare anche solo concettualmente sensate.

    Però mi è sempre sorto un dubbio: ovvero, non è che il calcio "per sua stessa natura" non possa giocato col tempo effettivo?

    In effetti per valutare il tempo effettivo nel calcio si potrebbe guardare il futsal dove questo c'è già (20' per tempo). Il cronometro viene fermato ad ogni interruzione (non per i cambi che sono "volanti") e riprende a scorrere ogni volta che il gioco riprende. Però se si guarda una partita di calcio a 5 si continuano a vedere le stesse pantomime del calcio: accentuazione degli effetti dei contatti cogli avversari, ricerca spasmodica del fallo, proteste continue, perdite di tempo ogni volta che è possibile.
    Certo, si può obiettare che nel futsal col discorso dei "tiri liberi" vedersi fischiare un fallo a favore ha un'importanza maggiore che nel calcio, però c'è anche un altro aspetto che, a pensarci bene, risulta "illogico".

    Come detto c'è il tempo effettivo ma esiste una norma che obbliga a battere punizioni, falli laterali, angoli e rimesse dal fondo entro 4". Vien da chiedersi che senso ha questa norma, quando, come detto, l'evitare di battere repentinamente detti calci piazzati non porta alcun vantaggio in termini di "tempo perso"?
    Fra l'altro tale norma non è prevista per i rigori, il calcio d'inizio e i tiri liberi.

    L'unica risposta che mi viene in mente è che pur col tempo effettivo le prime situazioni sono quelle in cui si cerca di perdere tempo sempre e comunque, anche... col tempo effettivo.

    Insomma nel calcio c'è bisogno di una vera e propria rivoluzione culturale su questo aspetto e dubito che si arrivi (nemmeno nel calcetto la si ha avuta, nonostante tutto).

    p.s.: scusa, ma dove hai letto che gli arbitri hanno due orologi, di cui uno per le perdite di tempo? che io sappia il secondo è di riserva in caso di guasto del primo.

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  10. Per Rado: sì per allenatori e dirigenti la squalifica è sempre a tempo. Non tutti gli arbitri ma alcuni sì hanno due orologi, uno per tenere il conto delle pause. Ti posso fare l'esempio dell'arbitro inglese (internazionale) Webb.
    Per quanto riguarda il punto 2 non la pensiamo allo stesso modo. Ribadisco il discorso che per il battitore è totalmente ininfluente il fatto che qualcuno entri o meno in area. La discrepanza sull'infrazione commessa penso sia assolutamente relativa. Così come vale la regola del muoversi solo sulla linea orrizontale per il portiere, allo stesso modo vale quella del non interrompere la rincorsa per il tiratore. Gli altri giocatori c'entrano poco in occasione del rigore e possono rientrare in azione solo in caso di respinta. A quel punto si valuterebbe se siano entrati o meno in area con anticipo e chi ha commesso l'infrazione.

    Punto 1: il fatto che un fine conoscitore di regolamenti come te abbia portato delle osservazioni poco pregnanti mi conforta ulteriormente sulla bontà del discorso "tempo effettivo". Se fosse sempre passato il discorso "per sua stessa natura non possa.." allora non ci sarebbero mai state delle modifiche regolamentari nella storia. Invece, seppur in quantità inferiore rispetto ad altri sport, ci sono state e secondo me hanno migliorato lo spettacolo calcistico (cito solo il retropassaggio al portiere). Il parallelo col calcio a 5 è suggestivo e utile. Io non ho certo sostenuto che col tempo effettivo si eliminerebbero totalmente scene, proteste ecc. Ho detto che in primis è un discorso di equità e conformità tra le diverse partite. Perchè devono esserci delle differenze abissali tra match e match e tra i vari campionati. E' inconcepibile. Poi, in secondo luogo si ridurrebbero in modo graduale le sceneggiate e le simulazioni atte a perdere tempo (non le simulazioni per procurarsi un rigore, ma quelle in cui un giocatore finge di essersi fatto male ecc)..semplicemente perchè non c'è più il tempo da perdere, è effettivo! Per quanto riguarda il discorso dei 4" per battere la rimessa ecc. penso sia una scelta corretta e non certo legata al discorso tempo o tempo effetivo, bensì funzionale alla velocità e al ritmo di gioco. Anche nel basket esiste (5") e mira proprio a velocizzare il gioco.
    Sono d'accordo sulla rivoluzione culturale ma da qualche parte bisogna cominciare. anzichè prendere provvedimenti inutili o demagogici, sono assolutamente convinto che il tempo effettivo sarebbe assai funzionale ad un miglioramento di comportamenti e civiltà.

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  11. Fra l'altro giusto ieri l'IFAB ha ammesso la possibilità del battitore di interrompere la rincorsa, mentre permane il divieto di far finta di colpire il pallone.
    (almeno così ho capito ad una prima lettura dal sito UEFA: appena posso guardo quello dell'AIA).

    Punto 1
    Chiaro che le simulazioni (e/o le accentuazioni degli effetti) per accaparrarsi il fallo ci saranno sempre, ma nel futsal comunque permangono anche le altre, ovvero per mero guadagno del tempo pur essendoci... quello effettivo.
    Ignoravo ci fosse la regola dei 5" nella pallacanestro, mentre introdurrei quella dei 4" del futsal nel calcio (francamente insopportabili le pantomime sui falli laterali dove a volte si assiste... alla coda per batterli).

    Comunque non sono contrario al tempo effettivo (anche se lo ridurrei a 25' per tempo): mi chiedevo solo se, data l'esperienza del futsal, questa innovazione fosse "consona" al calcio.

    p.s.: non scrivo nulla sui format dei campionati aspettando apposito tuo articolo.

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