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giovedì 3 dicembre 2009

Doping: la lettera del ragazzo in fuga dal ciclismo

Fino a questo momento ho solo sfiorato il tema doping nei miei post. Un po’ perché recentemente non ci sono state delle positività illustri, un po’ perché da innamorato dello sport mi piace fare l’ingenuo, credere che tutto quello che si vede sia frutto di allenamenti, sacrifici e voglia di emergere. Purtroppo, però, oggi mi sono imbattuto in due articoli che riportano l’argomento doping al centro della scena sportiva. La mia volontaria ingenuità si trasforma in forte preoccupazione, con sfumature di rassegnazione disillusione.

Dapprima ho avuto modo di leggere il servizio di Eugenio Capodacqua su Repubblica con al centro la lettera di un giovane ciclista veneto che ha deciso di abbandonare le paludi del dilettantismo dopo aver visto come funzionava il sistema. Una lettera intensadrammatica che fa luce sull’oscuro mondo del dilettantismo. Un ambiente lontano dalla luce dei riflettori, dove i controlli sono (quasi) inesistenti e si battono le vie più brevi per far felici i numerosi sponsor e tentare di strappare un contratto da professionista. La riporto interamente, spiegando solo che il ragazzo autore della missiva era appena passato alla categoria under 23 e stava per debuttare in un’importante gara (trofeo di Soprazocco). Stava per coronare il suo sogno dopo anni di duri allenamenti. Due sere prima della gara il ragazzo vede un compagno che si sta facendo un’iniezione e corre dal direttore sportivo a denunciare il fatto. Le risposte che ottiene sono agghiaccianti e rendono perfettamente l’idea di quale sia il mondo in cui è approdato il giovane ciclista.
Ecco il testo integrale della lettera:

"Finalmente è arrivato. Mesi di preparazione, a sputare sangue, uscite di ore a diversi gradi sottozero e adesso finalmente l'epilogo del mio sogno la mia prima corsa da under 23. Finalmente. Grande squadra, grandi aspettative, ottime sensazioni, ottimo lavoro svolto. Ed eccomi al raduno pre gara: mancano due giorni all'evento. Soprazocco (il trofeo di Soprazocco, importante gare Under 23 n. d. r.) mi sta aspettando. Parto da casa alla mattina presto, così sarò con gli altri in tempo per l'ultima uscita con i compagni. Ottime sensazioni: malgrado la nebbia, ci sono. Mi alleno, mangio, cerco di entrare nell'ambiente. Il tempo scorre. E' sera: il mio sogno continua. E si avvicina. Entro in stanza: vedo un compagno seduto con una siringa in vena. Boom boom boom..... il cervello mi scoppia. Ma cosa sta facendo? Ma... il mio sogno e gli insegnamenti dei miei tecnici, "non hai bisogna di nulla: preparazione, serietà e cuore bastano per fare un campione", mi dicevano. Tutto finito. Forse. Corro dal ds. Sono sgomento. Mi tratta come una merda. Mi calpesta, non mi ascolta. E poi mi dice: 'Ma come? Tu non lo hai mai fatto? Neanche da junior ? Impossibile correre senza. Non si recupera'. Ma senza cosa ??? Ma cosa si deve prendere??? Ma come? Sono seguito da due anni da un centro ricerche che mi ha insegnato ad usare l'SRM (lo strumento di allenamento che registra la potenza sui pedali), che mi ha insegnato ad alimentarmi, a capire anche cosa sono i macronutrienti, la massa grassa, il muscolo; un centro dove monitorizzano il mio metabolismo, mi preparano i piani alimentari, gli allenamenti. Mi dicono tutto sulla mia composizione corporea, e adesso mi dicono che la mia performance deve passare per la farmacia. Mi hanno insegnato che in natura trovo tutto ciò che mi serve; ho imparato a demonizzare gli integratori, gli aminoacidi, mi hanno insegnato a vivere da atleta e adesso tu... mi parli di farmacia... mi dici di andare a fare la bmx ... E allora? Ho abbandonato tutto. Sono scappato. Scappato dalle tue parole dai tuoi discorsi di sponsor, di aspettative degli stessi. Sono passato come un rullo compressore sopra me stesso. Il mio lavoro. Il mio credo. Il mio sogno. (...) Sai così tanto di farmacologia e l'unica cosa che hai saputo dire è che sono grasso, e sai perché? Perché forse non riconosci il muscolo dalla "ciccia". Il giorno dopo mi scrivi che mi ammiri, mi dici che troverò una squadra con meno pressioni e aspettative. Bèh, io non ti ammiro, anzi. Ti odio. Ti odio. Ti odio. Era il mio sogno e la tua "merda" l'ha cancellato. Parli di vittorie. Sappilo: ogni volta che un tuo atleta vince il ciclismo ha perso".

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