
Il primo riguarda la condizione assai precaria di Federer, al primo torneo stagionale sulla terra rossa, dopo aver disertato Montecarlo e Barcellona. Il fuoriclasse svizzero punta ad essere in forma fra tre settimane, al via del Roland Garros, vinto lo scorso anno. Certo, una sconfitta è sempre una sconfitta e non fa mai piacere, specialmente per chi è abituato a trionfare come mai nessun altro prima. Tuttavia Federer troverà ulteriori motivazioni per allenarsi duramente in vista di Parigi. Sarà comunque difficile ripetere il successo dello scorso anno, specie se Nadal dovesse presentarsi in palla.
Il secondo motivo si chiama Ernests Gulbis, lettone, numero 40 al mondo. Un mome che a tanti dirà poco. In realtà Gulbis due/tre stagioni fa aveva attirato su di sè l'attenzione di molti addetti ai lavori. Un giocatore completo, con buoni colpi e sostenuto da un buon fisico. Proprio ieri Gianni Clerici ne tracciava il solito inarrivabile profilo, quasi preveggendo il successo odierno. Lo scriba spiegava come mai questo grande prospetto si era perso negli ultimi tempi: "Gulbis mi era parato dinanzi la prima volta sul Court One di Wimbledon, due o tre anni fa: di fronte a Nadal non gli aveva fatto toccar palla per venti minuti (...). Il suo coach di allora mi disse <<questo ragazzo genio affronta grande pericolo: è troppo ricco>>
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